“La pesca”, la campagna pubblicitaria di Esselunga, ha rapidamente fatto il giro del web, suscitando una vasta gamma di commenti. Uno spot che non solo ha catturato l'attenzione e fatto discutere molti utenti, ma ha altresì diviso e polarizzato le opinioni di numerose persone. La campagna mette in scena uno spaccato familiare dove i due genitori non sono più insieme, mostrando e raccontando il punto di vista di una bambina.
Partendo dai commenti e dalle discussioni sviluppate online e sui media, ne abbiamo parlato con Duccio Baroni, psicologo e psicoterapeuta, docente presso la scuola di psicoterapia dell’Istituto di Psicologia e Psicoterapia Comportamentale e Cognitiva (IPSICO) di Firenze. Membro della Società Italiana di Schema Therapy (SIST). Insieme al professor Baroni, autore del volume ”L'arte di riparare un cuore. Superare la fine di un amore e tornare a vivere felici” abbiamo cercato di fare il punto sulle domande, le preoccupazioni e gli interessi maggiormente manifestati dalla comunità online.
Professor Baroni, lo spot può creare delle false aspettative nei bambini che lo guardano?
I bambini formano le proprie aspettative basandosi su una pluralità di fonti. Gli spot, i film, le storie, finanche i discorsi degli adulti, sono interpretati in modo unico da ciascun bambino alla luce del contesto di relazioni in cui vive, insegnamenti ricevuti e modelli di comportamento che lo circondano. Le aspettative e le interpretazioni che si formano possono essere accurate o meno, confermate o disattese, comprendere questa possibilità è parte integrante dello sviluppo socio-cognitivo di ciascun bambino.
Questo spot colpevolizza i genitori separati?
Gli adulti sono chiamati ad assumere comportamenti che tutelino il benessere dei propri figli e il proprio. La funzione genitoriale non si esaurisce nel tenere il bambino lontano dalla sofferenza, ma si arricchisce dell’insegnamento e della guida che un genitore dovrebbe fornire al bambino nella lettura del mondo.
Il genitore offre e mostra al figlio come affrontare sia il mondo interno, fatto di emozioni e sensazioni, che il mondo esterno costituito da accadimenti e imprevisti.
Nello spot i genitori appaiono attenti al vissuto emotivo della figlia, giocano, mettono limiti sani, ascoltano. L’aspetto davvero importante, però, è come affronteranno il “dopo-pesca”: come risponderanno al messaggio mandato dalla figlia? Come aiuteranno la bambina a costruirsi una nuova visione della coppia genitoriale?
Come vivono i bambini la separazione dei genitori?
La separazione dei genitori è di per sé un evento impegnativo per un bambino. Alcuni bambini possono reagire chiudendosi in sé stessi, altri agendo condotte impulsive o rabbiose.
Ogni bambino ha una visione egocentrata del mondo intorno a sé, ciò può favorire sentimenti di colpa o idee di responsabilità rispetto alla separazione. In altri casi possono emergere paure rispetto al futuro e all’abbandono. Quanto descritto sono reazioni normali che devono essere ascoltate e gestite come espressioni di un bisogno di guida, rassicurazione e connessione.
È compito degli adulti guidare il figlio nel comprendere le motivazioni della separazione e, al contempo, rassicurarlo su ciò che accadrà.
La separazione è un evento, le risposte ai “perché” e al “cosa sarà di me?” sono l’aspetto delicato. Qualora un genitore ritenesse che il figlio stia facendo fatica a elaborare la nuova condizione è importante che consideri di rivolgersi a professionisti del settore per valutare come facilitare il processo di accettazione.
Il divorzio è visto ancora come un tabù?
Le relazioni sentimentali possono terminare, talvolta in modo improvviso, altre volte si spengono lentamente. La separazione è un esito possibile e talvolta funzionale per il benessere sia degli individui sia dell’intero sistema familiare.
La letteratura scientifica indica che l’elemento chiave rispetto all’insorgere di problemi psicologici nei bambini dopo e durante il divorzio non sia la separazione in sé, ma il livello di conflittualità tra i due ex-partner (Cao et al., 2022; Radetzki et al., 2021).
Pertanto, la separazione come accadimento da evitare ad ogni costo è una posizione che non trova riscontro nei dati scientifici. Piuttosto, è fondamentale diffondere una conoscenza seria e attendibile sulla psicologia dietro alla fine delle relazioni sentimentali e su come tutelare il benessere di tutti gli attori coinvolti in una separazione, siano essi bambini o adulti.
È normale per un bambino sperare che i suoi genitori tornino insieme?
Assolutamente sì! Soprattutto se la separazione è avvenuta in tempi recenti. La bambina nello spot esprime un desiderio legittimo.
Gli esseri umani reagiscono con risposte di stress ai cambiamenti del proprio contesto fisico e relazionale, è il modo con cui ci adattiamo a nuove condizioni.
I bambini hanno bisogno di percepire il mondo come prevedibile e una separazione può portare ad alterare questa percezione. Fintanto che i bambini percepiscono situazioni non chiare o indefinite hanno diritto di desiderare che le cose tornino come prima. Sta ai genitori rispettare questi vissuti e costruire una nuova normalità in cui il bambino senta affetto e serenità.
È uno dei pochi spot che non mostra la classica famiglia del Mulino Bianco, secondo lei è un messaggio che può “aiutare” i bambini di figli separati, riconoscendo la propria situazione in televisione, e quindi ipoteticamente pensare “se lo mostrano in televisione allora non sono il solo” “se è in televisione è normale”, dato il forte impatto che un media può avere sui bambini?
Ritengo che creare occasioni che mostrino la complessità e le sfumature della realtà abbia una utilità intrinseca sia per i bambini che per gli adulti.
Rendersi conto che non siamo soli a sperimentare determinate condizioni o vissuti interiori può essere di grande conforto, così come venire a conoscenza di situazioni che ignoravamo e che possono contribuire a migliorare la nostra comprensione del mondo.
É evidente, tuttavia, che, il bambino non può essere lasciato solo nell'interpretare ciò che incontra.
L’adulto ha la funzione di accompagnamento nel leggere il mondo, rendendo comprensibile per il bambino ciò che potrebbe non esserlo.
Ritengo che se un bambino dovesse esprimere la propria opinione riguardo allo spot o porre delle domande sarebbe una buona occasione per il genitore (o qualunque altro adulto di riferimento) di esplorare il suo vissuto e aiutare quel bambino a conoscere qualcosa in più del mondo che lo circonda.