“Ci vediamo tra due ore”: la Linguistica Cognitiva e la comprensione del linguaggio

Perché nella nostra lingua si parla di "distanza temporale"?

“Ci vediamo tra due ore”: la Linguistica Cognitiva e la comprensione del linguaggio

Ci avete mai pensato? La frase “Ci vediamo tra due ore per un caffè?”, detta causalmente a un amico per darsi un appuntamento, potrebbe essere letta in senso letterale, e ciò ci porterebbe a immaginare il tempo come uno spazio da attraversare fisicamente, in un percorso che ci condurrà al nostro obiettivo – in questo caso, raggiungere quel momento in cui potremo bere un caffè in compagnia. Insomma, se iniziassimo a leggere tutto in senso letterale, una frase come “ci vediamo tra due ore” suonerebbe come “ci vediamo tra due chilometri”.

Per quale motivo, nella nostra lingua e in molte altre, si parla di “distanza temporale”? Perché, quando pensiamo a un ricordo, diciamo di “ritornare con la mente a quel momento”?

La Linguistica Cognitiva

Per aiutarci a dare una risposta a queste domande arriva in nostro soccorso la Linguistica Cognitiva. Si tratta di una prospettiva teorica fondata negli anni ’80 da George Lakoff e Mark Johnson che sostiene che le facoltà del linguaggio non sono separate dalle altre capacità cognitive e percettive umane. In altre parole, il significato linguistico non è semplicemente un insieme di regole grammaticali o di associazioni di segni e significati, ma emerge dalla nostra esperienza corporea nel e col mondo. Quindi la risposta è chiara: il tempo, concetto astratto e difficile da misurare, è concettualizzato come uno spazio, che è un concetto familiare (l’essere umano cammina, si sposta e attraversa lo spazio da decine di migliaia di anni), tangibile e misurabile.

La mente, il corpo e le metafore

Si evidenzia così una connessione tra mente e corpo: anzi, si può parlare di “mente incarnata”, o embodied. Ciò implica che la mente sia condizionata sia dalle dimensioni fisiche del cervello che dalla dimensione corporea in generale e dalle leggi del mondo circostante, come ad esempio la forza di gravità. La profonda relazione tra linguaggio, mente e mondo, secondo Lakoff e Johnson, è quindi arbitraria, e visibile nel fenomeno linguistico della metafora concettuale, o conceptual metaphor. Così come nell’esempio precedente il tempo è spazio, in cui il tempo assume le caratteristiche dello spazio (come la distanza misurabile e percorribile, la direzionalità tra futuro-avanti e passato-indietro), anche tantissimi altri concetti più astratti vengono concettualizzati nel linguaggio attraverso l’esperienza concreta. Allora, il bene è su (“Mi sento al settimo cielo”), il male è giù (“Sono giù di morale”); il litigio verbale è guerra (“Le tue parole mi hanno ferito”), così come lo è l’amore (“L’ho conquistata con un bacio”). Dunque, in questa prospettiva, la predisposizione dell’essere umano all’apprendimento del linguaggio deriva da altre facoltà cognitive precedenti, e si inserisce nel più ampio contesto delle capacità cognitive umane. Non si parte da una tabula rasa nel processo di acquisizione linguistica; piuttosto, questo processo fa parte dello sviluppo fisico, cognitivo, sociale e culturale dell'apprendente linguistico. Riflette quindi una predisposizione innata a imparare il linguaggio, probabilmente derivante dalla specializzazione e dall'adattamento per il linguaggio di strutture e abilità più fondamentali e generali.

Le metafore concettuali nei testi letterari

La Linguistica Cognitiva e la Teoria della Metafora Concettuale possono essere ritenute uno strumento valido nel campo dell’insegnamento e apprendimento linguistico: non solo possono chiarire i famosi “perché” degli studenti quando si trovano ad affrontare regole grammaticali ed espressioni apparentemente astratte e lontane, ma possono anche essere di aiuto per leggere, analizzare e comprendere testi letterari che una cultura ha prodotto attraverso il proprio linguaggio, e quindi attraverso il proprio modo di percepire il mondo circostante. È stata proprio questa la premessa per il mio elaborato di tesi, dal titolo “‘It was always in her’: Conceptual Metaphor Theory and Gender Construal in Jane Eyre”. In questo lavoro, la Linguistica Cognitiva è presentata come il veicolo attraverso cui elaborare l’indagine e l’analisi delle espressioni metaforiche (e delle corrispondenti metafore concettuali) utilizzate da Charlotte Brontë nel suo romanzo più celebre per rendere concreta la costruzione di genere dei protagonisti. L’analisi ha rivelato che nel romanzo donna e uomo vengono concettualizzati come oggetto, animale, contenitore (soprattutto di emozioni e sentimenti), e che i rapporti con se stessi e tra loro si giocano su un delicato equilibrio di guerra e di regolazione della temperatura corporea, in cui due fuochi si lacerano fino a raggiungere lo stesso grado di calore. Tutto nella narrazione porta a pensare che la protagonista Jane si arrenda al matrimonio con Rochester, rinunciando alla sua indipendenza, ma le metafore concettuali ci rivelano che si tratta solo di un’apparenza. I concetti che all'inizio della narrazione sono principalmente legati alla donna vengono successivamente collegati all’uomo: ovvero, gli attributi iniziali di Jane vengono più tardi condivisi da Rochester, mentre la loro disuguaglianza di genere svanisce verso la fine del romanzo, realizzandosi nel culmine dell’unione totale.

Il potenziale didattico della Linguistica Cognitiva

Se la Linguistica Cognitiva, quindi, può essere di grande utilità alla comprensione profonda del linguaggio e dei testi che gli apprendenti si trovano a fronteggiare, può anche avere un risvolto applicativo nella pratica in classe. Potrebbe ad esempio aiutare gli studenti a collegare i diversi modi che le lingue hanno di concettualizzare i fenomeni del reale; inoltre potrebbe essere considerata al fine di rendere i testi più accessibili, o per leggerli e discuterne attraverso una prospettiva diversa; potrebbe infine favorire l'autonomia degli studenti attraverso esercizi pratici (ad esempio, esplorando il testo alla ricerca di espressioni metaforiche). Benché l'implementazione della Linguistica Cognitiva in classe richieda un impegno notevole da parte degli insegnanti e degli studenti, i potenziali benefici derivanti dall'integrazione di questa prospettiva teorica nell'insegnamento linguistico potrebbero essere sorprendenti: attraverso un approccio pratico, gli studenti potrebbero non solo migliorare la loro comprensione del linguaggio, ma anche sviluppare competenze critiche e creative nel processo di apprendimento, trasformando l'esperienza educativa in un viaggio arricchente e stimolante alla scoperta del potenziale profondo del linguaggio umano.

Bibliografia

  • LAKOFF, GEORGE and JOHNSON, MARK, 1980, Metaphors We Live By, University of Chicago Press, Chicago.
  • GAETA, LIVIO and LURAGHI, SILVIA, 2016, Introduzione alla Linguistica Cognitiva, Carocci, Roma, p. 22.
  • LANGACKER R. W. (1999), Grammar and Conceptualization, Mouton de Gruyter, BerlinNewYork, p. 26.
  • ZARE, BONNIE, 1993, “Jane Eyre’s Excruciating Ending”, CLA Journal 37 (2), pp. 204-220. https://www.jstor.org/stable/44322560