Il DOP, Disturbo Oppositivo Provocatorio, è un disturbo del comportamento, così come l’ADHD (Deficit di Attenzione e Iperattività), ma a differenza di quest’ultimo, che è inserito nella categoria dei disturbi dello sviluppo, il DOP è stato recentemente classificato come disturbo dirompente (insieme al Disturbo della condotta e al Disturbo di personalità antisociale).
Che cos'è il Disturbo Oppositivo Provocatorio
Si tratta di un disturbo che, con differenti gradi di severità, riguarda una percentuale significativa di soggetti in età scolare: mediamente 10 alunni ogni 100; emerge di solito precocemente, al punto che alcuni comportamenti già significativi possono essere notati prima dei cinque anni, anche se il periodo in cui il disturbo si manifesta in tutta la sua complessità è quello della scuola secondaria di primo grado. È in questa fase che, oltre alle difficoltà e alle sfide tipiche dell’età, si presentano in modo più evidente le disfunzioni dovute al disturbo e, in parallelo, la limitata capacità di instaurare e mantenere relazioni appaganti, fondamentali per il benessere individuale.
Esiste la possibilità che un alunno con DOP, se non correttamente monitorato, in presenza di avversità ambientali e di fattori di sviluppo sfavorevoli, aumenti la frequenza e l’intensità dei suoi comportamenti oppositivi a tal punto da aggravare il suo quadro clinico.
In questi casi si possono manifestare comportamenti assimilabili a una forma psicopatologica assai più grave, sia in termini di comportamenti che di esiti/conseguenze. È quindi fondamentale per gli insegnanti conoscere e riconoscere le principali manifestazioni del DOP e impostare tempestivamente interventi adeguati.
Le caratteristiche del Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP) individuate nel DSM-5.
Le principali caratteristiche del Disturbo sono state illustrate nel DSM-5, il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (APA, 2013), facendo riferimento a tre categorie ben distinte. All’interno di ogni categoria sono stati inseriti dei comportamenti chiaramente osservabili.
- Umore arrabbiato e irritabile
- si arrabbia;
- è suscettibile o facilmente irritato dagli altri;
- è arrabbiato e rancoroso.
- Comportamenti polemici e condotte di sfida
- litiga con le persone che rivestono ruoli di autorità o con gli adulti;
- sfida attivamente o rifiuta di rispettare le richieste o le regole degli adulti;
- irrita deliberatamente gli altri;
- accusa gli altri per i propri errori e per il proprio cattivo comportamento.
- Condotte vendicative
- assume atteggiamenti vendicativi o dispettosi.
Se questi sintomi riguardano alcuni dei vostri alunni, dovete sapere che non basta aver messo in atto uno di questi comportamenti per poter essere definiti alunni con DOP, perché questi agiti oppositivi devono essere presenti spesso, oltremisura e in maniera persistente.
DOP: è possibile prevenire?
La prevenzione del Disturbo Oppositivo Provocatorio e delle sue conseguenze psicopatologiche (come ad sempio il Disturbo della Condotta) si può mettere in campo in un modo sostanziale: l'attivazione precoce di interventi evidence-based che possano avere effetti positivi.
Da questo punto di vista il parent training attivato già in età pre-scolare può portare una riduzione dei sintomi oppositivi e migliorare la situazione, evitando peggioramenti.
Come riconoscere un alunno con DOP in classe
A scuola non è difficile individuare gli alunni che presentano spesso comportamenti oppositivi e che tendono a superare il limite: sono i ragazzi che si arrabbiano, litigano, sfidano, irritano, accusano e/o si dimostrano vendicativi non con un singolo insegnante, ma con gli adulti con cui entrano in relazione in più occasioni: durante una verifica, nel corso di un lavoro di gruppo o semplicemente quando vengono interpellati per essere coinvolti attivamente durante una lezione.
Le loro risposte negative oltremisura sono chiaramente distinguibili dalle reazioni negative di chi, sebbene dimostri un atteggiamento polemico o irritante, non supera mai i limiti. Si tratta di modalità disfunzionali che modificano sostanzialmente il clima di classe, creando gelo e imbarazzo nei compagni così come nel docente.
Non è oltremisura la reazione scocciata dell’alunno che sbuffa, borbotta e magari sussurra qualche insulto perché sorpreso da un docente a guardare il cellulare. È oltremisura invece la reazione del ragazzo che, nella stessa situazione appena descritta, lancia il cellulare in direzione dell'insegnante, lo apostrofa con un’offesa pesante, tira un calcio alla cattedra prima di allontanarsi dall’aula senza permesso In situazioni come queste notiamo la presenza non solo dei principali comportamenti associabili al DOP, ma anche di un certo livello di stress nell’individuo o in coloro che fanno parte del suo contesto sociale, che lo stesso DSM-5 considera elemento fondamentale per la diagnosi del disturbo.
Le conseguenze del DOP sul clima di classe
Condotte oppositive e provocatorie creano difficoltà sia ai giovani insegnanti poco esperti nella gestione della classe, sia ai docenti più maturi, poiché hanno un forte impatto negativo sul proprio senso di autoefficacia, sul clima della classe e, non ultimo, sulla possibilità di raggiungere gli obiettivi formativi previsti sia per il gruppo che per il singolo.
Non va però dimenticato che anche l’alunno DOP soffre per il suo disturbo: è soggetto a un livello di tensione fisica e psicologica molto alta, manifesta spesso una compromissione della propria capacità di adattamento a 360°, con ripercussioni non solo sul contesto scolastico ma, più in generale, sull’intera area della socialità.
Una delle conseguenze negative principali in presenza di DOP è proprio il rifiuto sociale, soprattutto il rifiuto dei pari. Gli alunni DOP non sono leader negativi, ma spesso sono allontanati dai compagni e tendono ad essere isolati a causa del loro disturbo.
Disturbo Oppositivo Provocatorio: come si può intervenire?
L’aspetto fondamentale è cercare di capire quale sia il trattamento più efficace, a seconda dei casi. Tra le strategie, la psicoterapia cognitivo-comportamentale rimane quella con maggiore evidenza di risultati positivi. Attraverso la terapia CBT (Terapia Cognitivo Comportamentale) si impara a cambiare il proprio comportamento, emozioni, pensieri che sono connessi a problemi di vita e che sono fonte di sofferenza; si aiuta la persona a imparare a gestire i conflitti personali.