- Cos’è il parent training?
- Cos’è il parenting?
- Quali sono gli stili genitoriali?
- Quali sono i punti di forza e debolezza per sviluppare una resilienza familiare?
- Come si svolge l’assessment iniziale con i genitori?
- Parent training individuale o di gruppo?
- Come si struttura un programma di parent training?
- Quali sono gli obiettivi del parent training?
- Che ruolo gioca l’alleanza terapeutica nell’intervento con il bambino?
Cos’è il parent training?
Il parent training è un programma mirato a sostenere la coppia genitoriale nella gestione degli aspetti comportamentali del bambino. Si è diffuso negli anni Sessanta del XX secolo e fonda le sue basi teoriche sulla psicoterapia cognitivo-comportamentale. L’efficacia del parent training è stata documentata nel modificare gli aspetti comportamentali più disfunzionali del bambino (i comportamenti problema).
Tali interventi insegnano ai genitori a generare un cambiamento attraverso l’acquisizione di strategie comportamentali, l’applicazione dei principi dell’apprendimento sociale e del condizionamento operante, lo sviluppo di abilità di monitoraggio genitoriale e la corretta applicazione di rinforzi e conseguenze naturali per i comportamenti dei figli.
Il parent training consente di analizzare e modificare lo stile relazionale e le risposte dei genitori che influiscono sui comportamenti dei bambini. Così il parent training, lavorando sulle abilità di gestione e problem solving dei genitori, finisce per rafforzare anche il loro senso di competenza e di autoefficacia e per favorire il benessere generale della famiglia.
Cos’è il parenting?
Con il termine “stile genitoriale” o “parenting” si intende l’insieme di comportamenti che i genitori mettono in atto all’interno della relazione con i figli. Il parenting si delinea come un costrutto complesso in cui giocano un ruolo fondamentale le specifiche caratteristiche di personalità del bambino e del genitore, che costituiscono ciò che viene definito il sistema genitore-bambino.
Uno stile di parenting negativo è caratterizzato dalla presenza di comportamenti eccessivamente controllanti e intrusivi, da regole troppo rigide o al contrario del tutto assenti e dalla tendenza di indurre sensi di colpa nei figli;
Uno stile di parenting positivo è caratterizzato da responsività, disponibilità emotiva, sensibilità ed empatia, prevedibilità, capacità di sintonizzazione con il bambino, incoraggiamento all’individualità, all’autoregolazione e all’assertività, attraverso un comportamento supportivo.
Quali sono gli stili genitoriali?
La REBT (Rational Emotive Behavior Therapy) individua quattro principali stili genitoriali all’interno di un continuum, non da intendersi come rigida classificazione:
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Stile improntato su affetto e fermezza, che rende possibile un dialogo costruttivo tra genitore e bambino.
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Stile improntato su alti livelli di affetto, ma bassi livelli di fermezza, che è caratterizzato da un sistema debole di regole, in cui il bambino non percepisce il ruolo di guida del genitore, costruendosi l’idea di poter fare ciò che vuole.
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Stile improntato su bassi livelli di affetto, ma alti livelli di fermezza, che porta i genitori a pretendere un’obbedienza incondizionata, a criticare aspramente la personalità dei figli focalizzandosi sui comportamenti negativi.
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Stile improntato su scarso affetto e scarsa fermezza, tipico dei genitori che tendono a sostituire le manifestazioni d’affetto con regali frequenti, nella credenza che una maggior affettività possa rendere il bambino debole e non autonomo.
Quali sono i punti di forza e debolezza per sviluppare una resilienza familiare?
La resilienza familiare fa riferimento alle risorse e capacità di coping, cioè di fronteggiamento delle situazioni, introdotte dalla famiglia in momenti di stress o forte crisi, per preservare un buon livello di funzionamento.
I fattori di rischio, che possono aumentare la possibilità che si presentino comportamenti problematici, sono: vulnerabilità di natura biologica, psicologica, sociale o situazioni temporanee di stress, come età dei genitori, basso livello socioculturale, difficoltà economiche o instabilità del rapporto di coppia;
I fattori protettivi che favoriscono la resilienza familiare sono: stile genitoriale improntato su affetto e fermezza, buona coesione familiare, atteggiamento fiducioso e ottimista, aspettative realistiche e sistema di credenze adeguate rispetto a potenzialità e limiti del bambino. Inoltre, risultano fondamentali il coinvolgimento e sostegno affettivo della famiglia allargata, le risorse della rete sociale di supporto.
Come si svolge l’assessment iniziale con i genitori?
L’efficacia di un intervento di parent training dipende innanzitutto da un buon assessment iniziale, che può già essere considerato come prima fase dell’intervento. Attraverso questo, infatti, il genitore può identificare i suoi pensieri ricorrenti e le situazioni più difficili che vive quotidianamente: la sola maggiore consapevolezza può rappresentare un fattore determinante per favorire un processo di ridimensionamento dei pensieri negativi, per non sentirsi gli unici al mondo a sperimentare quelle situazioni e per ridurre il senso di colpa nel non riuscire a gestire alcuni comportamenti. Sono diverse le aree indagate durante l’assessment.
Durante il colloquio: analisi della richiesta, storia di sviluppo del bambino e del comportamento disfunzionale, credenze legate al comportamento disfunzionale, attribuzioni positive e negative riguardo il bambino, strategie adottate, stile genitoriale prevalente, senso di efficacia percepita, situazione famigliare, aspetti socioculturali, aspettative riguardo l’efficacia dell’intervento;
Tramite test e questionari: livello di stress genitoriale, pratiche genitoriali e clima famigliare, stile di parenting, stile attributivo, competenze e aspetti psicologici del bambino;
Tramite un’analisi funzionale ABC (antecedent-behavior-consequence): analisi dell’interazione genitore-bambino, analisi degli antecedenti al comportamento disfunzionale, analisi delle reazioni e delle strategie adottate dal genitore.
Parent training individuale o di gruppo?
Il parent training può essere condotto in sessioni individuali di coppia o in sessioni di gruppo, dove vengono coinvolte circa 4-5 famiglie. I principi e gli obiettivi sono gli stessi.
Tra i vantaggi del parent training di gruppo, ricordiamo la possibilità di affrontare le difficoltà educative e l’acquisizione di competenze attraverso un clima di collaborazione e condivisione delle esperienze personali. Questo clima favorisce lo scambio di esperienze pratiche ma anche la gestione di difficoltà emotive.
La composizione del gruppo dev’essere quanto più possibile omogenea, per età e per problematiche presentate dai figli, come anche per le caratteristiche dei genitori.
Come si struttura un programma di parent training?
Il programma prevede dai 4 ai 10 incontri a cadenza bimensile. Ogni incontro è strutturato in 3 parti:
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introduzione dell’argomento e presentazione dei punti salienti su cui verterà l’incontro;
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esercitazione pratica in cui i genitori mettono in scena della situazione e provano ad applicare strategie per tentare di risolvere la situazione;
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breve riassunto e proposta di esercizi da fare a casa.
Quali sono gli obiettivi del parent training?
I programmi di parent training si pongono l’obiettivo di rendere i genitori agenti di cambiamento nella vita dei loro figli e nelle loro abitudini comportamentali. L’obiettivo del parent training non è solo quello di fornire ai genitori le strategie per la soluzione di un problema, ma anche di supportare il bambino e incoraggiarlo nel momento in cui agisce in modo efficace. Uno degli obiettivi del parent training è quello di aiutare i genitori a riconoscere e sfruttare le risorse del bambino.
Che ruolo gioca l’alleanza terapeutica nell’intervento con il bambino?
Il primo passo per un trattamento efficace è incoraggiare una buona alleanza terapeutica, ossia una relazione collaborativa. L’alleanza terapeutica rappresenta il fattore aspecifico maggiormente predittivo per un intervento efficace. Essa si compone di tre elementi:
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la condivisione di obiettivi tra genitori e terapeuta;
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la definizione dei reciproci compiti perché si realizzi il cambiamento;
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il legame affettivo della relazione terapeutica, caratterizzato da fiducia e rispetto.
Nel caso del parent training, c’è una condivisione dell’intenzionalità di base fra genitori e terapeuta, il cui obiettivo comune è modificare i comportamenti negativi del bambino, formando una squadra che lavora insieme per raggiungerlo. Ciò contribuisce al successo terapeutico.