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Ma la scuola a distanza è sempre esistita

Come si è evoluta la formazione a distanza dai corsi per corrispondenza dell’Ottocento fino all’aula virtuale di oggi: una storia raccontata da Mario Menghi, docente e formatore AID

Le trasformazioni che hanno caratterizzato la società negli ultimi trenta anni ci spronano ad una riflessione sui cambiamenti tecnologici avvenuti fino ad oggi e su quelli che si potrebbero prospettare in futuro, soprattutto per quanto riguarda la scuola, l’apprendimento e le strategie didattiche messe in atto, in considerazione delle recenti indicazioni istituzionali volte a contenere le emergenze virali che hanno in questi ultimi mesi messo a rischio l’apparato didattico dell’intero mondo scolastico di tutta Italia e del mondo intero. Nella concretezza di questi imprevisti può sembrare anche troppo facile chiedersi se la funzione di una didattica frontale e in presenza sia ancora attuale e significativa oppure sia possibile individuare altre forme d’insegnamento e di apprendimento alternative a ciò che ha caratterizzato la scuola da sempre. Appare dunque naturale domandarsi se questi processi possono continuare ad esistere, se devono continuare restando inalterati oppure si possono modificare trasformandosi e adattandosi alle nuove realtà e alle eventualità di nuovi contagi e/o nuove pandemie che possono verificarsi in futuro. In conseguenza di queste realtà, la scuola, negli ultimi mesi, ha dovuto cambiare le proprie metodologie didattiche e i docenti, più o meno preparati ad affrontare l’innovazione, hanno dovuto mettere in atto una serie di attività online per poter continuare ad offrire la loro professionalità ai discenti, senza disperdere ciò che è stato il lavoro eseguito dall’inizio dell’anno scolastico ad oggi e senza lasciare gli allievi in balia di loro stessi. Questo tipo di attività è stata successivamente definita “Didattica a Distanza”. Nel caso concreto si è proposto, come alternative alle lezioni tradizionali, un tipo di insegnamento online, attraverso le connessioni Internet, in modalità interattiva o asincrona.

È pur vero che non si tratta di una modalità innovativa in quanto da almeno due secoli esiste quella che viene definita Formazione a Distanza (FaD), ma quest’ultima è sinceramente di altro tipo, rispetto a ciò che le scuole hanno realizzato in questi ultimi tempi. In verità sono esistite tre modalità di FaD ottenute in base alle tecnologie che l’uomo aveva a disposizione in quel preciso momento.

La didattica a distanza per corrispondenza (prima generazione)

L’attività didattica a distanza, conosciuta come “didattica per corrispondenza”, nata nella seconda metà dell'Ottocento, utilizzava la spedizione postale per la distribuzione di materiali, solitamente cartacei, a studenti, per lo più lavoratori, che difficilmente avrebbero potuto presenziare presso le sedi scolastiche. L’alto livello di analfabetismo e la scarsità di risorse economiche non permettevano la frequenza scolastica quotidiana in presenza ai lavoratori studenti. Chi riusciva a sacrificarsi, dopo intense giornate di lavoro, ad impegnarsi anche nello studio, veniva inviato materiale cartaceo per lettera, il tutto corredato da una sorta basilare di metodo di studio e da verifiche scritte sotto forma di test che tornavano, sempre per posta, ai docenti (spesso anonimi) del corso.

Le prove di valutazione rappresentavano l’unica modalità di interazione fra docente e studente, sempre in maniera asincrona. Purtroppo di tali corsi rimangono limitate testimonianze. La città europea da cui partì il primo corso di formazione a distanza documentato fu Londra nel 1840.

La didattica a distanza attraverso gli apparati audiovisivi (seconda generazione)

Successivamente, nella prima metà del ‘900, all’epoca della diffusione delle apparecchiature radiofoniche, la formazione aveva luogo per diffusione “via etere” (lo spazio come luogo di propagazione delle onde elettromagnetiche).
Si stava verificando così il passaggio da una modalità di comunicazione impersonale a una modalità diffusionale, cioè da pochi soggetti che a richiesta erano coinvolti nell’apprendimento, a una formazione generalizzata.

Solitamente i corsi diffusi tramite una formazione radiofonica continuavano ad utilizzare i supporti cartacei, inviati per corrispondenza, che erano fondamentali per le fasi di verifica e valutazione. Intorno agli anno ’60, con la diffusione del mezzo televisivo si ampliavano le opportunità formative, soprattutto per un pubblico ancora analfabeta o con bassa scolarizzazione, attraverso programmi opportunamente progettati (ricordiamo il successo della trasmissione “Non è mai troppo tardi” condotta dal maestro pedagogista Alberto Manzi, che ha insegnato a leggere e a scrivere ad un considerevole numero di adulti analfabeti del nostro paese). Sempre con l’uso della televisione si iniziò la personalizzazione dell’offerta formativa attraverso la commercializzazione delle cassette VHS (Video Home System) che si integrarono ai sistemi di didattica erogati in precedenza. Intorno agli anni novanta si sviluppò, in ambiente universitario, la condivisione televisiva di corsi di laurea ottenuta per videoconferenza, in diretta o in differita, da illustri docenti appartenenti alle università italiane e straniere. In questo modo era possibile seguire le lezioni dei corsi universitari, poter vedere e rivedere continuamente la lezione, se questa veniva registrata, e prepararsi per gli esami che dovevano essere svolti in presenza così come la tesi di laurea.

In questo modo si sono potuti laureare un numero consistente di studenti ritardatari, o fuori corso, acquisendo quella che venne chiamata “Laurea On Line” che, essendo rilasciata ufficialmente dalle Università, manteneva lo stesso valore legale delle lauree discusse in presenza.

La didattica a distanza attraverso le tecnologie informatiche (terza generazione)

Nella seconda metà del ‘900, con la diffusione graduale del personal computer in ambito domestico, si rese possibile l’interazione con la formazione a distanza in due modalità diversificate dai dispositivi utilizzati.
La fase off-line prevedeva l’utilizzo di supporti fisici con memoria di massa rimovibile (floppy-disk, cd-rom, dvd, usb pen, ecc…) che andarono gradatamente a sostituire le cassette VHS. Oltre a ciò, la corrispondenza diventò digitale e inviata tramite e-mail. Questo tipo di spedizione accelerò notevolmente lo scambio epistolare, diffuso ormai in buona parte del mondo in modalità virtuale.

La fase on-line viene caratterizzata dall’uso della rete Internet per quanto riguarda le lezioni erogate allo scopo di acquisire conoscenze da parte dell’utente, sia per l’interazione delle verifiche sia per la conseguente valutazione. Questo tipo di formazione risulta essere più attiva e articolata in quanto prevede il ruolo dinamico dell’allievo nell’apprendimento cooperativo e collaborativo. La fruizione dei contenuti a distanza denominata e-learning, è basata sui sistemi informatici e telematici, dove il massimo rendimento è ottenuto interamente dalle nuove tecnologie, ed è al momento ancora utilizzata. Ulteriori sviluppi ci sono stati negli ultimi tempi, soprattutto nell’intenzione di sviluppare nuove forme di interazione a distanza che hanno consentito l’allestimento di aule virtuali con la partecipazione alle lezioni dalla propria abitazione. Ciò è avvenuto con l’emergenza globale che ha toccato la scuola in questi ultimi mesi a partire da marzo fino alla fine dell’anno scolastico 2019-2020.

L’aula virtuale come nuovo ambiente di apprendimento

L’aula fisica diventa così un’aula virtuale, seppur diversa e senza rapporti umani diretti, rimanendo pur sempre l’ambiente dell’insegnamento e dell’apprendimento fra docenti e discenti con uno scambio continuo, rigorosamente on line, di materiale di studio, di filmati e videoconferenze con conseguenti verifiche e relative valutazioni.

Le tecnologie offrono alle scuole l’opportunità di non interrompere il rapporto didattico con gli studenti e di rimanere in contatto con loro, anche se a distanza. Questo è ciò che sta avvenendo soprattutto in questi tempi di emergenza, nei quali la scuola, con enormi sforzi e ininterrotta determinazione, è riuscita a recuperare una buona parte di ore di lezione che altrimenti sarebbero andate perdute. Una serie di corsi di formazione, sempre online, creati ad hoc dalle agenzie formative che si occupano del miglioramento del sistema scolastico e di tematiche educative, hanno rappresentato l’estremo tentativo di fornire supporto ai docenti per far conoscere loro come attivare le procedure per la gestione delle aule virtuali di apprendimento, di studio e di aggregazione in rete tra docenti e discenti. Il tutto illustrato da appositi e dettagliati webinar trasmessi continuamente in ogni orario della giornata.

È nata in questo modo la Didattica a Distanza che ha coinvolto migliaia di utenti tra docenti e studenti di tutte le tipologie di scuola: dalle università (dove sono stati svolti esami e tesi di laurea gestiti in rete), a tutte le altre comunità educative, comprese le scuole dell’infanzia.

È con la Didattica a Distanza, formazione a distanza di terza generazione o formazione in rete, che si sviluppa un approccio educativo basato sui modelli dell'apprendimento collaborativo dove i contributi individuali e l'esperienza pregressa dei singoli giocano un ruolo decisivo nella crescita collettiva del gruppo.

Vengono preferite alcune piattaforme formative piuttosto che altre nella grande maggioranza delle scuole, nonostante le mille difficoltà incontrate e gli esiti più o meno soddisfacenti. È impegno di tutti, dirigenti scolastici, docenti, genitori e studenti, realizzare al meglio la Didattica a Distanza, secondo le differenti necessità formative degli alunni, in dipendenza della loro età, dalle loro modalità di apprendimento, dalla sicurezza nell’utilizzo delle piattaforme e dalle garanzie che la rete offre nel rispetto della privacy di ciascuno e soprattutto dei minori, affinché le componenti della scuola si impegnino in un unico obiettivo: l’educazione e la crescita culturale e personale delle nuove generazioni.

Ma tutto ciò non è sufficiente. È stato riscontrato che non tutti gli allievi sono in condizioni di partecipare alla DaD per mancanza di strumentazioni adeguate e per assenza di connessioni Internet, di collegamenti lenti o non funzionanti, di apparecchiature di condivisione che non sono configurate con accuratezza. Questi impedimenti possono diventare motivo di grande frustrazione oltre che di considerevole discriminazione. Nonostante le scuole siano intervenute immediatamente per sanare queste disparità, purtroppo i fondi messi a disposizione dallo stato, nella maggior parte dei casi non sono stati sufficienti. È vero che, se si vogliono condividere contenuti o utilizzare i social network in tempo reale, è possibile utilizzare lo smartphone, che ormai tutti possiedono, ma non sempre l’uso del piccolo schermo è sufficiente per seguire una lezione o interloquire con chi è dall’altra parte del monitor.

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