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Sei incinta? 5 situazioni di fragilità emotiva da non sottovalutare - Erickson 1

Sei incinta? 5 situazioni di fragilità emotiva da non sottovalutare

Come intervenire e come affrontarle

Due donne su dieci soffrono di un disturbo affettivo durante la gravidanza e nel corso del primo anno dopo il parto. Oltre il 75% di queste donne non ricevono una diagnosi e un’attenzione adeguata. La mancata presa in carico di queste situazioni ha conseguenze significative sulla madre, sul bambino e sulla società in generale.
Sulla base dell’esperienza clinica in psicologia materna perinatale, possiamo evidenziare le seguenti cinque situazioni di fragilità emotiva come meritevoli di attenzione, per intervenire in tempo prevenendo l’insorgenza di disturbi emotivi veri e propri.

1. Adattarsi ai cambiamenti che avvengono durante la gravidanza e il postparto non è facile

Come tutte le fasi di transizione della vita, diventare mamma e papà può portare con sé fatiche e difficoltà anche inaspettate. Il mito della maternità come il momento più bello della vita, di amore assoluto tra madre e figlio non è realistico, per cui non ambire ad essere per forza felice, ad avere tutto sotto controllo, che tutto sia perfetto come te lo eri immaginato.

 

La realtà quotidiana di una donna in gravidanza o nel postparto è diversa dai cartelloni pubblicitari o dall’immagine ideale che ti eri prefigurata…e sai che c’è? Che questo è normale, la realtà non va sempre come ci piacerebbe e questo vale anche per la maternità.

2. Gli sbalzi d’umore, la labilità emotiva e l’ansia nel periodo perinatale possono essere normali, ma non sottovalutare come ti senti
Se in gravidanza o dopo il parto ti senti triste, angosciata, ansiosa, se hai pensieri che ti preoccupano o che ti assillano tanto da procurarti ansia, evitamento, insonnia, e se questa condizione permane inalterata nel tempo per più di due settimane, parlane con il tuo compagno, e rivolgiti ad un professionista esperto di psicologia clinica e psicopatologia perinatale.
È possibile che ciò sia dovuto ad un momento di stress reattivo ad eventi specifici o ai cambiamenti della maternità, ma potrebbe anche essere l’inizio di una difficoltà più importante che può, se trascurata, sfociare in un disturbo emotivo perinatale.

 

3. Attenzione ai fattori di rischio per la psicopatologia perinatale, non tutto passa da solo
Ricorda che se hai sofferto di un disturbo d’ansia o depressivo o di altri disturbi psichici hai un maggior rischio di insorgenza di disturbi affettivi in gravidanza e /o nel postparto. Questo vale anche se i tuoi genitori, fratelli o nonni hanno sofferto di questo tipo di disturbi. Inoltre avere una relazione di coppia non soddisfacente, una gravidanza non desiderata o a rischio, eventi di vita stressanti, un lutto perinatale, scarso supporto sociale e del partner sono tutti fattori di ulteriore rischio che possono esporti all’insorgere di disturbi affettivi perinatali quali disturbi depressivi o disturbi d’ansia.
Se ti trovi in una di queste situazioni, non rimandare, non tutto passa da solo. Parla con il tuo compagno di come ti senti, rivolgiti all’ostetrica, al medico, e ad un operatore esperto di psicologia clinica e psicopatologia perinatale.


4. Non esiste solo la depressione postpartum

Per alcune donne sia in gravidanza che nel dopo parto si scatenano ansie e pensieri difficili da gestire ed accettare, ossessioni, attacchi di panico, vere e proprie fobie, difficoltà nel legame o nella gestione quotidiana del bambino, paura del parto e altre paure apparentemente esagerate e immotivate.

Tutte queste situazioni spesso non coincidono con la diagnosi di depressione postpartum, ma assolutamente non vanno trascurate o ignorate perché hanno importanti conseguenze sulla salute mentale della mamma, del bambino e dell’intera famiglia.

In tutte queste situazioni è importante che ciascuna di voi abbia la possibilità di poter parlare di quello che le sta accadendo e che possa chiedere e ricevere aiuto.

5. Tra mamma e bambino non è sempre amore a prima vista

Per alcune donne la gravidanza e/o il postparto si configurano come un momento magico, ma per altre l’esperienza è ben diversa.

 

Ci possono essere sentimenti contrastanti sia verso la gravidanza che verso il bambino, spesso si tratta della sana ambivalenza che caratterizza ogni rapporto affettivo.

 

Ma se vi sembra di avere un rifiuto per il bimbo che portate in grembo o se dopo il parto vi sentite confuse dai sentimenti di rifiuto che a tratti provate verso vostro figlio, se avete paura di poter fare dei gesti inconsulti parlatene con il vostro compagno, con chi sentite che non vi giudica, ma se non vi sentite meglio non esitate a contattare un professionista esperto di psicologia clinica e psicopatologia perinatale. Vi potrà aiutare a capire di che aiuto avete bisogno e a rimettere ordine nel groviglio dei vostri affetti e delle vostre paure.

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