Generare contesti per esserne parte

di Elena Mauri

Generare contesti per esserne parte

Il lavoro sociale respira nella comunità. È la comunità l’orizzonte politico e culturale del lavoro che, come cooperatori sociali, portiamo avanti a partire dalle progettualità dei servizi educativi per la disabilità gestiti dalla Cooperativa Sociale  “La Vecchia Quercia”.

Crediamo che le risorse per l’inclusione si trovino nei contesti e che il cuore del nostro lavoro sia generare reti di relazioni, mobilitando cooperazioni allargate. Il lavoro sociale è un lavoro che si fa con altri e che si concretizza nello spazio pubblico, dei beni comuni, per rendere possibili i diritti di tutti e ciascuno, per promuovere il rispetto della dignità e perché nessuno si senta schiacciato in situazioni di bisogno. Questo vale per i beneficiari diretti dei nostri servizi (adulti con disabilità), ma anche per le persone che abitano i contesti in cui i nostri servizi mettono radici.

Con la nostra partecipazione al Convegno vorremmo condividere con la comunità scientifica e con altri professionisti le modalità con le quali traduciamo tutto questo nelle nostre pratiche, facendo riferimento in particolare a tre contesti, in cui si sono costituite équipe di lavoro comunitarie sui generis, in quanto composte non solo dai nostri operatori socio-educativi e da una rete di volontari delle associazioni del territorio, ma anche da coloro che vengono tradizionalmente considerati “utenti” del nostro servizio:

1) “Portineria di quartiere” a Casatenovo (LC), dove ha sede uno dei nostri CSE. Presso lo spazio comunitario messo a disposizione e mantenuto sempre in fermento dall’Ass. “La Colombina”, abbiamo creato un contesto in cui i cittadini possono trovare accoglienza e supporto nei compiti di cura. Qui è attivo lo “Spazio Famiglie 0-3”, gestito da educatori professionali insieme a un gruppo di persone adulte con disabilità e rivolto (in forma gratuita) a neogenitori con figli nella fascia 0-3. Qui i neogenitori hanno la possibilità di non sentirsi schiacciati dai loro doveri, di trovare non solo professionisti educativi, ma anche altri caregiver con i quali confrontarsi rispetto alla cura dei figli, rivitalizzando i tessuti comunitari, e di entrare in relazione con il mondo della disabilità, scoprendone le risorse e non solo i limiti; qui le persone con disabilità hanno la possibilità di offrire un servizio alla comunità, riscoprendosi risorsa, rivelando parti di sé che possono entrare in sintonia con il mondo dell’infanzia attraverso esperienze di gioco; qui i professionisti educativi possono sperimentare quanto l’approccio di comunità non sia “un lavoro in più”, bensì un diverso modo di lavorare, che investe sulla conoscenza dei contesti e interagisce con la vita dei luoghi; qui i bambini possono giocare con materiali di recupero, che da materiali di scarto prodotto nelle aziende del territorio prendono nuova vita e si trasformano in prezioso materiale di gioco, promuovendo anche un approccio ricorsivo alla questione ecologica declinata pedagogicamente, dove alla sostenibilità ambientale si aggiunge la sostenibilità educativa, che configura scelte che richiamano l’elaborazione del concetto di cittadinanza e l’esercizio di una responsabilità condivisa. In continuità con questa visione, è attivo anche uno sportello in cui le famiglie possono donare e ricevere capi di abbigliamento e articoli per bambini 0-12 anni, promuovendo una cultura del riuso e del riciclo, oltre che di supporto alla comunità.

2) “Portineria di frazione” a Bevera (LC). Qui il nostro lavoro con la comunità assume una natura differente, in continuità con le caratteristiche del contesto. Qui, all’interno di una casa parrocchiale, si trova uno degli appartamenti in cui gli adulti con disabilità si sperimentano nelle autonomie domestiche. Qui abbiamo “casa”, ma cerchiamo anche di essere Casa per gli altri, prendendoci cura del luogo, occupandoci della pulizia e della manutenzione degli spazi dove la comunità pastorale svolge le proprie attività e sostenendo l’attività del negozio di articoli religiosi e regalo, realizzati direttamente all’interno dei laboratori manuali svolti nei nostri servizi.

3) Animazione sociale di viale Turati. Nella città di Lecco, sul viale Turati risiedono molte delle persone che frequentano i nostri servizi per la disabilità. Promuovendo la visione di essi come cittadini, è nato il desiderio di valorizzare la loro presenza sul territorio e di significarla in modo nuovo. È iniziato tutto con la coltivazione dell’orto della parrocchia dei frati Cappuccini, il cui raccolto viene portato al banco alimentare della San Vincenzo. Successivamente le persone con disabilità e i loro educatori hanno intercettato molteplici bisogni della comunità locale allargata e, a partire da essi, hanno iniziato ad occuparsi di: sviluppare laboratori artistici e artigianali presso le scuole, in collaborazione con altre associazioni culturali del territorio; prendersi cura della biblioteca scolastica; sviluppare attività di utilità sociale per gli anziani del territorio all’interno del bar del Circolo Acli.

Al convegno vorremmo portare direttamente i vissuti delle persone che vivono e animano questi tre contesti, restituendo loro parola attraverso le loro narrazioni scritte.

A partire da questi racconti, sarà possibile riflettere sul valore che può avere fondare le pratiche educative su un assunto fondamentale: il lavoro è sociale nella misura in cui sa abitare i territori, non per sostituirsi alle politiche locali, ma per lavorare con i mondi vitali delle persone, mobilitando cooperazioni e corresponsabilità, e per contribuire fattivamente alla costruzione di un welfare generativo di comunità. In questa cornice cadono le categorie di “utente” o “beneficiario” dei servizi educativi, si assottigliano le distinzioni tra persona con disabilità e persona senza disabilità, riconoscendosi tutti nell’essere cittadini che animano i contesti, mettendo al lavoro le proprie risorse e competenze e agendo tutti come  cooperatori sociali.

Elena Mauri

Educatrice professionale e pedagogista, Cooperativa Sociale per il Territorio "La vecchia quercia"
elena.mauri@cooplvq.org

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