La supervisione nelle professioni di aiuto

Un percorso di riflessione e crescita per il benessere dei professionisti e la qualità dei servizi.

La supervisione nelle professioni di aiuto

Perché la supervisione è fondamentale nelle professioni di aiuto

Le professioni di aiuto richiedono un alto livello di competenza, una gestione emotiva equilibrata e la capacità di affrontare situazioni complesse e in continua evoluzione. Il peso delle responsabilità, le storie di vita affrontate e i cambiamenti normativi rendono indispensabile per i professionisti fermarsi, riflettere e condividere esperienze.
In questo contesto, la supervisione emerge come uno strumento cruciale per promuovere il benessere sia degli operatori, sia delle persone a cui essi si rivolgono.

Un riconoscimento normativo per la supervisione

La Legge di Bilancio del 2022 ha riconosciuto la supervisione come Livello Essenziale delle Prestazioni, integrandola nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Questo ha portato a investimenti mirati per sistematizzare i percorsi di supervisione all'interno dei servizi sociali e socio-sanitari, offrendo uno spazio strutturato per la riflessione e l’azione dei professionisti.

Un processo di supporto globale

La supervisione, come definito dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, è un processo che supporta la globalità dell’intervento professionale. Questo percorso di riflessione guidata si concentra su quattro dimensioni principali:

  • Metodologica, per migliorare gli strumenti e i metodi, le procedure e le tecniche di lavoro;
  • Emotiva, per la rielaborazione delle emozioni, lo sviluppo dell’sé e dell’autoconsapevolezza;
  • Relazionale, per rafforzare le dinamiche interpersonali, l’identità e rafforzare le relazioni di gruppo;
  • Etica e deontologica, per affrontare gli aspetti valoriali, i problemi e i dilemmi etici;
  • Organizzativa, per riflettere sull’impostazione del servizio, la definizione dei ruoli e dei compiti, l’ottimizzazione delle risorse e la gestione dei carichi di lavoro.

Chi è il supervisore?

Il supervisore è un professionista esterno ed esperto che facilita il processo riflessivo, offrendo un punto di vista neutrale e stimolando l’analisi critica. La sua indipendenza dall’organizzazione richiedente garantisce un approccio obiettivo, essenziale per affrontare situazioni delicate e complesse.

Quali sono gli obiettivi della supervisione?

I percorsi di supervisione puntano a:

  • Rafforzare l’identità professionale;
  • Elaborare vissuti emotivi;
  • Consolidare competenze relazionali e riflessive;
  • Individuare criticità e migliorare la qualità del servizio;
  • Contrastare la burocratizzazione degli interventi.

Quali tipologie di supervisione esistono

La supervisione si adatta a diverse esigenze professionali:

  1. Supervisione di gruppo mono professionale degli assistenti sociali, solitamente organizzata per aree di lavoro (minori, anziani, ecc.) o per target (neoassunti, coordinatori, ecc.)
  2. Supervisione individuale, per approfondire aspetti specifici;
  3. Supervisione interprofessionale, che coinvolge diverse figure professionali.
  4. Supervisione mono professionale di altri professionisti presenti nei servizi sociali territoriali.

Le sfide della supervisione

Nonostante i suoi benefici, la supervisione può presentare ostacoli, tra cui:

  • Resistenza dei partecipanti alla riflessione critica;
  • Complessità emotive legate alle situazioni affrontate;
  • Difficoltà nel mantenere la riservatezza.

Un supervisore esperto deve saper gestire queste dinamiche, trasformandole in opportunità di crescita.

Un circolo virtuoso di benessere

La supervisione non si limita a migliorare le competenze dei professionisti ma ha un impatto diretto sulla qualità dei servizi erogati. Un ambiente lavorativo che sostiene il benessere dei suoi operatori favorisce interventi più efficaci per i beneficiari, migliorando al contempo la soddisfazione lavorativa e la produttività organizzativa.

La supervisione rappresenta un pilastro fondamentale per il buon funzionamento dei servizi sociali e socio-sanitari. Attraverso un percorso di riflessione e crescita, sostiene il benessere dei professionisti e delle persone a cui essi si dedicano, rafforzando la qualità degli interventi e promuovendo una cultura di reciprocità e miglioramento continuo.

 

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