IT
I mini gialli dei dettati 2
Carrello
Spedizioni veloci
Pagamenti sicuri
Totale:

Il tuo carrello è vuoto

|*** Libro Quantità:
Articoli e appuntamenti suggeriti

Perché cambiare approccio nell’insegnamento dell’italiano - Erickson 1

Perché cambiare approccio nell’insegnamento dell’italiano

Ne abbiamo parlato con Jenny Poletti Riz, docente di lettere che ha introdotto e sperimentato per la prima volta in Italia la metodologia del Writing and Reading Workshop.

Come dimostrano l’esperienza quotidiana degli insegnanti e le rilevazioni nazionali e internazionali, le competenze di scrittura di moltissimi studenti italiani sono drammaticamente scarse. Sono molteplici le cause, ma questo scenario evidenzia i limiti delle modalità tradizionali di insegnamento dell’italiano. Ne abbiamo parlato con Jenny Poletti Riz, docente di lettere che ha introdotto e sperimentato per la prima volta in Italia la metodologia del Writing and Reading Workshop, ideata dal Teachers College della Columbia University.

PROFESSORESSA POLETTI RIZ, PERCHÉ È SEMPRE PIÙ NECESSARIO UN APPROCCIO DIDATTICO RADICALMENTE DIVERSO ALL’INSEGNAMENTO DELLA SCRITTURA?

Ci sono numerose risposte a questa domanda. Me ne spunta in mente un elenco e ve le propongo così, in ordine sparso.

  1. Perché i nostri studenti sono attualmente poco motivati e coinvolti.

  2. Perché i nostri studenti leggono pochissimo e scrivono ancora meno sia in classe che a casa (social network e instant messaging a parte).

  3. Perché l’approccio abituale all’insegnamento della scrittura e della lettura di norma non permette ai nostri alunni di scrivere per avere un impatto sul mondo e per indagare su loro stessi con onestà.

  4. Perché la «grammatica» si apprende meglio attraverso la scrittura e non viene prima della scrittura.

  5. Perché gli studenti mostrano troppo spesso scarsi miglioramenti nella scrittura e nella lettura nel corso degli anni.

  6. Perché i nostri allievi hanno bisogno di esprimersi anche attraverso la scrittura, ma non lo possono fare con il metodo attualmente in uso nelle scuole non potendo scegliere argomenti che stanno loro a cuore.

  7. Perché le modalità standard utilizzate in classe non favoriscono il processo di scrittura, che è diverso per ciascuno, pur avendo tappe comuni.

  8. Perché la scrittura non viene insegnata a scuola come «tecnica e mestiere» e l’acquisizione di competenze non passa da un insegnamento diretto, esplicito, mirato, in situazione.

  9. Perché l’insegnamento abituale è scarsamente inclusivo e individualizzato.

  10. Perché l’insegnante, nella cornice tradizionale, ha un ruolo marginale nel processo di scrittura e di lettura degli studenti, mentre dovrebbe essere il maestro di scrittura, come nelle botteghe artigiane.

PERCHÉ L’INSEGNAMENTO ABITUALE DI LETTURA E SCRITTURA NON FUNZIONA?

Il primo e più importante motivo per cui occorre cambiare approccio all’insegnamento dell’italiano rinvia a una ragione pratica. 

Dobbiamo cambiare perché, molto semplicemente, quello che abbiamo fatto e stiamo facendo per insegnare la scrittura e per far diventare i nostri studenti lettori-scrittori-critici-appassionati-per-tutta-la-vita non ha funzionato e non funziona. In particolare mi riferisco alla scuola secondaria di primo e secondo grado.

Questa affermazione non ha la presunzione di basarsi su un’analisi accurata della ricerca o sulla statistica. È semplicemente una constatazione che deriva dalla mia esperienza di insegnante e dalle riflessioni di decine e forse centinaia di insegnanti con i quali mi sono confrontata nel corso di tanti anni. Ma, considerando i dati proposti da alcune ricerche, possiamo trarre conferma di ciò che la nostra intuizione di insegnanti ci dice, o perlomeno di ciò che dice a chi di noi si pone domande, mettendosi in discussione.

Sappiamo, in effetti, che un buon numero dei nostri studenti non ama leggere o a volte smette di farlo proprio a partire dall’inizio della scuola media o superiore.

Sappiamo altrettanto bene che l’evoluzione dei nostri studenti come scrittori in particolare dalla prima alla terza media è insoddisfacente.

Sappiamo anche che diventare lettori capaci per tutta la vita porta con sé un vantaggio enorme per i nostri studenti sia in termini pratici — possibilità di carriera, life-long learning, capacità di gestirsi nel mondo complesso del XXI secolo — sia per aumentare la loro felicità personale. E sappiamo che non meno importante è la competenza della scrittura.

CHE COSA POSSONO FARE GLI INSEGNANTI PER MODIFICARE QUESTA SITUAZIONE?

Molti di noi, mossi da queste constatazioni, si interrogano e provano alternative. Si tratta però quasi sempre di iniziative sporadiche: attività di promozione della lettura e proposte di scrittura creativa. Non si giunge a un approccio didattico radicalmente diverso, strutturato e organico: e in effetti un metodo alternativo non è qualcosa che si trovi dietro l’angolo e, anche se lo si trova, non è facile da applicare nei contesti spesso rigidi delle nostre scuole.

Capisco dunque la difficoltà di molti colleghi che come me si pongono domande e fanno comunque del loro meglio per appassionare gli studenti alla lettura e alla scrittura. Il laboratorio di scrittura ideato dal Teachers College della Columbia University e fondato su decenni di sperimentazioni e di ricerche, propone una metodologia completa da cui prendere spunto per modificare alcune routine e la vostra pratica, anche se deciderete di non abbracciare in toto quelle proposte.

Leggi anche...