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 Come il poverty aware paradigm può guidarci? 1

Come il “Poverty Aware Paradigm” può guidarci?

Cos’è possibile fare nella pratica quotidiana di operatori sociali ispirandosi al “Poverty Aware Paradigm” proposto dalla studiosa israeliana Michal Krumer-Nevo

Come operatori sociali che lavorano quotidianamente con persone che vivono situazioni di difficoltà economica possiamo cercare di mettere in atto piccoli accorgimenti che possono accompagnarci gradualmente verso un cambio di paradigma, senza necessariamente attendere un cambio nel sistema di welfare o nell’organizzazione dei nostri servizi.

Il nostro essere e il nostro fare potrebbero cominciare dal:

  • dare ascolto alle persone con cui lavoriamo, attribuendo dignità e valore alle loro storie concependole come sapere legittimato;

  • riconoscere il dolore e i loro vissuti di sofferenza ed esclusione, così come le loro aspirazioni più profonde;

  • entrare nel loro quotidiano, accompagnandoli anche fisicamente nel compiere azioni e pratiche, per accorgersi delle micro-aggressioni e discriminazioni che vivono da parte della società e che possono ostacolarli nel raggiungimento di obiettivi o anche solo nel portare a termine piccoli compiti;

  • dare importanza agli aspetti materiali, ai bisogni economici, alla mancanza di beni di prima necessità riconoscendo come essi possano essere alla base di scelte obbligate che, in condizioni diverse, non avrebbero compiuto;

  • riconoscere nei comportamenti che mettono in atto quotidianamente i tentativi di resistere alla povertà, cogliendo in essi le motivazioni di riscatto umano e sociale che ne stanno alla base e non fermandoci a una superficiale lettura delle loro azioni;

  • porsi al loro fianco, rispettandoli e percependoci dalla loro parte, uniti dal tentativo di migliorare la situazione;

  • prestare attenzione a non utilizzare, nello scritto e nel parlato, un linguaggio etichettante che imprigiona in categorie o attribuisce ad essi colpe o comportamenti di pigrizia;

  • fidarci per primi di loro e di quello che ci raccontano, affinché anche loro possano fidarsi di noi;

  • mantenere alta la speranza, non una speranza cieca e ingenua, ma una speranza radicale, critica, una fede fondata su valori e principi che ci permettono di continuare ad agire in modo umano e sensato, oltre che professionale.

L’articolo completo “Come il Poverty Aware Paradigm può guidarci?” è disponibile sul numero di giugno 2021 della rivista Erickson “Lavoro sociale”

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