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I mini gialli dei dettati 2
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L’approccio narrativo nel lavoro clinico con bambine/i e adolescenti

Dal racconto alla scrittura, dal disegno al gioco: il potere delle storie nei contesti clinici ed educativi

Diversi autori, tra cui Jerome Bruner, hanno evidenziato quanto il racconto sia un organizzatore della realtà e come esista una dimensione narrativa della mente. Fin dall’infanzia la conoscenza di sé si struttura sotto forma narrativa; l’identità stessa può essere intesa come una storia costruita su sequenze, attribuzione di significati, tentativi di trasformazione evolutiva dei rapporti tra sé e il modo, previsione del possibile e del futuro.

I bambini, le bambine e gli/le adolescenti, così come gli adulti, ricorrono alla narrazione per dare senso alle loro esperienze, per renderle “vivibili”, per condividere bisogni e difficoltà che incontrano nel loro percorso di crescita.

Nel lavoro clinico con bambine/i e adolescenti la narrazione rappresenta un elemento importante per l’emergere di esigenze affettive e bisogni emotivi, oltre che per dare significato alle esperienze di vita nella cornice della storia di ciascuno/a. Per facilitare il processo narrativo in terapia si possono utilizzare diverse modalità, che variano in base all’età del bambino o della bambina e che possono essere adattate alla situazione specifica. Possiamo ricorrere al racconto libero, alla scrittura, al disegno, al gioco (Agosti e Seassaro, in Luberti e Grappolini, 2021), fino all’utilizzo delle fiabe per far emergere analogie e differenze con la propria storia (Bertaccini e Berti, in Bertacchi, Mammini e Anatra, 2022).

I benefici dell’approccio narrativo nell'affrontare eventi traumatici

L’approccio narrativo si dimostra utile anche nell’affrontare ed elaborare esperienze traumatiche. In un contesto di cura, infatti, è importante dedicare spazio e tempo alla ricostruzione narrativa degli eventi traumatici per due motivi principali.

In primo luogo, sistemare e riorganizzare i vari aspetti del ricordo rappresenta già di per sé un processo elaborativo che consente a bambini/e e ragazzi/e di intervenire attivamente nella rilettura della propria autobiografia. 

In secondo luogo, il racconto consente di riesporsi al trauma senza esserne ri-traumatizzati, attivando un progressivo processo di desensibilizzazione, scollegando i pensieri e i ricordi dalle emozioni negative soverchianti di paura, rabbia, colpa, ansia (Bertaccini e Berti, in Bertacchi, Mammini e Anatra, 2022). In questo modo le esperienze traumatiche possono essere ridefinite e trovare un significato nella propria storia, ridefinendosi all’interno di una concezione di Sé più ampia e positiva.

Anche in un contesto educativo, ad esempio per interventi a scuola, l’utilizzo di un approccio narrativo può costituire il punto di partenza per un lavoro efficace con bambini/e ragazzi/e, in cui sperimentare le aree emozionali critiche dentro alla simbologia del gioco, alle metafore delle favole o nella narrazione di sé.

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