Questi ultimi anni sono stati caratterizzati da una riflessione su più piani legata alla progettazione educativa per alunni e alunne con disabilità e, in particolare, a una profonda revisione dello strumento principale di tale progettazione: il Piano educativo individualizzato (PEI).
Il Piano Educativo Individualizzato (PEI) è lo strumento programmatico mediante il quale viene descritto, progettato e organizzato un intervento didattico ed educativo individualizzato e multidimensionale sulla base del funzionamento dello studente e della studentessa con disabilità, per realizzare il diritto di istruzione e apprendimento (legge n. 104/1992).
Il decreto legislativo n. 66/2017 Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità dice che «l’inclusione scolastica è attuata attraverso la definizione e la condivisione del Piano Educativo Individualizzato (PEI) parte integrante del Progetto individuale». Il decreto legislativo n. 66/2017 e il successivo decreto correttivo n. 96/2019, nonché il decreto interministeriale 182/2020 Adozione del modello nazionale di piano educativo individualizzato e delle correlate linee guida, nonché modalità di assegnazione delle misure di sostegno agli alunni con disabilità, sottolineano la necessità di assunzione di una prospettiva bio-psico-sociale nella stesura del PEI, nonché a stabilire una forte alleanza in un’ottica di reale corresponsabilità educativa.
All’interno di questo panorama e di questi primi anni, caratterizzati da alterne vicende, di sperimentazione e progressiva attuazione del nuovo PEI possiamo individuare alcuni aspetti decisamente positivi e volti nella direzione di promuovere una sempre più ampia inclusione scolastica, ma anche aspetti che richiedono ancora particolare attenzione e lavoro da parte di tutti i soggetti coinvolti.
Tra gli aspetti positivi possiamo certamente citare:
- Il focus specifico sul MODELLO BIO-PSICO-SOCIALE ICF. Il PEI mette al centro il benessere e la partecipazione dell’alunno/a in tutte le sue accezioni: fisico, psicologico, sociale. Il funzionamento dell’alunno/a viene osservato da una prospettiva complessiva a 360 gradi, non focalizzandosi quindi unicamente sulla sua “disabilità”, ma sul suo funzionamento nei differenti contesti di vita.
- Il CONTESTO assume quindi una rilevanza centrale nel facilitare o ostacolare l’accesso all’apprendimento e alla partecipazione di ciascun alunno/a. Ha una grande importanza l’attenzione ai processi di facilitazione in un’ottica sempre più inclusiva e all’eliminazione delle barriere che creano ostacoli all’interno dei contesti.
- AUTODETERMINAZIONE e PROGETTO DI VITA-ADULTITÀ: gli/le alunni/e con disabilità della scuola secondaria possono partecipare direttamente al GLO e diventano finalmente protagonisti attivi del proprio PEI. Gli/le studenti/studentesse hanno il diritto di fare delle scelte autonome, possono parlare di se stessi e per se stessi (autorappresentanza), esprimere desideri, interessi, preferenze, ecc. avendo quindi anche il diritto di essere accolti, ascoltati e capiti. Questo contribuisce in maniera decisiva a guardare verso una prospettiva più ampia, verso un orizzonte che ne delinea il Progetto di vita adulta.
Tra gli aspetti che invece richiedono ancora un’attenzione particolare e uno sforzo attuativo ulteriore possiamo individuare:
- Il ritardo dell’ambito sanitario e, di conseguenza, delle UVM nell’adozione del PROFILO DI FUNZIONAMENTO su base ICF come documento propedeutico alla stesura del PEI. La sua adozione completerebbe infatti la prospettiva bio-psico-sociale e l’adozione di un modello-linguaggio comune tra le diverse professionalità che lavorano con l’alunno.
- È auspicabile che il GLO il nuovo Gruppo di Lavoro Operativo sull’inclusione, composto da consiglio di classe, dirigente scolastico, esperti esterni, genitori e studente/ssa stesso/a nella scuola secondaria di secondo grado, mantenga oltre al suo ruolo più “istituzionale” anche una dimensione fortemente pedagogico-didattica nella progettazione e stesura condivisa del PEI.
- Si auspica che il nuovo PEI contribuisca a eliminare definitivamente l’ancora troppo diffuso MECCANISMO DELLA DELEGA nell’elaborazione del PEI (al solo insegnante di sostegno o al massimo a qualche volenteroso collega) ma diventi invece reale strumento in grado di favorire la corresponsabilità educativo-didattica e la co-progettazione di tutto il team docente. Questo anche per far sì che le attività inserite nel PEI diventino sì occasione di personalizzazione dell’alunno/a con disabilità, ma al tempo stesso siano patrimonio di tutto il gruppo classe. Questo per assumere sempre più l’ottica di inclusione e partecipazione da parte di tutti gli alunni/e, nessuno/a escluso/a.