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Quale scuola per il futuro? Nei programmi elettorali dei partiti manca una visione coerente e valorizzante dell’istruzione

Abbiamo passato in rassegna quello che dicono in tema di istruzione i programmi elettorali dei partiti che si presentano al voto del 25 settembre: ecco la nostra analisi punto per punto

L’istruzione per le Nazioni Unite è la chiave dello sviluppo di un Paese ed è essenziale per raggiungere tutti i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. L’obiettivo 4, in particolare, è dedicato all’istruzione ed evidenzia l’impegno dei Paesi firmatari a garantire un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva.

In vista dell’imminente appuntamento alle urne, la Ricerca&Sviluppo Erickson ha analizzato le proposte dei partiti in merito all’istruzione e alla scuola, partendo da quanto è stato scritto nei programmi elettorali dei principali partiti in corsa per le elezioni del 25 settembre. 

Da questa analisi emerge chiaramente come l’istruzione e la scuola non siano al centro dell’attenzione dei diversi partiti. Non emerge una visione di scuola rinnovata ed innovativa in grado di rispondere alle sfide attuali e future poste dal complesso contesto politico, socio-economico, ambientale e tecnologico. L’istruzione è presente in tutti i programmi elettorali senza che ad essa sia dato un peso significativo. E questo nonostante la fotografia della scuola italiana che emerge da diversi rapporti internazionali evidenzi delle importanti criticità.

 

I partiti di centro-destra tendono a voler riformare in senso meritocratico e professionalizzante il percorso scolastico. Puntano sulla libertà educativa, cioè la piena parità tra scuole statali e paritarie, e propongono di rivedere in senso professionalizzante il percorso scolastico, attraverso il potenziamento dell'orientamento con particolare attenzione all'incontro tra domanda e offerta di lavoro (Forza Italia), il miglioramento e rafforzamento dell’alternanza scuola-lavoro (Lega), la valorizzazione e promozione delle scuole tecniche professionali (programma congiunto del Centro-destra), il potenziamento degli istituti professionali come scuole di alta specializzazione e la valorizzazione degli Istituti Tecnici Superiori (Lega e Forza Italia).

I programmi dei principali partiti di centro-sinistra, invece, includono proposte volte a facilitare l’accesso all’istruzione ed il sostegno alle famiglie. Propongono di garantire la gratuità dell’istruzione dal nido all’università (Alleanza Verdi Sinistra), rendere la scuola dell’infanzia obbligatoria e gratuita e procedere ad una progressiva gratuità dei servizi 0-3 per famiglie a basso ISEE (Partito Democratico), garantire la scuola dell’infanzia a tutti e costruire asili nido pubblici (Unione Popolare). A queste si aggiungono proposte volte a sostenere le famiglie, come libri scolastici gratuiti fino a 19 anni (Possibile), mense gratuite per tutti e trasporto pubblico locale e libri scolatici gratuiti per famiglie a reddito medio e basso (Partito Democratico), libri gratuiti fino al termine delle scuole superiori e trasporto, cinema e teatro gratis fino a 18 anni (Unione Popolare). Il Partito Democratico propone inoltre un Fondo nazionale per integrare il finanziamento regionale per viaggi-studio, gite scolastiche, tempo libero, acquisto di attrezzature sportive e strumenti musicali.

Nonostante +Europa appartenga alla coalizione di centro-sinistra, la visione di scuola che emerge dal suo programma elettorale è vicina a quella del centro-destra, in particolare per quanto riguarda il potenziamento dell’orientamento e l’introduzione di misure per agevolare l’accesso al mercato del lavoro. Le proposte includono: rafforzare e qualificare i programmi di PCTO, ampliando l'offerta e coinvolgendo in essa anche le piccole-medie imprese, l’ottimizzazione del programma formativo e dell'organizzazione scolastica per agevolare l'inserimento più precoce dei giovani nel mercato del lavoro, introducendo elementi di flessibilità e certificazioni intermedie. Propone inoltre di proseguire nella direzione impostata dalla riforma degli Istituti Tecnici Superiori (ITS Academy) e favorire lo sviluppo e l'informazione in merito alla formazione terziaria non universitaria.

Il programma del terzo polo di Azione Italia Viva mira a coniugare attenzione alle diseguaglianze e professionalizzazione della scuola. Include quindi misure volte ad arginare il fenomeno della dispersione scolastica e proposte in linea con quelle del centro-destra come l’introduzione di strumenti a sostegno della libertà di scelta educativa (buono scuola, rimborsi fiscali, costo standard, ecc.), e la strutturazione della formazione professionale secondaria su modello degli Istituti Tecnici Superiori.

Se è vero che l’idea di scuola sottesa alle forze politiche è diversa, ci sono però degli aspetti comuni ai programmi elettorali. Da una parte, queste comunanze riguardano l’assenza dai programmi elettorali di proposte su temi di rilievo, come per esempio l’impegno ad aumentare la spesa pubblica per l’istruzione per allinearla alla media europea. Dall’altra parte, gli aspetti comuni riguardano la presenza di proposte presentate da tutte le principali forze politiche, come per esempio l’aumento degli stipendi del personale docente, il superamento del precariato, l’introduzione della formazione obbligatoria e continua.

 

Vediamo più nel dettaglio questi temi:

 

 

Spesa pubblica per l’istruzione

Il nostro Paese è, per percentuale di spesa pubblica complessiva destinata all’istruzione, all’ultimo posto dei 27 Paesi dell’Unione Europea, con l’8% di spesa pubblica totale investito nell’istruzione, contro il 10% della media UE.

Cosa dicono i programmi elettorali su questo tema? 

Nessuna delle principali forze politiche, ad eccezione di +Europa, include nel suo programma elettorale un impegno esplicito ad aumentare la spesa pubblica per l’istruzione per allinearla alla media europea. Tuttavia, le proposte incluse nei programmi elettorali sono numerose e impegnative dal punto di vista delle risorse finanziarie necessarie per realizzarle.

Negli ultimi anni l'Italia ha speso per l'istruzione tra i 65-70 miliardi all'anno, con un trend decrescente di incidenza della spesa sul PIL. L’ultima legge di bilancio approvata prevede per i prossimi due anni la riduzione delle spese per l'istruzione, non un incremento. Se l’intenzione dei partiti è invertire la tendenza, perché non indicare nei propri programmi elettorali un chiaro ed esplicito impegno ad aumentare la spesa pubblica per allinearla alla media europea? L’unica forza politica che lo ha fatto è +Europa che propone di aumentare di almeno l'1% del PIL la spesa per la formazione e l’istruzione.

 

 

Stipendi e carico di lavoro del personale docente 

Gli stipendi del personale docente italiano sono inferiori alla media OCSE e alla media EU, e molto più bassi rispetto a quelli percepiti nei Paesi dell’Europa occidentale e settentrionale, mentre il carico di lavoro secondo il rapporto “Education at a glance” di OCSE, il numero di ore di insegnamento previste dalla legge nell'arco dell'anno scolastico in Italia è inferiore alla media OCSE, e più o meno in linea alla media europea (un po’ superiore alla media UE nella scuola primaria, inferiore alla secondaria di I e II grado).

Cosa dicono i programmi elettorali su questo tema? 

Nel centro-destra, la Lega promette di adeguare gli stipendi agli standard europei. Anche Partito Democratico, Possibile, Unione Popolare, Movimento 5 stelle e Azione Italia Viva promettono stipendi in linea con la media europea. +Europa propone una revisione delle logiche retributive, legandole al merito e a un sistema di valutazione degli obiettivi di performance. Propone, inoltre, un sistema di incentivi tramite i quali i professori con i migliori risultati in termini di preparazione degli studenti ottengano un premio annuale aggiuntivo.

Nessun partito include proposte relative alle ore di insegnamento.

 

 

Reclutamento, formazione e carriera del personale docente

Il tema del reclutamento, del superamento del precariato e della formazione iniziale ed in servizio è stato affrontato recentemente dal governo nei decreti e nella legislazione di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). La legge n. 79 del 29 giugno 2022 ha introdotto delle novità riformando da un lato il sistema di formazione iniziale e di accesso al ruolo a tempo indeterminato dei docenti delle scuole secondarie, dall’altro modificando il sistema di formazione dei docenti di ruolo con la prosecuzione della formazione continua obbligatoria e l’istituzione della Scuola di Alta Formazione dell’istruzione e di un sistema di formazione continua incentivata. Questa riforma del sistema di formazione iniziale e continua ha suscitato accesi dibattiti rispetto ai meriti e ai limiti delle novità introdotte, molte delle quali non sono ancora operative in quanto non sono stati ancora approvati i decreti attuativi.

Cosa dicono i programmi elettorali su questo tema? 

Quasi tutte le forze politiche includono proposte relative al precariato e alla formazione del personale docente, ma le proposte tendono ad essere vaghe e, in generale, non fanno riferimento a quanto già approvato nei decreti e nella legislazione di attuazione del PNRR. 

Il programma congiunto del centro-destra include la proposta di elaborare un piano per eliminare il precariato e investire nella formazione e aggiornamento del personale docente. La Lega promette di superare il precariato, coprire la carenza di personale docente e ATA, e assicurare personale docente formato in didattica generale e speciale, pedagogia generale e speciale, pedagogia sperimentale, didattica disciplinare, laboratori pedagogico-didattici, ICT per la didattica, con valutazione psico-attitudinale in ingresso e itinere. Forza Italia promette la formazione di una nuova generazione di docenti (più tutor e più coach).

Tra le forze di centro-sinistra, Alleanza Verdi Sinistra promette una riforma per garantire percorsi di ingresso lineari e costanti, superare il precariato, ed assicurare una formazione rigorosa, seria e gratuita. Possibile promette un percorso semplificato per l’abilitazione, concorsi ogni due anni, la stabilizzazione dell'organico, la formazione dei docenti obbligatoria, la formazione dei docenti di sostegno sistematizzata e continua, e ritiene che la creazione della Scuola di Alta Formazione non sia la soluzione. Il Partito Democratico promette formazione continua. Unione Popolare propone la stabilizzazione dei precari con almeno 36 mesi di servizio e la cancellazione della riforma Bianchi del reclutamento. +Europa propone di riformare il percorso formativo e di abilitazione degli insegnanti della scuola secondaria, attraverso l'adozione di un modello che preveda un triennio di natura disciplinare e una magistrale orientata alla didattica. Propone inoltre di ridurre il precariato riformando il percorso di abilitazione all'insegnamento (concorsi personalizzati banditi ogni anno in base ai fabbisogni, un anno di assunzione a tempo determinato seguito da abilitazione). Il terzo polo di Azione / Italiaviva promette di abbattere la percentuale di precari riportandola a livelli fisiologici e di aumentare le risorse per la formazione, rendendola obbligatoria. 

+Europa e Azione/Italia Viva sono le uniche forze politiche che propongono di introdurre forme di carriera per il personale della scuola in modo da riconoscere formalmente le diverse professionalità che affiancano il Dirigente scolastico nel funzionamento organizzativo e didattico, nonché le figure che costituiscono un vero e proprio middle management

 

 

Classi pollaio

Le cosiddette ‘classi pollaio’ sono viste spesso come una delle principali disfunzionalità della scuola italiana. Per ridurre il numero di alunni e alunne per classe non è sufficiente fare delle modifiche alla legislazione relativa al dimensionamento scolastico. Implica costruire nuove scuole e assumere nuovi insegnanti. La scuola italiana, rispetto a questo parametro, ha risultati migliori rispetto alla media europea, con un miglior rapporto alunni/e – insegnanti.
I benefici per alunni e alunne dipendono non solo dalla dimensione del gruppo classe e dagli spazi, ma soprattutto dalla capacità del corpo docente di sfruttare l’ambiente di apprendimento per impostare una didattica centrata sulla differenziazione e personalizzazione.

Cosa dicono i programmi elettorali su questo tema? 

I programmi dei partiti di centro-destra (Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega), del terzo polo di Azione e Italia Viva, e del Movimento 5 stelle non lo affrontano. Anche il Partito Democratico non lo affronta. Unione Popolare promette l’eliminazione delle classi pollaio (non oltre 20) e l’aumento del personale docente e tecnico-amministrativo, Alleanza Verdi Sinistra promette un massimo di 15 alunni/e per classe e il recupero di spazi pubblici per le nuove aule. Possibile propone un minimo di 15 e un massimo di 20 alunni/e alla scuola dell’infanzia, alla primaria e alla scuola secondaria di I grado, e classi di 20-25 persone alla scuola secondaria di II grado.

 

 

Abbandono scolastico precoce

Una criticità del sistema d’istruzione italiano riguarda l’abbandono scolastico precoce, che nel 2020 era del 13,1% (superiore alla media UE che nel 2020 era del 9,9%).

Arginare la dispersione scolastica e le povertà educative, superando anche i divari territoriali, è una delle priorità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che, con una dotazione di 1,5 miliardi che arriveranno direttamente agli Istituti scolastici, mira a potenziare le competenze di base di studentesse e studenti di I e II ciclo e a contrastare la dispersione scolastica. Lo scorso giugno sono stati stanziati i primi 500 milioni per finanziare progetti in 3.198 scuole. Ma i membri del Gruppo di lavoro, nominato dal Ministero dell’Istruzione per elaborare le indicazioni per il contrasto della dispersione scolastica, hanno espresso sorpresa e preoccupazione per quanto stabilito nel decreto di riparto di questi 500 milioni, e richiesto la sostanziale modifica, in quanto non risponde affatto alle linee guida ed indicazioni elaborate dallo stresso Gruppo di lavoro. 

Cosa dicono i programmi elettorali su questo tema? 

Il contrasto all’abbandono scolastico precoce non risultata essere una priorità delle forze politiche, ad eccezione del terzo polo di Azione e Italia Viva. Da sottolineare è anche il fatto che nessun partito riprende nel suo programma elettorale le indicazioni del Gruppo di lavoro istituto nel marzo 2022 sotto un governo supportato da tutte le forze politiche. I programmi dei partiti di centro-destra (Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega) e del Movimento 5 stelle non lo affrontano. Anche il Partito Democratico e Unione Popolare non lo affrontano. Alleanza Verdi Sinistra indica la creazione di zone di educazione prioritaria e solidale con ulteriori interventi di organico e finanziari, e Possibile propone scuole aperte anche il pomeriggio, standard minimi di trasferimenti di risorse e servizi a cui le diverse Regioni devono attenersi, e riservare parte del gettito dell'8 per mille a un fondo nazionale contro la dispersione scolastica. Il terzo polo di Azione e Italia Viva propone la costruzione di una mappa delle aree di crisi, un incentivo economico a docenti appositamente formati che rimangono per almeno un ciclo di istruzione in una scuola con alta concentrazione di studenti a rischio abbandono e tassi di dispersione implicita e esplicita superiori alla media, e l’istituzione di tutoring individualizzato per studenti con maggiori difficoltà.

 

 

Dispersione scolastica implicita 

L’Education and Training Monitor 2021 della Commissione Europea evidenzia difficoltà significative negli alunni e nelle alunne quindicenni in termini di raggiungimento delle competenze base in lettura, matematica e scienze. 

La crisi pandemica con la chiusura delle scuole e la didattica a distanza ha influito negativamente sull’apprendimento scolastico, in particolare tra gli allievi e le allieve che provengono da contesti socio-economico-culturali più sfavorevoli. Permangono inoltre significativi divari territoriali.

Cosa dicono i programmi elettorali su questo tema? 

Nessun partito evidenzia in maniera esplicita i ritardi nel raggiungimento di questo obiettivo. Alcuni partiti propongono delle misure che vanno nella direzione di ridurre i divari territoriali, relativi al tempo scuola. In particolare, il Centro-sinistra e il terzo polo di Azione / Italia Viva propongono l’estensione del tempo scuola (tempo pieno) a tutte le scuole (Allego

nza Verdi e Sinistra, Partito Democratico), oppure nel primo ciclo (Possibile), o alle scuole primarie (+Europa, Azione / Italia Viva). Riscontriamo quindi che nessun partito propone delle misure concrete per garantire ad ogni ragazza e ragazzo il completamento dell’educazione primaria e secondaria con risultati di apprendimento adeguati e concreti, in linea con l’obiettivo 4.1 dell’Agenda 2030 ed i traguardi dell’Unione Europea in materia di istruzione. 

 

 

Diversità, inclusione e Bisogni Educativi Speciali

Facilitare inclusione, equità e pari opportunità è esplicitamente previsto dall’obiettivo 4 dell’Agenda 2030 e da Indicazioni Nazionali e atti di indirizzo del Ministero dell’Istruzione. Richiede innanzitutto di accogliere le differenze, attraverso un approccio educativo che valorizza l’unicità e diversità di ciascuna persona. Da un punto di vista didattico significa adottare un approccio basato sulla differenziazione dei percorsi di apprendimento, per quel che riguarda sia le modalità sia i traguardi da raggiungere. 

L’insegnante di sostegno è una figura essenziale quando in classe sono presenti allievi o allieve con disabilità fisiche o intellettive. È importante che abbia una formazione adeguata e che sia stabilmente inserito nell’organico della scuola. Invece il Report Istat sull’’inclusione scolastica degli alunni con disabilità ha rilevato che nell’anno scolastico 2020-21 in Italia i docenti di sostegno precari non specializzati erano un terzo del totale e che era scarsa tra i docenti curricolari la diffusione di modelli inclusivi.
Dal punto di vista di un’educazione e didattica inclusiva risulta invece essenziale, oltre che la formazione degli insegnanti di sostegno, anche la capacità di insegnanti curricolari e di sostegno di adottare approcci inclusivi, di percepirsi entrambi come docenti della classe e non di singoli alunni/e, e di lavorare insieme sul gruppo classe e su singoli alunni e alunne evitando il problema della delega all’insegnante di sostegno. 

Cosa dicono i programmi elettorali su questo tema? 

Il tema del riconoscimento delle differenze e di un approccio educativo attento alle diversità è praticamente assente dai programmi elettorali delle principali forze politiche, ad eccezione di Possibile e Lega che lo affrontano da prospettive molto diverse. Possibile promette misure per prevenire fenomeni di bullismo e cyberbullismo, promuovere l'educazione di genere, assicurare una scuola accogliente verso LGBTQIA+, rafforzare l’educazione alle differenze, all'affettività e alla sessualità libera e consapevole, all'accoglienza della disabilità, dei corpi non conformi e neuro-diversità per studenti, docenti e genitori. Propone percorsi formativi su infezioni e malattie sessualmente trasmissibili. Sottolinea inoltre la necessità di garantire libri di testo senza contenuti discriminatori e stereotipi. Punta ad evitare che si formino scuole o classi "ghetto", e a promuovere l’inclusione di alunni/e stranieri, attraverso la legge su Ius Soli e/o Ius culturae, e la valorizzazione di ogni lingua-cultura. La Lega, invece, manifesta cautela rispetto a percorsi di questo tipo, sottolineando che deve esserci l'esplicito e libero assenso di genitori o chi ne fa le veci per progetti relativi a bullismo, educazione all'affettività, superamento delle discriminazioni di genere e di orientamento sessuale, pari opportunità, dispersione scolastica, educazione alla cittadinanza e alla legalità e ogni altra iniziativa che coinvolge l’ambito valoriale e l'educazione sessuale.
Anche il tema dell’individualizzazione e personalizzazione della didattica è praticamente assente dai programmi elettorali, che, ad eccezione del terzo polo di Azione Italia Viva, focalizzano l’attenzione unicamente sulla figura dell’insegnante di sostegno. Alleanza Verdi Sinistra, Unione Popolare, Movimento 5 stelle non hanno proposte in tema di inclusione, mentre Possibile e Partito Democratico propongono l’aumento e la stabilizzazione degli insegnanti di sostegno. Possibile propone inoltre l’inserimento nell’organico scolastico di pedagogisti con il compito di coordinare i processi inclusivi, e di personale educatore e professionisti per facilitare l’inclusione. Il terzo polo di Azione Italia Viva promette più fondi alle scuole per stipulare convenzioni con figure esperte e misure per incentivare la formazione degli insegnanti sulle strategie per gestire alunni con bisogni educativi e stili cognitivi diversi. Il programma congiunto del centro-destra non include proposte, mentre la Lega propone l’accesso diretto a corsi di specializzazione sul sostegno per chi ha maturato almeno 3 anni di esperienza sul campo nel sostegno ad alunni con disabilità, e l’estensione su scala nazionale, anche per minori di 18 anni, della "Aut Academy" (la scuola di formazione professionale destinata a giovani con autismo) senza però fornire nessun riferimento operativo su come estendere questa esperienza di Monza su scala nazionale.

Forza Italia propone l'istituzione di apposite classi di concorso per il sostegno didattico in tutti i gradi del sistema di istruzione, l’apertura del bando di concorso per l'abilitazione al sostegno agli psicologi anche per la scuola primaria e dell'infanzia e la tutela del diritto all'istruzione per alunni sordi o ipoacusici attraverso sistemi di microfonia wireless. 

 

Riferimenti bibliografici

Commissione Europea, Education and Training Monitor 2021 (europa.eu)

Eurydice, Teachers' and School Heads' Salaries and Allowances in Europe - 2020/2021 | Eurydice (europa.eu)

ISTAT, L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità - Anno scolastico 2020-2021 (istat.it)

OECD, Education at a Glance - OECD

Tuttoscuola, Programmi elettorali sulla scuola: un libro dei sogni. Promesse di spesa incompatibili con l’attuale quadro finanziario - Tuttoscuola