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Robot per l’assistenza

Come valutare gli effetti che i robot per l’assistenza potrebbero avere sulla dignità delle persone anziane

La pandemia da Covid-19 ha stravolto il mondo intero. Uno dei settori più colpiti è il sociosanitario, che ha dovuto combattere duramente per proteggere la salute delle persone più vulnerabili. Questa drammatica esperienza, soprattutto nelle residenze per anziani, potrebbe incentivare l’utilizzo dei robot nell’assistenza. Diversi articoli scientifici, infatti, sottolineano come l’utilizzo dei robot possa aumentare l’efficienza delle strutture sanitarie, facilitare il distanziamento fisico e alleviare le esigenze delle attività di assistenza sanitaria in condizioni critiche e pericolose per la salute, al fine di salvaguardare vite umane migliorando al contempo il benessere delle persone assistite.

Ma quale effetto hanno i robot sulla dignità degli anziani? La professoressa Amanda Sharkey del Dipartimento di Informatica dell’Università di Sheffield ha offerto un importante contributo in questo ambito nel suo articolo dal titolo Robots and human dignity: a consideration of the effects of robot care on the dignity of older people, pubblicato nel 2014 sulla rivista «Ethics and Information Technology». Il tema è di particolare importanza e attualità e va analizzato a fondo per evitare lo sviluppo di soluzioni robotiche che abbiano l'effetto di ridurre, anziché migliorare, la qualità di vita delle persone anziane.

Sharkey propone l’approccio delle capacità (AC) elaborato da Martha Nussbaum come quadro teorico per valutare gli effetti che i robot per l’assistenza potrebbero avere sulla dignità delle persone anziane.

Questo tipo di approccio offre una prospettiva ampia ed esauriente sul concetto di dignità umana, concentrandosi sulle opportunità offerte agli individui. In particolare, il punto di forza dell’approccio è il modo in cui definisce ciò che è necessario perché una vita sia all’altezza della dignità umana. Per Nussbaum è richiesta una soglia minima di dieci capacità centrali: vita; salute fisica; integrità fisica; sensi, immaginazione e pensiero; sentimenti; ragion pratica; appartenenza; altre specie; gioco; controllo del proprio ambiente, che sono la risposta alla domanda: «cos’è in grado di fare e di essere questa persona?».

L’adozione dell’AC consente di fare un passo in avanti verso una maggiore comprensione del rapporto tra dignità e assistenza attraverso i robot. Certo, l’approccio non riesce a cogliere alcuni aspetti della dignità rilevanti per le persone anziane, tuttavia estende e rende più articolata la visione di cosa sia una vita dignitosa. Alcune forme di robotica, dunque, se utilizzate con attenzione e sensibilità, possono aumentare nelle persone fragili e vulnerabili una più ampia serie di capacità centrali o, come dice Sen, di «libertà sostanziali».

L’articolo completo “Robot per l’assistenza” è disponibile sul numero di febbraio 2021 della rivista Erickson “Lavoro sociale

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