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Non tutti (e tutte) leggono allo stesso modo. Ma questo cosa significa? La capacità di leggere in modo corretto e fluente può essere messa in discussione dalle persone dislessiche, per le quali - infatti - leggere non è un processo naturale, ma è difficile, lento e frustrante. La dislessia, però, non è una malattia: è un Disturbo Specifico dell'Apprendimento (DSA) che può interessare grandi e piccini allo stesso modo.
Quindi, come legge una persona dislessica?
Nel suo libro Dislessia – Cosa fare (e non) l’autore, Filippo Barbera, spiega come legge una persona dislessica. I modelli che analizzano il processo di lettura sono diversi, uno dei più noti è il modello a due vie di Harris e Coltheart. Gli studiosi hanno individuato nel processo di lettura due distinti percorsi di elaborazione dell’informazione:
- la “via fonologica” → ogni segno grafico viene trasformato nel suono a cui corrisponde (una via che permette di leggere parole nuove, regolari o inesistenti);
- la “via diretta” → la parola viene riconosciuta immediatamente dal suo aspetto visivo (una via che permettere di leggere le parole già note)
Cosa succede nel nostro cervello quando leggiamo?
Quando iniziamo a leggere il nostro cervello si mette in moto, comincia a lavorare per fare in modo che il testo scritto diventi comprensibile. Una parte del cervello ha il compito di riconoscere le lettere, un’altra invece collega quelle lettere ai suoni, e per finire un’altra combina lettere e suoni per formare le parole e associare un significato. È un processo che coinvolge tante piccole parti e avviene in modo veloce e automatico, tanto che quando leggiamo quasi non ci rendiamo conto che questo avviene.
Per le persone dislessiche, però, questo meccanismo funziona diversamente: le aree del cervello che si occupano della lettura faticano a lavorare in sincronia, per questo leggere richiede un impegno maggiore. Le parole non scorrono fluidamente, e ogni lettera non viene associata ad un suono e poi ad un significato automaticamente, ma questa associazione – così naturale per alcuni, ma difficile per altri – è una vera e propria sfida quotidiana.
Alcune difficoltà di lettura
- Le lettere simili
Le persone dislessiche spesso confondono lettere che hanno forme simili, come la "b" e la "d", o la "p" e la "q", e questo rende difficile comprendere subito quale fra le due lettere si sta leggendo. A volte, anche lettere che non sono graficamente simili, come la "m" e la "n", possono creare problemi, perché il cervello fatica a distinguerle chiaramente.
- Riconoscere le parole
Riconoscere le parole a colpo d'occhio non è scontato! Spesso le persone dislessiche devono "decifrare" ogni singola parola studiando lettera per lettera, un po’ come quando si impara a leggere da piccoli. Questo rende la lettura molto lenta e faticosa, spesso “spezzata” perché ci si ferma frequentemente per cercare di decifrare il significato delle parole. Questo può rendere difficile seguire il filo di un discorso o di una storia avendo conseguenze anche sulla memoria: non è strano che ci si possa dimenticare il significato di ciò che si è appena letto!
- Le parole astratte sembrano sparire
Solitamente le persone dislessiche ragionano per immagini, e questo rende più difficile la comprensione dei concetti astratti. Ciò che accade nel cervello di una persona dislessica quando incontra in un testo una parola astratta è che la parola astratta automaticamente sparisce, viene facilmente bypassata. Questo accade ogni volta che una parola astratta appare nel testo, ma anche in presenza di congiunzioni, preposizioni e articoli che in un certo qual modo rappresentano concetti astratti perché non possono essere collegati con facilità ad un’immagine.
- Comprendere il significato del testo
Uno dei problemi che le persone dislessiche riscontrano giornalmente è comprendere il significato del testo che stanno leggendo. Questo accade perché tutta la concentrazione è posta sul decifrare le lettere e le parole, molta meno nel seguire il contenuto; è come se il proprio cervello fosse impegnato in toto in un’attività (decodificare il testo) e non ci fosse spazio per pensare al significato complessivo.
- I suoni delle parole
Un'altra difficoltà comune tra le persone dislessiche è quella di associare in modo corretto le lettere ai suoni che rappresentano. Questo aspetto della dislessia è chiamato "difficoltà fonologica": ad esempio, non sempre una persona dislessica è in grado di comprendere che la parola "cane" è composta dai suoni "ca", "ne", anche se riconosce le lettere singolarmente. Leggere ad alta voce o riconoscere parole che non si conoscono risulta sempre più difficile.
Esempi pratici di come può apparire il testo
Proviamo ad immedesimarci in una persona dislessica e cerchiamo di capire in che modo, nella pratica, il testo scritto può apparire in modo confuso. Alcune persone descrivono la loro esperienza suggerendo che è come se le parole o le lettere si muovessero sulla pagina o si mescolassero tra loro.
Ad esempio:
- La parola "gatto" diventa "gatot", oppure "tagto";
- Le lettere si scambiano di posto, quindi una semplice frase come "Il cane corre" potrebbe essere letta come "Il ncae core".
Sei curioso/a di sapere nella pratica come legge una persona dislessica? Prova a rileggere questo articolo scritto in una versione differente e mettiti alla prova.
Tipologia di errori nella dislessia
Errori | Tipologia | Esempio |
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Fonologici Sono i più gravi; manca il rispetto del rapporto fonema-grafema |
Sostituzione di lettere fonologicamente simili (f/v, p/b, c/g, t/d, r/l) | «fento» per «vento» «tono» per «dono» |
Omissione e/o aggiunta di lettere o sillabe | «fuco» per «fuoco» «saradina» per «sardina» |
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Inversioni | «li» per «il» «tradi» per «tardi» |
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Grafemi inesatti (chi, che, ghi, ghe, gli, gn, sci, sce) | «pese» per «pesce» «magi» per «maghi» |
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Ortografici (non fonologici) Coinvolgono la rappresentazione ortografica della parola, senza compromissione del rapporto tra fonema e grafema |
Separazioni illecite | «in dietro» per «indietro» |
Fusioni illecite | «cisono» per «ci sono» «nonè» per «non è» |
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Scambio di grafema omofono non omografo | «licuore» per «liquore» «squola» per «scuola» |
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Omissione o aggiunta di h | «anno» per «hanno» |
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Fonetici Indicano difficoltà nella percezione della durata o dell’intensità del suono |
Omissione/aggiunta di accenti | «perche» per «perché» «ando» per «andò» |
Omissione/aggiunta di doppia | «picolo» per «piccolo» «pala» per «palla» |
Tipologie di errori più comuni nella dislessia
Filippo Barbera, Dislessia – Cosa fare (e non)