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I mini gialli dei dettati 2
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Mai mollare e… allenati!

Un ragazzo con sindrome di Down racconta la sua vita e le sue avventure sportive


Marta, Francesco, Ilaria, Pierpaolo, Carolina, Nicolò, Federica, Niccolò, Cristina, Spartaco ed Elena sono le ragazze e i ragazzi con sindrome di Down protagonisti del libro “Giù per la salita” di Martina Fuga e Carlo Scataglini. Nel libro parlano delle loro esperienze a scuola, al lavoro e con gli amici, raccontano le loro passioni, le loro storie d’amore e la loro vita indipendente, dandoci un messaggio straordinario di autonomia, consapevolezza e fiducia verso il futuro.

Leggendo i loro racconti ci rendiamo conto che la loro vita può essere più vicina alla nostra di quello che crediamo e che i loro bisogni non sono bisogni speciali, ma bisogni umani, così come i loro sogni. 


Ecco un estratto dell’intervista realizzata dall’autrice Martina Fuga a Niccolò Vallese, uno dei ragazzi protagonisti del libro.

Niccolò, che importanza ha per te lo sport?

Allora, in poche parole, prima io non facevo sport. Adesso lo faccio perché adesso comincia a piacermi.


Quando dici «prima non lo facevo» cosa intendi? Fino a che età?

Se non mi sbaglio fino a 18 anni.


Non hai mai fatto sport?

No.


Quindi tu non facevi tanto sport fino ai 18. Poi a 18 anni cosa è successo?

Poi più avanti… ho conosciuto Alex Toselli, è lui che ha preso questo albergo. Ha preso questo albergo e da lì poi mi ha detto: proviamo a inserire Niccolò sullo sport, facendo le maratone.

Mi ha proposto per questo sport, per servire, per capire…


Ora vorrei che mi raccontassi della tua avventura alla maratona.

La mia avventura della maratona, vabbè a parte andare sempre a New York. Per tre volte di fila…

 

Com’è allenarsi per una maratona?

Molto dura e molto difficoltoso. Però io questa cosa adesso comincio a non pensarlo e cerco di tirare avanti e… poi è anche bello lo sport perché ti distrai.


Ti distrai? Da che cosa?

Ti distrai e poi ti scarica anche la tensione, mi scarico un po’ di tensione, molta tensione.


E quando sei andato a New York come è andata? Raccontami di New York, hai preso un aereo insieme ad Alex e a chi?

Vabbè, a parte la compagnia anche lì… insieme ad altri ragazzi.


Altri ragazzi che hanno corso con te?

Sì, esatto, ero con dei ragazzi Down, ero insieme con loro. Siamo andati su insieme fino a New York, eravamo un bel gruppo.


Come ti sentivi prima della partenza?

Prima della partenza beh, adesso ero tranquillo ma le prime volte ero talmente agitato!


Senti, tu e questi ragazzi che erano con te, avete corso insieme?
Sì.

Oppure ognuno ha corso al suo passo?

Abbiamo corso insieme poi ci siamo separati, ci siamo ritrovati poi il giorno dopo.


Hai corso tutti e 42 i chilometri e i 195 metri?

Sì. E ho pure migliorato il tempo quest’anno.


Davvero?

Tre volte di fila.


Che tempo hai fatto?

Allora, la prima è stata 7 ore e 37, la seconda era meno di 7 ore e 37 e la terza ancora meno, sulle 7 ore e 13 minuti.

E non trovi che sia straordinaria questa cosa? Anche io ho corso una maratona ed è stata un’impresa…

Sì, adesso ho cominciato a sentirmi veramente speciale.


Che significato ha avuto per te fare questa esperienza?

Comincio a essere molto diverso su questa cosa adesso. Sul serio. Mi sento molto diverso perché adesso mi sento proprio… che si stanno proprio realizzando i miei sogni.


Ti chiedo un consiglio per correre la maratona.

Allenarsi! Poi questo è quello che so io. Vabbè, bisogna prima pagare l’iscrizione e tutto quanto. Poi su a New York bisogna andare il giorno prima a ritirare, bisogna prendere il kit con la pettorina e tutto quanto con il numerino. Aspetta, ti faccio vedere le foto…

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