Cosa si può fare con un bambino con autismo?

I principi-guida su cui dovrebbe basarsi l’intervento educativo nell’autismo e l’importanza dell’individualizzazione dell’intervento in base alle caratteristiche del bambino

Cosa si può fare con un bambino con autismo?

Non esiste ancora l’intervento abilitativo che risponda alla complessità dell’autismo. La pervasività del disordine, la molteplicità dei quadri clinici e la cronicità del disturbo richiedono l’integrazione di vari metodi in un approccio multidisciplinare: il programma abilitativo deve necessariamente essere individualizzato sulle caratteristiche di ciascun bambino, in base al livello cognitivo, all’età, al funzionamento neuropsicologico, alle abilità presenti e potenziali e, non da ultimo, ai bisogni espressi dalla famiglia.

Il modello di intervento abilitativo al momento più validato dalla letteratura internazionale è quello psicoeducativo con approccio cognitivo-comportamentale.

Il programma di intervento viene stabilito dai servizi specializzati, dagli insegnanti e educatori, in accordo con la famiglia, in relazione alle caratteristiche peculiari del singolo bambino: è auspicabile la piena collaborazione degli operatori del territorio, degli insegnanti e degli educatori per integrare il programma specifico con le attività di insegnamento-apprendimento previste per il gruppo classe attraverso l’utilizzo di metodologie e strategie tipiche di integrazione (ad esempio, apprendimento cooperativo, tutoring, metodologie attive, riorganizzazione degli spazi e dei tempi, ecc.).

I principi guida per l’intervento nell’autismo

L’intervento deve essere individualizzato, basato sui punti di forza e di debolezza della persona, individuati attraverso una valutazione accurata del profilo di sviluppo realizzata dal Centro di competenza.

  • Le strategie di intervento devono essere basate sulle abilità e sugli interessi della persona: partendo dagli interessi specifici di ogni bambino è possibile infatti proporre nuovi apprendimenti che gli possano essere utili nel vivere quotidiano.
  • È necessario che tutti gli operatori conoscano in maniera approfondita le caratteristiche dell’autismo ma anche quelle dello sviluppo tipico.
  • È necessario individuare obiettivi a breve, medio e lungo termine, che siano fruibili nella vita quotidiana del bambino, tenendo presente che, in generale, la finalità di un progetto psico-educativo deve essere quella di favorire l’adattamento del soggetto al suo ambiente naturale e di garantire una soddisfacente qualità della vita al bambino/ragazzo e alla sua famiglia. Perciò sarà necessario prevedere, accanto ad attività di tipo cognitivo, lavori specifici sulla comunicazione (utilizzo funzionale di strategie convenzionali o alternative per la comunicazione sia in comprensione che in produzione), sulle abilità sociali e sulla gestione/organizzazione autonoma del proprio tempo libero.
  • È fortemente consigliato l’utilizzo di pratiche supportate da evidenze scientifiche di efficacia.
  • È fondamentale che vi siano coerenza e collaborazione tra tutte le persone (operatori e famiglia) che si occupano del bambino.