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Ripartire con il piede giusto con bambini e ragazzi con problemi di comportamento

Dopo i lunghi mesi di isolamento e di DAD, alcuni spunti di riflessione per i professionisti che lavorano con bambini e ragazzi con disturbi di comportamento

Pietro Muratori è psicologo e psicoterapeuta cognitivo comportamentale, esperto di problemi di comportamento in età evolutiva. In questo articolo, si rivolge ai professionisti che si occupano di disturbi del comportamento per offrire loro qualche suggerimento su come portare avanti il lavoro con bambini e ragazzi dopo l’emergenza Covid, mettendo a frutto anche alcune opportunità emerse durante il lockdown.

Gli spunti di riflessione che voglio condividere fanno riferimento in particolare alla fascia di età compresa tra i 5 e i 11 anni, periodo precedente all’inizio della fase della prima adolescenza.

La seduta con la mascherina

In seduta sarà necessario far portare al bambino la “mascherina” e questo sarà una regola. I bambini con problemi di comportamento, si sa, non amano le regole, anche quelle essenziali per la vita con gli altri.

È, quindi, fondamentale coinvolgerli: inventiamo con loro storie sul virus e sull’uso dei dispositivi, coloriamo insieme la mascherina o attacchiamoci sopra degli adesivi per renderla il più personale possibile e premiamo il bambino a intervalli di tempo regolari per l’impegno nell’uso continuativo della mascherina. Scegliamo il premio in modo che il bambino possa condividere con noi un interesse, un video o un momento di gioco: ricordiamoci sempre che è il calore umano che viene offerto dall’adulto al bambino che aiuta quest’ultimo ad interiorizzare una regola.

La video-comunicazione

La Didattica a Distanza ha portato molte famiglie ad avvicinarsi alle piattaforme di video-comunicazione, dandoci la possibilità di mantenere questo canale per le terapie con i genitori. Se utilizzato in modo etico e con spirito non-giudicante, ciò potrebbe offrirci numerosi vantaggi: coinvolgere entrambi i genitori in seduta sarebbe più semplice, avendo la possibilità di connettersi senza doversi spostare fisicamente; saremmo in grado anche di essere coinvolti in prima persona nella strutturazione dell’ambiente domestico del bambino.

Riguardo a questo secondo punto è bene ricordare come la generalizzazione delle abilità apprese in terapia è uno dei limiti possibili della Terapia Cognitivo Comportamentale. Fare sedute con i genitori connessi da casa può essere un’occasione per ovviare a tale limitazione, migliorando la qualità della vita del nucleo familiare e l’alleanza terapeutica. Ad esempio, potremo osservare insieme ai genitori come hanno strutturato alcuni ambienti domestici (la stanza dove il figlio fa la lezione, quella dove gioca o quella dove va a dormire) e lentamente aiutarli a cucire le caratteristiche di questi ambienti al fine che queste rispondano meglio ai bisogni unici dei loro bambini.

L’incontro con insegnanti e genitori

In queste fasi di sovraccarico per la scuola, alle prese con la didattica a distanza, spesso è stato difficile stabilire un contatto con gli insegnanti o valutare come effettivamente stessero procedendo gli apprendimenti e il comportamento dei bambini. Cerchiamo, appena possibile, di organizzare un incontro che coinvolga gli insegnanti e la famiglia dei bambini che seguiamo. Partiamo dai punti di forza che sono emersi nel bambino e nel suo contesto durante la Didattica a distanza, dalle risorse che è riuscito ad utilizzare in una situazione tanto particolare quanto estraniante. Riconosciamo, insieme a insegnanti e genitori anche le oggettive difficoltà incontrate. Questo riconoscimento darà a tutti la possibilità di tornare a fare progetti per il futuro e di ricordarsi come la capacità di fare rete sia la risorsa essenziale perché questi progetti diano i frutti sperati».

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