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La valutazione linguistica a distanza - Erickson.it 1

La valutazione linguistica a distanza

Riflessioni per un impianto valutativo valido ed equo

La situazione di emergenza che stiamo vivendo ha costretto tutti i docenti a ripensare il proprio insegnamento nella forma della didattica a distanza, con la difficoltà di equilibrare le nuove lezioni con le solite esigenze amministrative, tra le quali non ultima è la valutazione. Proviamo dunque a ragionare assieme sulle possibili modalità di valutazione della didattica linguistica a distanza, riflettendo anche sull’importanza che questo momento fondamentale occupa nel percorso di apprendimento di ogni singolo studente.

1. Perché valutare?

Le recenti dichiarazioni ministeriali sembrano far presagire una ‘promozione garantita (o quasi)’ degli studenti, e questo, se da un lato ci toglie alcune preoccupazioni burocratiche, dall’altro ci costringe a interrogarci sul senso ultimo della valutazione, che non coincide con l’attribuzione di voti, ma ha un valore formativo più profondo.<br>Inoltre, abbiamo tutti familiarità con la distinzione terminologica tra valutazione ‘sommativa’ e ‘formativa’, ma i due concetti sono spesso confusi, tanto che sembra che ogni valutazione sia sempre anche formativa, anche quando in realtà non lo è affatto. Per comprendere le finalità dell’atto stesso di valutare, è forse più opportuno distinguere tra:

  • Valutazione dell’apprendimento, che misura dunque ciò che lo studente ha imparato nell’ambito di un percorso di apprendimento. (il contenuto di questo apprendimento, però, lo focalizzeremo meglio tra un attimo, al punto 2).
  • Valutazione per l’apprendimento, che è progettata per fornire agli studenti e agli insegnanti informazioni utili a comprendere l’efficacia del percorso didattico, per poterlo rimodulare o per poter attivare azioni di rinforzo per i più deboli, ma anche per aiutare gli studenti a migliorarsi.
  • Valutazione come apprendimento, che focalizza invece l’attenzione sul ruolo formativo che ricopre l’atto stesso di auto-valutarsi, e quindi stimola la meta-cognizione degli studenti sul percorso svolto.

2. Cosa valutare?

Le tre forme di valutazione qui descritte ci aiutano a comprendere il COSA valutare, ossia gli ambiti che dovrebbero rientrare in una valutazione linguistica a distanza completa. Possiamo riassumere il COSA in due concetti-chiave, il primo che riguardante la “Valutazione dell’apprendimento”, la seconda riguardante invece la “Valutazione per l’apprendimento e come apprendimento”, le tre suddivisioni che abbiamo proposto sopra:

  1. Prendiamo il concetto di COMPETENZA così come è descritto dal Quadro Comune Europeo: “Per svolgere i compiti e le attività richiesti in varie situazioni comunicative, chi usa una lingua si avvale di un insieme di competenze acquisite nel corso della propria esperienza”: Competenze generali, come ad esempio saper essere, saper fare, saper imparare, e Competenze linguistiche, che riguardano la dimensione dell’uso lessicale, grammaticale, sociolinguistica, pragmatica. Dunque, nel quadro comune Europeo, non sono valutati contenuti linguistici in senso stretto, ma l’uso della lingua in contesti situazionali precisi. E questo è già un punto interessante.
  2. Prendiamo il concetto di FEEDBACK. Il feedback che è sia bidirezionale che multidimensionale: Bidirezionale, perché in primis c’è il feedback che va dall’insegnante allo studente, ad esempio in relazione alla qualità di una produzione linguistica dello studente; ma c’è anche il feedback che va dallo studente all’insegnante, ad esempio in relazione alla qualità dei materiali e dei metodi utilizzati, ma anche alle proprie percezioni circa l’efficacia dell’apprendimento; e Multidimensionale, perché il feedback, sia che lo dia l’insegnante sia che lo dia lo studente, dovrebbe aiutare insegnanti e studenti a capire come sono cambiate, dopo settimane di didattica a distanza, le competenze proposte dal Quadro Comune Europeo, come ad esempio:
    • Competenza sociolinguistica e pragmatica: gli studenti hanno acquisito una maggiore consapevolezza del fatto che la comunicazione cambia a seconda del mezzo che si usa? Hanno scoperto che esiste una netiquette? Si sono forse accorti che le sovrapposizioni dei turni di parola, così naturali per alcuni, non lo sono in una video-conferenza? Nei momenti in cui il segnale andava e veniva, come hanno cercato di colmare le lacune informative (Expectancy Grammar!).
    • Saper essere: da questa esperienza di didattica a distanza, abbiamo forse risvegliato soft skills fondamentali come l’empatia, il rispetto, il coinvolgimento attivo, la capacità di far squadra di fronte all’emergenza?
    • Saper imparare: cosa hanno scoperto gli studenti circa il loro modo di imparare le lingue? Magari hanno acquisito maggiore consapevolezza dell’importanza di auto-esporsi alla lingua, magari si sono accorti che senza una guida l’apprendimento è più difficile (con buona pace di chi, negli anni ‘70 riteneva che l’avvento del PC avrebbe reso inutile l’insegnante di lingua).
    Si potrebbe obiettare che alcune di queste dimensioni sono ‘secondarie’ (ma qui siamo smentiti dal Quadro Comune Europeo stesso!) e ‘difficili da catturare’. Questo ci conduce al terzo e ultimo punto della nostra riflessione, ossia il COME valutare.

3. Come valutare?

Vediamo adesso alcuni suggerimenti per costruire un impianto valutativo che riesca a catturare le tre forme di valutazione di cui abbiamo parlato. Innanzitutto se utilizziamo il concetto di competenza così come descritto dal Quadro Comune Europeo, possiamo decidere che concorrono al voto finale: Le competenze linguistico-comunicative degli studenti (es. 60-70%), le competenze generali (es, 30-40%).

Partiamo dalle competenze linguistico-comunicative. Le prove formali (test) hanno non poche problematiche, perché da un lato in un ambiente non controllato si prestano maggiormente a dare risultati ‘falsati’ (lo studente può copiare, consultare le grammatiche ecc.), e dall’altro sono anche meno funzionali a far emergere le abilità linguistiche. Si potrebbe pensare, invece:

  • Compiti comunicativi in modalità sincrona, da svolgersi a coppie o a piccoli gruppi, in presenza dell’insegnante in videoconferenza oppure in chat. Assegniamo prima uno scenario verosimile (Es. volete iscrivervi al Gruppo FB de La Casa de Papel e dovete rispondere a queste 3 domande, oppure avete creato un gruppo WhatsApp con i compagni della scuola francese con cui farete un gemellaggio elettronico: mettetevi d’accordo per un incontro di gruppo), lasciamo il tempo per prepararsi e poi promuoviamo l’interazione orale o online e REGISTRIAMO.
  • Compiti creativi in modalità asincrona, da consegnare all’insegnante (es. una video-presentazione, una vision board, storie fotografiche, guide all'ascolto di una canzone ecc.), dove l’uso delle risorse internet sia naturale, seppur regolamentato.

Per quanto riguarda le competenze generali: darei un valore alla partecipazione attiva, ma cercherei di cogliere la crescita degli studenti in termini di saper essere e saper imparare attraverso:

  • Take-home quiz (test formali, con scopo auto-valutativo).
  • Questionari metacognitivi.
  • Focus group sui compiti succitati, per stimolare la capacità di auto-analisi, auto-correzione ecc.

Due osservazioni finali

Per una valutazione a distanza efficace, in questo momento sospenderei l’attribuzione formale di voti per ogni singolo compito consegnato dallo studente, facendo valere il principio «Give a kid a grade and learning stops. Give feedback and extending questions and learning goes deeper» (Justin Tarte)

So bene che alcune delle proposte sopra riportate potrebbero allontanarsi da ciò che in questo momento alcuni docenti considerano urgente (valutazione delle performance).

Eppure secondo me questa è l’occasione per rimettere al centro il valore più profondo della valutazione ed includere quelle dimensioni spesso trascurate da chi concepisce la valutazione come ‘test formale’, e che invece consentono di cogliere meglio il livello di crescita degli studenti in tutte le dimensioni di competenza previste dal Quadro Comune Europeo.

Non da ultimo, da quanto abbiamo discusso, emerge come questo tipo di valutazione aiuterebbe a lavorare nella direzione di formare studenti consapevoli, partecipi e autonomi.

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