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Raccontare storie è un elemento fondamentale per stabilire connessioni umane e influenzare le emozioni individuali. La narrazione consente di recuperare la capacità di esprimere le proprie emozioni e di raccontarle ed è uno strumento di conoscenza e costruzione del Sé, un mezzo attraverso cui riflettere, riorganizzare e attribuire un significato agli eventi della propria esistenza.
Perché parlare del metodo Montessori tramite le storie?
Perché l’atto del narrare è parte integrante della nostra vita e ci permette di comunicare direttamente con la sfera emotiva di chi legge e di chi ascolta. Le storie aiutano a immedesimarsi, a coinvolgersi, traendo spunto e stimoli per la propria quotidianità. Le storie, se lette in solitudine o assieme ad altri, creano benessere e, nelle persone anziane, rimandano a tradizioni culturali a cui si era abituati.
Esistono già storie Montessori per l’infanzia che aiutano i genitori e gli educatori a stabilire relazioni più adeguate aiutando anche gli stessi protagonisti delle storie, ossia i bambini e le bambine, a riflettere e a seguire alcuni importanti principi tramite le illustrazioni. Perché non farlo anche per la persona anziana fragile?
Da dove iniziare per scrivere una storia ispirata ai principi di Maria Montessori
Scrivere storie per la terza età ispirate ai principi montessoriani richiede la conoscenza sia degli insegnamenti di Maria Montessori, sia della persona anziana fragile, intendendo con questo tutto ciò che riguarda gli aspetti legati alla demenza e alle diverse modalità espressive/comunicative associate ad essa.
Un elemento fondamentale per comprendere, narrare e rendere protagonisti gli altri è l’osservazione cercando di capire, dal comportamento, cosa la persona pensa o sta esprimendo. Ovviamente l’interazione che poi deve avvenire con la persona può promuovere l’approfondimento di ciò che si è osservato, scrivendo insieme all’altro la biografia che dovrà essere caratterizzata dalla relazione che si stabilisce in quel contesto e dalla sua storia pregressa.
Possiamo delineare alcuni aspetti propedeutici che possono portare alla costruzione di una storia permettendo di sviluppare una relazione non scontata:
- osservazione/interazione/ascolto;
- raccolta della biografia/storia di vita della persona anziana;
- racconto/frammenti della storia narrata dalla persona anziana in qualsiasi modalità essa si esprima (tenendo nota/traccia);
- individuazione del principio individuazione del principio montessoriano che traduce e dà voce alla necessità espressa dalla persona.
Quali sono gli ingredienti narrativi da tenere presente?
Gli ingredienti narrativi da tenere presente sono:
- idea iniziale come incipit;
- principio montessoriano che la ispira tenendo conto dei tre elementi principali montessoriani: ambiente, materiale e relazione;
- contesto nel quale è ambientata;
- descrizione della protagonista/del protagonista;
- descrizione del comportamento;
- descrizione dello stato d’animo;
- esprimere come si è raggiunta la sua autonomia e la sua autodeterminazione;
- altri personaggi e loro descrizione;
- sviluppo graduale (dal particolare al generale);
- valutare se svolgerlo in presa diretta tramite dialoghi o indiretta in terza persona.
Come tradurre gli ingredienti narrativi in una storia?
Possiamo quindi tradurre tali ingredienti narrativi per costruire una storia facendo riferimento a quattro elementi:
- il principio montessoriano (elementi della pedagogia montessoriana da cui partire);
- la manifestazione (il bisogno che la persona porta nel contesto);
- il punto di vista e il protagonismo della persona (la diversa lettura e la possibilità di poterla esprimere);
- la risoluzione (gli interventi relazionali e le proposte attivate).
Le storie diventano strumento educativo anche tramite l’attenzione al linguaggio che utilizzano. Non si tratta semplicemente di raccontare una storia per dare voce o mostrare/descrivere qualcuno ma si devono esprimere una sensibilità e una attenzione profonda verso quella persona.
Le storie devono contenere elementi di originalità, anche inconsueti rispetto alle idee preconcette che si hanno sulla persona anziana fragile. Infatti, la fragilità di cui si deve parlare non fa riferimento alla difficoltà espressa o portata dalla persona ma alla necessità di trattarla con cura, mettendo in atto modalità e passi adeguati. Le storie devono evidenziarlo senza mai scadere in modalità compassionevoli permettendo invece a ogni modalità comunicativa di esprimersi.