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I mini gialli dei dettati 2
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A chi raccontano le storie i bambini?

Raccontare è un'esperienza complessa, che richiede impegno, ma che resterà impressa nella memoria

Raccontare una storia è un’esperienza complessa. Esige memoria, brillantezza, possesso di soluzioni linguistiche sintetiche e sviluppa più autostima di tante schede ed esercizi. È un’esperienza propedeutica al riassunto scritto senza i suoi formalismi.

 

È la competenza orale che prepara il terreno alla composizione scritta. È la voce dei bambini e il silenzio dell’insegnante. È il programma di cambiamento del metodo analogico. A chi raccontano la storia i bambini? Anzitutto a loro stessi, oppure, quando il contesto lo permette, a un familiare o all’insegnante. Il raccontare entrerà per sempre nel novero delle esperienze infantili che non si dimenticano più.

 

Per questo è importante che i bambini si confrontino inizialmente con storie semplici, adatte al racconto orale, senza intrecci complessi. Per appassionare i bambini alle storie è anche utile evitare le “classiche” domande di comprensione del testo, che vengono fatte al termine della lettura. Queste danno al bambino la sensazione di essere sotto «interrogatorio».

 

I bambini che falliscono nelle domande di comprensione scritte dei compiti scolastici, a casa si appassionano a storie fantastiche senza perdersi nulla. Inoltre, il gusto per la lettura non è un argomento suscettibile di misurazione. E il vero obiettivo è sentire che si sta sviluppando amore, passione, curiosità, piacere per la lettura. A nessuno di noi piacerebbe, alla fine di un racconto che abbiamo apprezzato, sentirsi fare delle domande di comprensione.

 

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