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Se sei alla ricerca della felicità, prova con l’attività fisica - Erickson 1

Se sei alla ricerca della felicità, prova con l’attività fisica

La relazione tra benessere personale e sport raccontata da uno sportivo ed esperto di medicina dello sport

Negli anni si è compreso quanto una vita sana possa contribuire alla costruzione del proprio benessere. Essa, oltre a far bene al fisico, oltre a essere un’esperienza emozionante e appassionante, fa bene al cervello, migliora le capacità cognitive e la memoria, ha effetti estremamente positivi sull’autostima, sull’umore, sulle prestazioni lavorative e sulle relazioni interpersonali.


Molte patologie tipiche dei Paesi con prosperità economica quali le malattie cardiovascolari, tumorali, metaboliche e respiratorie, hanno un comune antidoto riconosciuto ed efficace: l’attività fisica regolare che si può dunque considerare, a tutti gli effetti, una medicina. Una medicina straordinaria: l’unica capace di curare contemporaneamente così tante malattie, senza effetti collaterali e, nella maggior parte dei casi, a costo zero.


La natura che ha fatto sì che con l’attività fisica stimoliamo la liberazione di numerosi importanti mediatori chimici, le neurotrofine, in particolare le BDNF (Brain-Derived Neurotrophic Factor) responsabili della sensazione di benessere e felicità. Queste piccole proteine sono prodotte nei muscoli, dove stimolano il metabolismo muscolare, la produzione di ossigeno e la formazione di nuovi vasi periferici. E sono prodotte nel cervello, dove favoriscono la plasticità cerebrale, la capacità inesauribile delle cellule nervose di creare, rafforzare e modulare le sinapsi, ovvero le connessioni fra i neuroni, in seguito a specifici stimoli interni ed esterni.

L’attività fisica amplifica le funzioni cognitive, accresce le capacità di memorizzazione e di orientamento, riduce lo stress e migliora la qualità del sonno.

Oggi sappiamo che la produzione di neurotrofine rappresenta anche il principale antidoto alla morte neuronale causata dall’Alzheimer. Mantenere un cervello allenato a tutte le età significa conservare attivi tutti quei processi di apprendimento, memoria ed equilibrio emotivo che si contrappongono agli stati di declino cognitivo legati all’invecchiamento.


Le pratiche che ricercano l’armonia fra la mente e il corpo, come, ad esempio, yoga, tai chi, mindfulness, riducono gli effetti negativi della tensione, silenziando i geni responsabili dello stress e promuovendo la liberazione di BDNF. Ogni forma di allenamento cerebrale induce arricchimento dei processi neuroprotettivi e ampliamento delle reti neuronali, con incremento della riserva cognitiva: leggere, giocare con i figli o i nipoti, frequentare musei, gallerie d’arte e mostre, risolvere parole crociate o sudoku, lavorare a maglia, giocare a Tetris, cantare, ascoltare musica o, ancora meglio, suonare uno strumento, sono antidoti formidabili contro l'invecchiamento.


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