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Come gestire il bambino con ADHD in classe?

Conoscere il funzionamento cognitivo del bambino con ADHD è il primo passo per capirlo e imparare a gestirlo efficacemente

Il bambino con ADHD è un bambino con Bisogni Educativi Speciali con cui serve molta pazienza, ma anche molta determinazione e soprattutto molta autorevolezza.

È un bambino con una fragilità, anche se all’inizio può essere considerato solo come un bambino maleducato, prepotente e pigro. Per questo va «capito» prima che «gestito».

Più conoscerete il suo funzionamento cognitivo, più lo capirete. Prima capirete perché è così e perché fa così, più facilmente entrerete in contatto realmente con lui e sarete in grado di farvi rispettare. Di conseguenza, riuscirete con meno fatica a educarlo, a «condurlo» nella vita, a «tirare fuori» tutte le sue grandi potenzialità.

Ecco l’esempio di un comportamento problema tipico degli alunni con ADHD, con la spiegazione sintetica del perché avviene spiegato in poche sintetiche frasi (Perché fa così?), a cui seguono indicazioni semplici e chiare per l’insegnante sugli atteggiamenti da adottare e da evitare (Cosa fare, Cosa non fare), un’analisi del comportamento problema e alcune indicazioni su come intervenire.

Comportamento problema: l’alunno fa fatica ad organizzarsi

 

Una delle difficoltà più evidenti nei bambini con ADHD è la poca organizzazione spazio-temporale. Tendono ad essere molto disordinati, a invadere gli spazi comuni, a stare seduti scomposti. Allo stesso modo, non sanno usare lo spazio sul foglio.

Per quanto riguarda l’organizzazione del tempo, hanno una cronometria mentale del tutto atipica: se sono molto concentrati in un’attività per loro affascinante, non percepiscono il tempo che passa.
Spesso non si rendono conto che per fare bene un’attività serve tempo, e che il tempo va organizzato in modo da riuscire a fare tutto quello che si deve nell’ora o nella giornata a disposizione: per la loro caratteristica di essere «esagerati», esagerano nel voler fare in un certo tempo troppe cose.

Hanno un’errata percezione del tempo anche quando stanno facendo un’attività non gradita o noiosa. Il tempo in questo caso «non passa mai» e continuano a chiedere: quando finisce? Così spesso procrastinano, rimandano i compiti non piacevoli. Quando poi però non rimane più tempo, si arrabbiano con se stessi o anche con chi li sgrida: avrebbero dovuto ricordare loro che il tempo stava passando! La loro disorganizzazione è legata anche all’insofferenza al «dover fare».

Le conseguenze della loro disorganizzazione si vedono nei quaderni spesso disordinati, nel tempo che impiegano a svolgere un compito, nel fatto che spesso sono gli ultimi a entrare in classe dopo la pausa, nelle loro dimenticanze, nelle difficoltà nei giochi di squadra.

Come intervenire

Date al bambino la seguente fondamentale regola: Prima di iniziare una attività imparo a chiedermi: cosa mi serve per svolgerla?

I bambini con ADHD hanno bisogno che siate voi a organizzare le attività per loro: da soli infatti si perdono nella sequenza delle cose da fare. Scandite i tempi, predisponete gli spazi, definite le azioni in modo chiaro: prima facciamo questo, poi questo, poi questo (step by step).

Fornite sempre il «manuale di istruzioni» per tutto ciò che c’è da fare: non date nulla per scontato. Controllate che l’ambiente della classe sia ordinato e organizzato, con ritmi e routine chiari e visibili. I bambini con ADHD sono spesso disorganizzati perché si sentono sopraffatti dal carico di lavoro e hanno bisogno che i compiti o gli incarichi vengano suddivisi in piccole unità.

Strutturate, pianificate, organizzate, riordinate per loro per aiutarli a «funzionare» al meglio, altrimenti rischiano di «perdersi».

Usate una didattica pratica e semplice, con molto materiale visivo.

Ricordate che non fanno apposta a distrarsi nell’esecuzione di un’attività: dovete costantemente stare accanto a loro senza «mollare mai».

Di solito i bambini con ADHD sono bravissimi nel gioco con il Lego o di altre costruzioni. Sfruttate questa abilità pianificatrice e organizzativa anche in altri compiti.

Questo testo è tratto dal libro "ADHD cosa fare" di Donatella Arcangeli

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