Amnesty International considera il bullismo una violazione dei diritti umani in quanto lede la dignità di chi lo subisce ed è contrario a principi fondamentali quali l’inclusione, la partecipazione e la non discriminazione.
L’articolo 2 della Dichiarazione universale dei diritti umani afferma che tutti e tutte devono poter usufruire dei diritti e delle libertà enunciati nella Dichiarazione «senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione». La possibilità di godere dei propri diritti senza discriminazione è uno dei principi fondamentali alla base del diritto internazionale e appare in quasi tutti i più importanti strumenti giuridici in materia di diritti umani.
Sono molte le violazioni dei diritti umani che può generare il fenomeno del bullismo. Una persona che è stata vittima di bullismo durante l’infanzia o l’adolescenza da adulta può presentare gravi problemi di salute come attacchi d’ansia, depressione, perdita di autostima, disturbi del sonno, isolamento, paura di uscire di casa e somatizzazioni dovute alla condizione di stress. La mancata denuncia di episodi di bullismo, inoltre, può generare negli studenti un senso di sconforto e di abbandono che può influire in maniera negativa nel loro rapporto con l’istituzione scolastica.
Ogni ragazzo deve poter andare a scuola al sicuro e senza sentirsi oppresso e umiliato, ma bisogna prendere in considerazione anche l’atteggiamento generale della società verso la violenza e l’oppressione, perché la salvaguardia sia non solo verso le vittime ma anche verso i bulli (possibili futuri criminali per i loro comportamenti antisociali), che hanno bisogno di aiuto, per capire le ragioni del loro comportamento e come imparare a cambiarlo. I meccanismi sono complessi e le cause diverse per ogni situazione, ma sia la vittima che il bullo devono comprendere il fenomeno in cui sono coinvolti, così da essere parte della soluzione.
Stereotipi, pregiudizi e discriminazione
Statisticamente a subire atti di bullismo sono per lo più ragazze e ragazzi disabili, stranieri, appartenenti a minoranze etniche o che si identificano (o vengono percepiti) come lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (LGBTQ+). La discriminazione si genera e alimenta grazie agli stereotipi e ai pregiudizi presenti nella nostra società e spesso è la radice su cui poi si sviluppa il bullismo. Per questo è importante promuovere nelle scuole di ogni ordine e grado percorsi educativi che stimolino la riflessione sul legame tra il bullismo e la discriminazione, incoraggino la creazione di un ambiente scolastico sicuro e spingano i giovani a promuovere azioni concrete di prevenzione e contrasto dentro e fuori le scuole.