Layla è una bambina dal nome poetico, che significa “la cima della montagna”. È un nome che le ha voluto dare suo papà, uno scalatore famoso per essere stato il primo a conquistare la cima delle 14 montagne più alte del mondo.
Un giorno, a papà Reinhold Layla chiede di portarla con sé in uno di quei suoi lunghi viaggi tra le montagne altissime. Il papà la invita a riflettere bene su questa richiesta, a ricordarsi di tutte le cose belle, calde e morbide che dovrà abbandonare per un po’, e all’ambiente freddo e senza comodità che dovrà affrontare. Ma Layla non demorde e decide di seguire ugualmente suo padre in questa difficile e rischiosa avventura…
Inizia in questo modo il libro “Layla nel regno del re delle nevi”, una favola delicata che Reinhold Messner ha scritto per accompagnare i bambini in un mondo diverso da quello che conoscono, con la speranza di farli riflettere perché possano maturare una coscienza ecologica e un maggior rispetto per la natura.
Ascoltiamo la voce dell’autore che ci spiega com’è nato questo libro e qual era l’obiettivo quando ha iniziato a scriverlo.
«Ho cercato di raccontare in modo semplice e chiaro, con linguaggio comprensibile e adatto ai bambini, dei sentimenti profondi che mi hanno accompagnato fin da piccolo:
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l’amore per le alte montagne
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la ricerca della bellezza
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la scoperta del silenzio e della solitudine.
Volevo trasmettere ai giovanissimi i valori testimoniati da popolazioni che vivono in luoghi considerati «impossibili» e privi di tutte le comodità oggi insistentemente ricercate.
Con questa favola, ho cercato di attirare l’attenzione dei bambini sulla possibilità di vivere serenamente e con gioia in un mondo diverso e di farli riflettere perché possano maturare una coscienza ecologica e un maggior rispetto per la natura: la rinuncia, non il consumo, è la chiave della felicità. Mi auguro, infine, di aver adeguatamente stimolato la curiosità e i sogni dei miei piccoli lettori».