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L’impatto psicologico del Coronavirus: tra panico e sottovalutazione

I consigli e le raccomandazioni degli psicologi per affrontare l’emergenza

L’attuale emergenza sanitaria,, causata dalla diffusone del nuovo coronavirus, ci ha catapultati in una situazione totalmente nuova con evidenti cambiamenti sulle nostre abitudini di vita. Tutto ciò sta avendo un notevole impatto sulla mente e sui comportamenti delle persone che a tutto ciò reagiscono in modo differente. C’è chi tende a sottovalutare il problema mettendo in atto azioni poco responsabili e non curanti delle conseguenze che possono avere sull’espansione del contagio e chi invece è emotivamente sopraffatto da questa condizione tanto da sviluppare forti paure o addirittura panico.

É normale essere in ansia?

Come ricorda Albert Ellis, psicologo clinico celebre per  la Rational-Emotive Therapy, provare ansia è del tutto normale; l’ansia è appropriata, positiva e utile alla nostra sopravvivenza se basata su una paura reale e razionale, in quanto le sensazioni di disagio che la caratterizzano portano alla consapevolezza che sta, o potrebbe accadere, qualcosa di spiacevole e ciò porta la persona ad agire per evitare che ciò succeda. 

Talvolta però l’ansia diventa sproporzionata e perde la sua funzionalità portando a forme di panico o fobia, a un calo delle difese biologiche dell’organismo e a comportamenti irrazionali e controproducenti (Ellis, 2013). Nell’attuale periodo questi si possono manifestare, ad esempio, attraverso la ricerca compulsiva di notizie trascurando l’autorevolezza delle fonti o i dati oggettivi sul fenomeno, oppure ignorando le misure messe in atto dal governo italiano per limitare il più possibile l’espandersi del contagio. 

Come evitare che l’ansia si trasformi in panico?

In questo momento tutti noi siamo di fronte a un problema reale che non bisogna fare l’errore di sottovalutare senza però cadere in un circolo vizioso fatto di paure, pensieri e comportamenti irragionevoli col pericolo di danneggiare sé stessi e gli altri. Cosa fare quindi per evitare la diffusione del panico collettivo pur considerando il rischio oggettivo che caratterizza la situazione attuale? 

L’Esecutivo Nazionale dell’Ordine degli Psicologi è intervenuto a questo proposito dando indicazioni alle Autorità, agli psicologi e ai cittadini (CNOP, Vademecum per i cittadini, 26 febbraio 2020, consultabile qui: http://www.psy.it/gli-psicologi-sul-coronavirus).

Con queste si afferma innanzitutto l’importanza di seguire le direttive delle autorità pubbliche tra cui le azioni di prevenzione proposte dall'Istituto Superiore di Sanità. Si raccomanda poi di affidarsi a fonti informative ufficiali evitando la ricerca morbosa di informazioni e di considerare il Coronavirus come un fenomeno collettivo e non individuale per questo è necessario che ognuno di noi si impegni ad agire in modo responsabile non solo per salvaguardare sé stesso ma anche gli altri. Infatti come afferma il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi “un atteggiamento psicologico valido può aiutare non solo chi lo attua ma anche gli altri, innescando un circuito virtuoso, e aumentando il quoziente di resilienza dei singoli, della famiglia, della comunità”.

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