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La scuola in presenza ai tempi del Covid è ancora più difficile se sei un ragazzo con DSA 1

La scuola in presenza ai tempi del Covid è ancora più difficile se sei un ragazzo con DSA

Una mamma di due studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento, attiva anche nell'Associazione Italiana Dislessia, racconta l’impatto delle misure anti-Covid sulla vita scolastica dei ragazzi

Il rientro a scuola in epoca COVID, almeno all’inizio, è stato un piacere per i ragazzi che, dopo mesi di didattica a distanza (Dad) e di connessioni che non funzionavano, hanno ritrovato le relazioni con i compagni e amici.

Sembra sia quasi tutto roseo e divertente se osserviamo la situazione dal punto di vista dei ragazzi nei primi giorni di scuola. Soprattutto chi comincia un’esperienza nuova, alla scuola secondaria, sia di primo che di secondo grado, è pieno di curiosità, voglia di conoscere persone nuove, avere nuove relazioni, fare nuove esperienze. Per tutti gli altri c’è la gioia di ritrovare i compagni e ambienti a loro familiari.

La quotidianità di queste prime settimane tuttavia non nasconde alcuni disagi, a volte anche importanti. Un esempio fra tutti: la mancanza del personale docente, da cui deriva un orario che cambia in continuazione e un grande turn-over di docenti supplenti. E poi, lezioni rese pesanti dal contesto, anche se si tratta di misure doverose: portare la mascherina, rispettare il distanziamento interpersonale, talvolta trascorrere la ricreazione in classe per non rompere la “bolla protetta” dal punto di vista sanitario all’interno dell’aula. Tutto impedisce la socializzazione spontanea, la comunicazione e un ritmo normale della lezione dopo mesi di DAD. Sembra, tra l’altro, che i ragazzi abbiano perso l’abitudine a mantenere l’attenzione necessaria a seguire ciò che spiegano i docenti. Gli studenti più fragili, non tutti, forse, hanno perso anche la motivazione.

La scuola ai tempi del “COVID” suscita anche timori. Sia da parte della famiglia, che da parte del corpo docente. L’ansia da contagio per il genitore porta a non razionalizzare le situazioni, e spesso a creare falsi allarmismi nonostante le linee guida siano sufficientemente chiare rispetto le procedure da seguire per le segnalazioni da COVID. Il docente a sua volta, può trovarsi spaventato ad affrontare la classe. Per paura del contagio rischia di trincerarsi dietro a una didattica frontale rigida. Tutti questi elementi contribuiscono a creare tensione, rendendo difficile il ritorno a scuola con serenità.

Anche l’avvio dell’anno accademico nel mondo universitario è stato difficile: le lezioni, per la maggior parte a distanza, sono un grosso limite specie per quei ragazzi con DSA che sono in grado di capitalizzare il loro apprendimento attraverso le relazioni e l’empatia delle lezioni in presenza. In questi casi la lezione a distanza diventa un limite, in particolare quando subentra la difficoltà di attenzione, aggravata dal dover guardare il monitor senza interscambio di relazione e conoscenza personale. In alcune università si è fatto addirittura un passo indietro, forse per mancanza di risorse legate al lavoro agile … svolto da casa, la conseguenza è stata che sono stati tagliati i servizi degli uffici DSA e Disabilità riducendoli a dei meri call center.

Ciò che è importante tutelare, soprattutto oggi, sono i diritti degli studenti con DSA nella didattica integrata. A volte sembra che i nostri ragazzi si perdano, diventino invisibili; per esempio quando ci si confronta sulle problematiche tecniche di come svolgere le verifiche on line. Ho potuto notare che l’attenzione degli insegnanti verso i disturbi specifici dell’apprendimento spesso non è centrale: la preoccupazione del docenti è tutta sugli aspetti procedurali di verifica, ma perdono di vista per esempio la cura dell’aspetto grafico, schematico, del testo che renderebbe più facilmente leggibile e comprensibile la consegna. In buona sostanza c’è sempre tanto lavoro da fare. Cambiano le situazioni, ma al primo posto dev’esserci sempre l’impegno dei docenti di mettere in atto una didattica mirata, innovativa, inclusiva e davvero efficace, insomma una didattica che arrivi veramente a tutti gli studenti.

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