Anche nel delicato ambito della tutela minori è possibile – e doveroso – sperimentare interventi che prendano le distanze da approcci tecnicistici e centrati sugli esperti, ma che valorizzino il sapere esperienziale delle famiglie, dei bambini e dei ragazzi, che possano promuovere il loro coinvolgimento attivo nei percorsi di aiuto.
La partecipazione delle famiglie è utile anche per gli operatori, perché in questo modo sono aiutati ad aiutare e possono costruire percorsi più efficaci e più a misura di bambini e famiglie. Il Relational Social Work ci viene in aiuto perché ci permette, anche in condizioni di difficoltà, di valorizzare e far emergere ciò che c’è di buono, quello che può funzionare.
Nel video l’intervento di Camilla Landi del Centro di Ricerca Relational Social Work dell’Università Cattolica di Milano.