Che un male esiga una riparazione di sé ad opera di se stessi dà l’idea della profondità della lesione. […] Come si può pretendere che una coscienza lesa nelle midolla trovi in se stessa l’appoggio necessario a intraprendere il faticoso cammino verso la propria interiorità e verso la solitudine? Per ottenere l’intimità della liberazione, bisogna ricorrere all’ordine oggettivo della comunità.
Lévinas E., Quattro letture talmudiche
Nel Lavoro sociale non è facile spesso comprendere che i disagi esistenziali necessitano primariamente dell’impegno personale diretto.
La sensazione è che, se una persona ha fallito «sin qui», manchino delle basi per potersi aiutare e riemergere dalla sofferenza. Lévinas ci dice che nessuna salvezza può emergere se non dalla responsabilità individuale verso se stessi. Al contempo tuttavia ogni riparazione è sempre un fatto sociale, una condivisione. Il Social work relazionale fissa le sue basi su questi principi.