“...un tale individuo, anche se in condizioni di estrema deprivazione e ridotto a una vita molto misera, può apparire non così svantaggiato nei termini della metrica mentale del desiderio e del suo appagamento, nonché nei termini del calcolo dei piaceri e dei dolori.” Amartya Sen.
Ciò che qui Amartya Sen, premio Nobel per l’Economia (1998),ci vuole dire è che sarebbe sempre opportuno, per gli operatori sociali, guardare le persone o le famiglie con cui si è in contatto non solo con i propri occhi di osservatori tecnici distaccati, bensì primariamente con gli occhi di chi vive dall’interno, in asse con la propria soggettività, la traiettoria di vita che sta esperendo.
Non solo è necessario guardare ai bisogni e affanni altrui oggettivamente misurabili, bensì anche ciò che le persone desiderano e apprezzano di se stesse, o ciò di cui esse si sentono appagate.