I recenti dati (Caritas Italiana 2021, Osservatorio INPS sul Reddito e Pensione di cittadinanza 2021) aiutano a fare chiarezza nel discorso sul Reddito di Cittadinanza, andando oltre la strumentalizzazione politica cui assistiamo.
Nel mese di ottobre 2021 sono oltre 1,3 milioni i beneficiari di Rdc/ Pdc (Pensione di cittadinanza), con un importo medio di 547 euro, anche se si evidenziano significative differenze tra Nord, in cui gli importi sono mediamente minori, e Sud del Paese. Il rapporto Caritas si sofferma su un aspetto rilevante: il take-up, la quota di persone che riceve il sostegno tra gli aventi diritto, è molto elevato (80%). Ciò non significa che tutte le persone in povertà siano coperte dal Rdc, dal momento che i requisiti che determinano l’accesso alla misura sono differenti da quelli che individuano la condizione di povertà. Dalle stime appare che circa il 44% delle famiglie che si trovano sotto la soglia di povertà assoluta ne beneficia e di queste circa il 60%, grazie alla misura, riesce a superare la soglia, con importi più generosi per le famiglie mono-componenti rispetto a quanto ricevuto dalle famiglie numerose. Inoltre, emerge che ci sono persone che ricevono il Rdc pur non trovandosi in povertà assoluta (per lo più nuclei di piccola dimensione, residenti nel Sud Italia, composti da over 67). Tale aspetto deriva da problemi di targeting presenti nel disegno del Rdc: come il calcolo dell’importo che tende a svantaggiare le famiglie numerose e che non considera il costo della vita nelle aree del Paese.
Si nota allora che molte persone, pur vivendo in povertà assoluta, non accedono al Rdc. In particolare:
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stranieri che non hanno possibilità di accedervi a causa dei requisiti legati agli anni di residenza e al mancato possesso del permesso di soggiorno di lungo periodo. I dati testimoniano di come l’accesso al Rdc sia basso da parte degli stranieri, nonostante siano esposti fortemente alla povertà (Osservatorio INPS sul Reddito e Pensione di cittadinanza 2021, Caritas e Migrantes 2021). Il Rem (Reddito di emergenza), attualmente non più esigibile, ha intercettato molti esclusi dalla misura: il diritto a un sostegno emergenziale non ha imposto limiti legati al radicamento territoriale e al titolo di soggiorno. Nel nostro Paese oltre al Rdc sono diverse le misure, per esempio in ambito di sostegno alla famiglia e alla natalità, che di fatto limitano l’accesso agli stranieri;
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chi ha patrimonio mobiliare poco sopra la soglia ma ha Isee entro la soglia di accesso;
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alcune persone residenti nel Nord, dal momento che le soglie di accesso al Rdc sono le stesse nelle diverse aree del Paese, nonostante il costo della vita sia differente;
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chi pensa di non potervi accedere. Molti ritengono di non avere diritto al Rdc e non presentano domanda. Ciò può verificarsi anche a causa delle informazioni deficitarie, confusive o non veritiere in uso nel dibattito comune e che rischiano di danneggiare i più fragili, soli, privi di una rete di sostegno (dalla norma non è previsto un punto unico di accesso che agevoli la diffusione di informazioni univoche e corrette ai potenziali beneficiari).
L’articolo completo “Il reddito di cittadinanza” è disponibile sul numero di gennaio 2022 della rivista Erickson “Lavoro sociale”
