La scuola dell’infanzia è un’orchestra già di per sé: tutto fa parte di un dialogo che è costantemente orchestrato da azioni e pensieri. Tutto il tempo si esprime dentro a una grande composizione musicale: vedere questo, coglierlo, e includerlo in un cammino creativo richiede un allenamento costante che dà voce alla Musica, a quell’Educazione Musicale che sviluppa pensieri di ascolto e crescita all’interno di una comunità.
Ogni bambino e bambina che vive l’esperienza del potersi esprimere in Musica disporrà, nel suo cestino di gusti, sapori, combinazioni in più, che tradurrà nel tempo in strumenti affettivi, emotivi e culturali per interagire con il mondo.
La scuola dell’infanzia è una partitura contemporanea perfetta: la palestra dei suoni e delle intonazioni, un mosaico sonoro, ricco di dialoghi che si esprimono attraverso sentimenti «sonori».
Spesso si sentono risate, quanto spesso si sentono pianti. Pianti intonati da stati emotivi, risate contagiose di segreti pensieri, visioni. A volte sembra di dover decriptare codici segreti: perché i bambini e le bambine sono nel cammino della loro «partitura di Vita».
L’Ascolto che l’insegnante dovrebbe indossare è fatto di calma interiore, di respiri non contratti, che consentano di comprendere questi codici sonori.
Spesso, infatti, i bambini piccoli non riescono a dirti quello che sentono, lo disegnano, lo suonano, non lo dicono. Il suono rivela dove sono, in quale spazio emotivo si trovano. È necessario vivere la Musica come uno strumento che accompagna l’espressione, che favorisce la costruzione delle parole, delle frasi, dei pensieri, che accompagna, insomma, la possibilità di esprimersi.
Decidere di compiere un cammino musicale per se stessi per poi arrivare ai bambini e alle bambine costituisce già un ponte, che abbraccia il «sì» dell’esserci, del fare, del provare su se stessi per arrivare agli altri.
La mia idea di Musica è quella che arriva prima della Musica stessa, che esiste già, che orienta visioni e sentimenti, che ascolta il «fraseggio» dell’essere umano, la sua «melodia» quotidiana che si intona con l’esistenza. Questa Musica si trova anche nello sguardo di un bambino che ti saluta dal suo passeggino, chinando la testa per incontrare qualcosa che lui vede e tu no.
La mia idea di Musica vive nella scuola, nella società, è ovunque e si esprime nel tempo, nel ritmo, nel contrappunto quotidiano dell’esistenza. La scuola dell’infanzia è l’espressione per eccellenza di tutto questo e, a mio avviso, richiede agli insegnanti che desiderano (e sottolineo: desiderano) insegnarvi, un corposo lavoro di ascolto su loro stessi.
Saper ascoltare è la base per insegnare Musica; non puoi pretendere silenzio o risposte se in te non è attiva la modalità del saper ascoltare.
La Musica per le scuole dell’infanzia e primaria deve diventare il ponte d’incontro, il veicolo di parole nuove, il tramite per azioni culturali e educative che vadano costantemente ad arricchire il nostro modo di apprendere: un patrimonio culturale comune per bambini, famiglie, insegnanti, musicisti, artisti.