Non c’è posto per la giustizia intesa come ragione ideologica che promette, al compimento delle sue opere politiche, l’armonia sociale. La differenza è radicale. La giustizia (o la rivolta all’ingiustizia) viene prima dell’azione; l’azione è funzione della giustizia e non il contrario: la giustizia non è valore finale ma principio e movente. Essa sta alle nostre spalle, come valore morale che dobbiamo adempiere; non sta davanti a noi, come il sol dell’avvenire che dobbiamo rincorrere ad ogni costo. Zagrebelsky G., Intorno alla legge: Il diritto come dimensione del vivere comune.
È connaturata al Social work l'affermazione, in ogni sua pratica, della giustizia sociale. Dalle gravi e palesi lesioni dei principi di giustizia discendono molti — o forse tutti! — «problemi» che gli operatori sociali debbono combattere. Ed è qui che si fa utile la riflessione di Zagrebelsky
Gli operatori sociali debbono intercettare le ingiustizie, condividerle con tutti coloro che le possono vedere, e ripararle con pazienti e umili rammendi, per quanto possibile.
È insano oltreché illogico che essi si mettano in mente di costruire una loro vagheggiata palingenetica giustizia. Le benintenzionate «devastazioni» del ’68 sono ancora lì a insegnarcelo.