Ci sono numerosi metodi che supportano l’insegnante nel delicato compito di insegnare a leggere ai propri bambini di classe prima. Ci si chiede spesso quale sia il più efficace. Nel progetto Sorridoimparo abbiamo cercato di mettere insieme gli ingredienti che gli studi scientifici sottolineano come più rilevanti nel processo di apprendimento della lettura.
Nel processo di insegnamento della lettura un primo elemento rilevante è legato alla conoscenza di quali sono le strutture mentali e i processi cognitivi che sostengono l’apprendimento della lettura.
Il modello evolutivo di Uta Frith
Il modello evolutivo a cui si fa più spesso riferimento è quello della studiosa Uta Frith. Secondo i suoi studi i bambini imparano a leggere attraversando diverse fasi.
In una prima fase il bambino inizia a riconoscere alcune parole che vede più spesso, come mamma/papà/il suo nome, come fossero dei disegni un po’ speciali.
In un secondo momento il bambino comincia a capire che una parola è fatta da segni che stanno al posto di suoni. Comincia così a riconoscere un numero sempre più ampio di letterine e a saperle convertire nel suono corrispondente. Per leggere una parola però poi deve riuscire a tenere in mente tutti i suoni che ha pronunciato e a metterli insieme. Man mano che fa esperienza impara anche a convertire in suoni parti di parole sempre più ampie. Fino a che arriva a riconoscere direttamente un numero sempre più ampio di parole intere.
Il modello a due vie di Max Coltheart
Il modello a due vie dello studioso Max Coltheart indica come si comporta poi un lettore esperto: se si trova di fronte ad una parola che conosce utilizza la via “lessicale” e riesce a convertire direttamente la stringa delle lettere nel suono corrispondente, altrimenti, impiegando più tempo ed utilizzando la via “fonologica” converte le singole lettere in suono e poi fonde tutti i suoni per arrivare alla parola intera dotata di senso.
Una didattica efficace deve quindi cercare di tenere in considerazione questi passaggi naturali che attraversa la mente di un bambino impegnato ad imparare a leggere.
Metodo fono-sillabico o globale? Meglio una combinazione dei due approcci
Spesso poi ci si chiede se sia più idoneo il metodo fono-sillabico o quello globale. Nel nostro progetto, pensando a bambini a sviluppo normo-tipico, abbiamo combinato i due approcci. Questo perché il metodo fono-sillabico è maggiormente in linea con i diversi momenti che caratterizzano il processo di apprendimento della lettura così come teorizzato da Uta Frith. Nello stesso tempo, però, imparare a riconoscere alcune parole ad alta frequenza, può motivare i bambini che così percepiscono già di riuscire a leggere velocemente alcune parole e traggono da questa esperienza grande soddisfazione.
Questi sono alcuni degli ingredienti che un insegnante può utilizzare per insegnare in modo efficace ai propri alunni a leggere.