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Crescere e apprendere con la psicomotricità

L’apporto dei percorsi di psicomotricità al processo di crescita di bambini e bambine

Cos’è la psicomotricità?

La parola psicomotricità oggi è sempre più diffusa, accende l’interesse sia nel mondodella scuola sia sul territorio. Non sempre questa pratica, però, è conosciuta,talvolta se ne ha solo un’idea superficiale. Se da una parte nella scuola di oggisi sono moltiplicate le strumentazioni digitali e le formazioni in tal senso, dall’altra si avverte l’istanza di dare spazio alla corporeità, spesso accompagnatadalla consapevolezza di non avere adeguati strumenti per dare vita a progetti amediazione corporea, innovativi e rispondenti ai bisogni.

Ma la psicomotricità suscita interesse perché richiama l’unità corpo-mente e l’integrazione della vita affettiva, emotiva, cognitiva e relazionale.

Oggi più che mai c’è un grande bisogno di trovare strade e strumenti per riaffermare la globalità della persona all’interno dei processi educativi, di ripensare la pratica pedagogica basata sull’integrazione corpo, mente, relazione, con l’obiettivo di costruire un contesto educativo inclusivo, mediante il contributo della psicomotricità.

Un progetto di psicomotricità si rivolge quindi alla scuola che si rinnova e che rinnova la sua attenzione al bambino globale, il bambino corpo e mente, al bambino che in questo spazio deve potersimuovere, saltare, correre, giocare, riflettere, emozionarsi, entrare in relazione e apprendere. Con questo orientamento pedagogico e didattico la psicomotricità, attraverso i suoi laboratori, offre una pratica che direttamente sostiene e integra un percorso che sa essere rispettoso dei bisogni e dei desideri che il bambino esprime, integrandosi al compito istituzionale che qualsiasi scuola deve assolvere: la cura dell’apprendimento. La psicomotricità infatti è supporto alla crescita e prevenzione verso il disagio, ma è anche e soprattutto una pratica pedagogica che muove, accompagna e sostiene i processi di apprendimento.

Nel laboratorio di psicomotricità si sperimenta la relazione con lo spazio, con i materiali e con gli altri, esprimendo se stessi nel gioco, condividendo scoperte, conquiste e difficoltà, favorendo l’integrazione corpo-mente e un contesto educativo inclusivo. 

In che modo la psicomotricità è legata all’apprendimento?

Si può notare il legame tra psicomotricità e apprendimento studiando l’etimologia di questi due termini. «Apprendere» è una parola diderivazione latina che rimanda a un’azione corporea, l’afferrare. Nella radice originaria di questa parola dunque compare il legame tra l’apprendere e il corpo. «Psicomotricità» è un’unica parola formata da due unite insieme, dove motricità indica il movimento e dunque il corpo e psyché, che per gli antichi greci era il respiro vitale, è relativa a tutti gli aspetti dell’emozionalità, dell’affettività, dell’intelligenza. La parola «apprendere», nella sua radice etimologica, tiene insieme aspetti corporei ed emozionali, desiderio e azione, soggetto e oggetto, così come nell’etimologia la parola «psicomotricità» rimanda all’unità e alla globalità della persona.

L’intreccio, nel «corpo» e nella storia di queste due parole, crea quindi un rispecchiamento tra aspetti dell’una e dell’altra, aspetti fortemente interconnessi e questo accade anche nel processo educativo che si sviluppa nell’intero arco della vita. La persona è sempre in apprendimento.

L’apprendimento consiste infatti in un’azione creatrice: entrando in contatto con le esperienze, la persona costruisce e apprende nuovi stili e modalità di pensiero. È un processo di autoformazione ed eteroformazione, presente in tutto il corso della vita, attraverso il quale si integrano processi cognitivi via via più complessi che si interfacciano nei diversi contesti, dando risposte che, a loro volta, modificano il contesto e la persona stessa.

Il bambino conosce il mondo inizialmente attraverso l’azione, mossa dalle emozioni e dai bisogni, e ne sviluppa rappresentazioni per poi costruire con il linguaggio una conoscenza che si narra al mondo, interpretando la propria esperienza, in un dinamismo continuo tra corpo, azione, emozione, affettività, pensiero, linguaggio, relazione, contesto. In questo senso si può considerare la psicomotricità come una pratica che sostiene e migliora l'apprendimento della persona lungo tutto l’arco della vita.

Le ricerche nel campo delle neuroscienze e nell’ambito universitario hanno puntato l’attenzione sul ruolo che svolgono il corpo, il cervello e le emozioni nell’apprendimento, suggerendo diversi modi per migliorare significativamente gli approcci educativi, dove il corpo acquisisce centralità in interazione con l’ambiente.

Come il corpo del bambino e dell’adulto, lo spazio, il tempo, il gioco, i materiali, la relazione sono centrali nel laboratorio di psicomotricità, così lo possono diventare in ogni ambiente educativo e di apprendimento fornendo una trama su cui tutti gli aspetti cognitivi diventano potentemente connessi con il vissuto corporeo-emozionale-affettivo dei bambini. Ciò permette di valorizzare le risorse di ciascun bambino e del gruppo, in un’ottica di reale inclusione e di prevenzione di possibili difficoltà negli apprendimenti.

La psicomotricità, con lasua peculiare metodologia, potenzia le funzioni esecutive quali l’autoregolazioneemotiva, la flessibilità, la pianificazione, l’attenzione focalizzata, la memoriae l’inibizione della risposta, funzioni basilari per ogni tipo di apprendimento, rendendo quindi questo approccio davvero inclusivo e attento alle peculiarità di ogni bambino all’interno del contesto in cui agisce.

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