Facciamo un po’ di chiarezza sull’ADHD

Che cos’è, che caratteristiche ha e chi colpisce il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD)

Facciamo un po’ di chiarezza sull’ADHD

L’ADHD è un disturbo del neurosviluppo, di natura congenita e a eziologia multifattoriale (genetica, neurobiochimica, anatomica, ambientale), che esordisce entro i 12 anni di età e colpisce più i maschi che le femmine (per questo motivo, nel libro si è scelto di parlare per convenzione dell’alunno con ADHD al maschile). L’incidenza è di circa 3-4 casi ogni 100 bambini.

Il livello cognitivo è variabile, come nella popolazione generale, ma i bambini con ADHD sono più a rischio di presentare disturbi di apprendimento, disturbi del comportamento (Disturbo Oppositivo- Provocatorio, DOP), disturbi di umore e ansia: le cosiddette «comorbidità» che rendono il quadro clinico più severo.

L’ADHD ha precise caratteristiche che vanno riconosciute e che possono essere più o meno accentuate all’interno del disturbo. Esse sono:

IPERATTIVITÀ: i bambini iperattivi sono sempre in movimento. Fanno fatica a stare zitti e a stare fermi. Sono molto vivaci. Hanno bisogno di essere impegnati in attività (soprattutto fisiche) stimolanti, nuove, divertenti, eccitanti. L’iperattività determina problemi di comportamento. Il problema non è tanto la vivacità in sé, quanto la vivacità spesso eccessiva che li rende ingestibili.

IMPULSIVITÀ: i bambini impulsivi sono dirompenti, vulcanici, impazienti, avventurosi, amanti del rischio, esagerati nell’agire e nel reagire, a volte persino prepotenti. L’impulsività determina problemi di interazione sociale.

DISATTENZIONE: i bambini disattenti sono un po’ persi nei loro pensieri, sono distratti, disorganizzati, disordinati e inconcludenti. La disattenzione determina problemi di rendimento scolastico. La caratteristica comune è l’intolleranza alla noia.

Tipicamente il bambino con ADHD si stufa quando gli viene proposta un’attività e:

  • non sa cosa fare
  • non la sa fare
  • non gli piace
  • non trova il senso
  • non sa quanto dura
  • non sa perché la deve fare.

Sta a voi insegnanti, in classe, guidarli con autorevolezza e amorevolezza nel mondo della scuola, dell’apprendimento e della convivenza con i compagni.