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Il benessere nelle strutture residenziali 1

Il benessere nelle strutture residenziali

L’importanza delle relazioni interpersonali tra ospiti, familiari e operatori

Le strutture residenziali sono fra i luoghi che influenzano maggiormente le relazioni fra le persone che le abitano, i loro familiari e gli operatori che vi lavorano al suo interno.
De Girolami e Faggian, nel loro volume dal titolo La relazione nelle strutture residenziali. L’operatore, i familiari, l’utente (Carocci, 2006), ci aiutano a pensare la struttura residenziale non come un semplice «contenitore neutro», ma al contrario, come dotata di elementi vitali pensati per contribuire a fornire tutti quei servizi dei quali è costituita.

La struttura residenziale è dunque un’organizzazione e come tale la possiamo pensare come uno strumento dotato di una certa quantità di risorse, ideato per rispondere a obiettivi precisi e orientato a conseguire determinati risultati. La vitalità dell’organizzazione la ritroviamo nel fatto che a farla funzionare e a rappresentarla sono le persone che, attraverso i diversi ruoli in cui si identificano, ne vanno a costituire la variabile determinante. Ci sono due elementi fondamentali che ci possono aiutare a comprendere meglio questa particolare organizzazione rappresentata dalla struttura residenziale: il suo ambiente con i componenti dei quali è costituita (operatori, ospiti, familiari) e il clima relazionale che in essa è costantemente presente. Entrambi sono elementi molto utili per arricchire la conoscenza dei rapporti relazionali che intercorrono fra anziani, famiglie e operatori.

Anche quest’ultimi costituiscono un elemento chiave nella relazione che andrà a instaurarsi con l’anziano e il familiare, e la qualità del suo contributo sarà influenzata anche dalle sue specifiche caratteristiche. Parliamo chiaramente di più operatori, perché le professionalità coinvolte nella realtà istituzionalizzata sono numerose: infermieri, OSS, ASA, medici, educatori, psicologi, assistenti sociali, ecc. Dobbiamo quindi pensare e realizzare le strutture residenziali nella prospettiva di un miglioramento della qualità della vita della persona, che — riprendendo le parole di Paolo Ferrario — passa anche e soprattutto attraverso «la personalizzazione dei rapporti interpersonali in ambienti dotati di senso e di significato per la propria memoria e la propria storia».

L’articolo completo “Il benessere nelle strutture residenziali” è disponibile sul numero di gennaio 2022 della rivista Erickson “Lavoro sociale”

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