A entusiasmarci del progetto di 826 erano stati molti elementi che da subito abbiamo fatto nostri, riformulato e tradotto nei nostri laboratori e attività.
La scrittura al centro. La scrittura è una attività che ha dei poteri trasformativi tanto efficaci quanto spesso sottovalutati o poco conosciuti. Scrivere è una forma di agency: un modo di far accadere le cose, intervenendo sulla realtà, esercitando un potere. È un modo di essere nel mondo, che stimola una sensazione di efficacia e rende consapevoli di poter influire sull’ambiente circostante. Scrivendo noi diamo forma al mondo di esperienze che viviamo. Smettiamo di subire il mondo e ne diventiamo in un certo senso autori. Scrivendo mettiamo ordine nei nostri pensieri e li trasformiamo in parole, in un testo. In questo modo finiamo per capire meglio non solo il mondo ma anche noi stessi. Come diceva Flannery O’Connor: «Scrivo perché non so cosa penso finché non leggo quello che dico».
I ragazzi al centro. È ai ragazzi che il progetto intende offrire questo strumento molto efficace per affrontare il mondo, la vita e gli altri. Gli studenti ai quali ci rivolgiamo sono di un’età compresa tra i 10 e i 18 anni: quell’epoca della crescita nella quale non si è più bruchi ma non si è ancora diventati farfalle. Gli anni complicati delle crisalidi, insomma, popolati da mille dubbi, mille incertezze. La scrittura e tutte le forme di espressione che in un modo o nell’altro fanno riferimento alla narrazione non solo sono in grado di scatenare l’immaginazione, ma soprattutto possono essere occasioni per acquisire fiducia nei propri mezzi, sentirsi ascoltati e rispettati, ritrovare quel senso di dignità personale che è merce così rara oggi per tantissimi ragazzi.
La scuola al centro. Le nostre attività vedono il loro naturale terreno di elezione nella scuola pubblica. Per tanti motivi. Prima di tutto perché la scuola è uno dei luoghi dove dovrebbe avvenire la non facile e spesso miracolosa maturazione dei più giovani membri della comunità. Poi perché la scuola pubblica può e deve essere uno strumento straordinario di eguaglianza e democrazia: a scuola tutti i ragazzi, indipendentemente da ceto, razza, religione, ecc., dovrebbero trovare gli stimoli, le risorse per andare alla scoperta di se stessi e del mondo, per crescere e per diventare persone autonome e cittadini a pieno titolo. Pensiamo che fornire gratuitamente un supporto come il nostro sia particolarmente importante, soprattutto in tempi come questi, dove la scuola pubblica e gli insegnanti sono molto spesso abbandonati a se stessi e soffrono di una terribile carenza di risorse e di attenzioni. Proprio per questo svolgiamo, di concerto con l’ufficio Scuole Aperte del comune di Milano, i nostri laboratori di preferenza in quelle scuole che vivono le situazioni di maggiore difficoltà. Per finire, non va assolutamente dimenticato che uno dei nostri obiettivi prioritari a breve è quello di coinvolgere sempre di più nel nostro progetto quelle figure straordinariamente ricche e appassionate che sono gli insegnanti: i nostri complici, i nostri compagni di strada.
Il gioco al centro. Per noi è fondamentale che la scrittura sia al centro, ma con modalità che ne esaltino gli aspetti più ludici e liberatori. Proprio perché per noi la cosa fondamentale è fornire ai ragazzi l’occasione di esprimersi con la massima libertà, è importante accentuare fortemente il carattere giocoso dei laboratori. Che non sono lezioni, che non implicano voti e/o giudizi, che devono essere uno spazio dove è possibile lasciar fluire senza ostacoli il fiume impetuoso della immaginazione. Per noi è fondamentale riuscire a realizzare una cosa molto importante (e anche molto seria) facendo sì che tutte le persone coinvolte (studenti, insegnanti e formatori) si divertano.
L’inclusività al centro. Per concludere, per noi del CFS la cultura in generale e la scrittura in particolare rappresentano spazi di inclusione: devono essere sfere dove svolgere attività ricche, gratificanti e aperte nelle quali ognuno, nessuno escluso, possa trovare un suo posto, un suo ruolo, una sua voce, una sua realizzazione. La scrittura per noi può e deve essere una occasione di emancipazione: uno strumento per raccontare la propria storia, raccontarsi, elaborare esperienze, dare vita all'immaginazione e far sentire forte e chiara la propria voce. Avere l’occasione e lo spazio per esprimersi e per raccontare le proprie storie è particolarmente importante in questo momento, soprattutto per gli studenti che vivono situazioni (familiari, sociali, ecc.) di grande difficoltà e fragilità. Il CFS, quindi, è un posto dove la scrittura in tutte le sue forme viene coltivata e stimolata con il fine di dare voce a tutti e a ciascuno, soprattutto a chi ha pochissime occasioni per farlo. Il nostro obiettivo non è quello di trovare grandi scrittori, ma di fare di ogni ragazzo l’autore della propria storia, di dargli voce e restituirgli dignità.