Si dice che imparare una nuova lingua sia come vestire i panni di qualcun altro, immaginare per il tempo di una frase di vivere in un’altra parte del mondo, sporgersi dalla finestra e vedere un nuovo panorama.
Ma se qualcuno ci dicesse che nello stesso tempo di una frase potremmo viaggiare cinque volte più lontano, la prospettiva non ci alletterebbe? Questa è la sensazione che si ha durante un laboratorio di intercomprensione di lingue romanze.
Al di là della suggestione, la ricerca scientifica spiega il successo di quest’approccio all’apprendimento delle lingue riassumendolo in due parole: parentela linguistica. In questo articolo spieghiamo perché, appoggiandosi sulla fitta trama di corrispondenze che esistono tra lingue genealogicamente imparentate, l’intercomprensione permette di aprire il nostro orizzonte ad un maggior numero di lingue nello stesso tempo di un corso tradizionale.
Cos’è l’intercomprensione?
Diversamente dagli approcci di insegnamento tradizionale, che puntano allo sviluppo delle quattro abilità di base (comprensione e produzione scritta e orale) in una singola lingua specifica, nell’intercomprensione gli studenti si concentrano sulla comprensione simultanea di un gruppo più ampio di lingue imparentate fra di loro, ad esempio le lingue romanze (Bonvino, 2010).
Quest’approccio si fonda sul presupposto teorico e alquanto intuitivo che, ad esempio, un parlante di lingua spagnola possa capire cosa recita un testo scritto in francese o il testo di una canzone italiana senza essere necessariamente in grado di saper parlare o di saper scrivere in queste due lingue. L’approccio intercomprensivo parte proprio da un’abilità linguistica spontanea e la potenzia grazie allo studio delle corrispondenze che esistono tra lingue imparentate geneticamente a livello lessicale, morfologico e sintattico.
Un esempio? Proviamo con il catalano (Bonvino et al., 2011, p. 257):
L’emblemàtic edifici groc seu de l’Orquestra Filharmònica de Berlín, situat al cor del Berlín reunificat, prop de la Postdamer Platz i el Tiergarten, considerat l’auditori amb millor acústica del món, es va incendiar ahir al migdia mentre una sala acollia un concert de cambra i l’altra l’assaig de Claudio Abbado al capdavant de l’Orquestra de Baviera i el cor juvenil.
In un laboratorio di intercomprensione allo studente viene chiesto di ricostruire, in primo luogo, il senso generale del testo e solo in seguito di individuare, da una parte, le parole che sono trasparenti con le lingue a lui più familiari e, dall’altra, le parole che sono invece opache e che ne ostacolano la comprensione. In questo caso il docente fornirà degli strumenti linguistici più raffinati che permettano allo studente di ritrovare in un’espressione catalana opaca come prop de locuzioni simili in altre lingue romanze come, ad esempio, près de, in francese o perto de, in portoghese. L’affinità di significato tra tutte queste espressioni metteranno lo studente sulla buona strada, portandolo ad individuare nell’espressione italiana prossimo a (quindi vicino a), l’equivalente in lingua materna dell’espressione iniziale.
Cosa si impara con l’intercomprensione che non si impara tramite gli approcci tradizionali?
Da quest’esempio risulta chiaro come l’intercomprensione offra un approccio plurilingue di risoluzione dei task linguistici. In altre parole, gli studenti sono portati a sfruttare tutte le lingue del loro repertorio per accedere al significato del testo in lingua straniera. Il transfer da altre lingue, diversamente da quel che accade in un corso tradizionale di lingua, non è elemento di disturbo, bensì strumento di ampliamento, chiave di volta (Jamet, 2009; Berthele e Lambelet, 2009). Le lingue sono messe in comunicazione tra di loro e le loro somiglianze portano gli studenti alla sorprendente scoperta di comprendere molto di più e in molte più lingue di quanto non credessero possibile.
Per concludere
L’intercomprensione, oltre a rappresentare un approccio alternativo di insegnamento, rimette in prospettiva alcuni dei principi intrinseci all’apprendimento linguistico quali l’importanza delle conoscenze metalinguistiche e l’importanza di (ri-)mettere in comunicazione il repertorio di conoscenze dell’apprendente piuttosto che di frammentarlo.
In conclusione, se qualcuno vi dicesse che, nello stesso tempo di un corso tradizionale, potreste imparare a comprendere cinque lingue diverse invece che a parlarne una sola, cosa scegliereste?
Riferimenti bibliografici
Berthele R. e Lambelet A., 2009, “Approche empirique de l’intercompréhension: répertoires, processus et résultats”, in Lidil, 39, pp. 151-162.
Bonvino E., 2010, “Intercomprensione. Percorsi di apprendimento/insegnamento simultaneo di portoghese, spagnolo, catalano, italiano e francese”, in Mezzadri M. (a cura di), Le lingue dell’educazione in un mondo senza frontiere, Perugia, Guerra Edizioni.
Bonvino E., Caddéo S., Vilaginés, E., Puppa S., 2011, EuRom5. Ler e compreender 5 línguas românicas, Leer y entender 5 lengua románicas, Llegir i entendre 5 llengües romàniques, Leggere e capire 5 lingue romanze, Lire et comprendre 5 langues romanes. SGEL, la maison du Dictionnaire, Editore Ulrico Hoepli, Milano: http://www.eurom5.com
Jamet M.J., 2009, “Contacts entre langues apparentées: les transferts négatifs et positifs d’apprenants italophones en français”, in Synergies Italie, 5, pp. 49-59.