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I mini gialli dei dettati 2
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Una ACT personale è una ACT migliore

Il cuore dell’ACT è la centralità della relazione come agente di cambiamento, imperniata sul contatto, sull’accettazione dell’esperienza, sull’accoglienza anche di quanto è potenzialmente distruttivo e portatore di sofferenza.

La maggior parte delle persone non è pienamente consapevole, o appare riluttante ad ammettere, che la vita è fatta anche di sofferenza. Eppure, riconoscere tale verità è un primo passo sulla strada per trascenderla. Ed è in questa trascendenza che nascono vite piene e significative. 

Come terapeuti ACT - Acceptance and Commitment Therapy - possiamo assistere i nostri pazienti in questo processo aiutandoli a prenderne coscienza e ad accogliere la sofferenza, mentre continuano a impegnarsi — giorno dopo giorno, in ogni momento — in azioni connesse a significati personali.

Ciò si fa, come si dice spesso nell’ACT, con la testa, le mani e il cuore. 

La testa rappresenta la conoscenza verbale, l’indispensabile comprensione intellettiva dell’intervento. Il lavoro delle mani riguarda il comportamento: il movimento fisico e l’azione sono fondamentali. Il cuore dell’ACT, tuttavia, sembra essere l’aspetto più sfuggente. In parte perché risiede nella natura esperienziale della terapia, non esclusivamente nella comprensione verbale. Sta nelle qualità della coscienza pura, in ciò che significa essere un essere che fa esperienza, integro e vivo. 

Nel fare esperienza, l’essere osserva ed è aperto al processo del flusso della vita, con le sue gioie e i suoi dolori. 

All’interno di questa prospettiva è presente anche la consapevolezza del processo fluido dell’altro: la consapevolezza che tutti gli esseri umani sono integri, vivi e che fondamentalmente possono tutti essere accettati. Riconoscendo ciò il terapeuta può connettersi al paziente, ed entrambi possono essere capaci sia di trascendere la sofferenza nel tempo sia di creare uno scopo in un continuo processo di impegno guidato dai propri valori.

Praticare l’ACT migliore significa, in poche parole, ricreare la propria ACT, in modo completo e integrato, partendo da un lavoro personale sull’essere aperti, consapevoli e impegnati. 

Il cuore dell’ACT non si risolve nella comprensione concettuale della teoria o nell’applicazione precisa di tecniche, ma nel saper stare all’interno di una sessione terapeutica, con un atteggiamento di apertura, presenza e compassione. Nell’ACT è necessario essere pienamente presenti insieme a un altro essere umano, percorrendo un viaggio basato sui valori.

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