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I mini gialli dei dettati 2
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Il miracolo dello sviluppo

Che cosa si intende per sviluppo del bambino? Come avviene e come possiamo intervenire su di esso?

Quale meraviglia e mistero rappresenta lo sviluppo dell’uomo, la sua evoluzione, la sua crescita, il suo diventare «grande»!

Non c’è momento più importante e delicato della gravidanza e della natività, di questo lievitare della prima cellula, lo zigote, nel «sottosuolo» del grembo materno, dove si gettano i semi di coloro che plasmeranno il mondo a venire.

Che cosa significa «sviluppo»?

Il termine «sviluppo» fa riferimento a una dimensione qualitativa del cambiamento e si differenzia da ciò che ha a che vedere con la crescita, che fa invece riferimento alla dimensione quantitativa del cambiamento (ad esempio aumento dell’altezza, della massa, ...). Sviluppo non è un insieme di abilità che aumentano di numero in modo additivo, ma una trasformazione di capacità e di processi che nel tempo e sulla base dell’esperienza aumentano di complessità, riorganizzandosi e rimodellandosi, trasformandosi. Tutto questo avviene in ogni momento di vita del bambino, nella sua quotidianità, e tendenzialmente all’interno di una danza sensoriale e comunicativa che coinvolge il sé e l’altro-da-sé.

Quando avviene lo sviluppo?

Alla nascita, il neonato ha già tutto ciò di cui ha bisogno dal punto di vista delle strutture fisiche: è un individuo formato, che maturerà e crescerà, ma che, soprattutto, sta intraprendendo un processo di sviluppo meravigliosamente complesso. Ciò che, infatti, il neonato, alla nascita, non ha, è l’esperienza. Ha bisogno di esperienza per costruire legami, reti, connessioni neurobiologiche e psicologiche.

È cruciale sottolineare che ci sono alcuni periodi nel corso dello sviluppo in cui si è più sensibili all’apprendimento. Si parla di «periodi sensibili» o di «finestre di sviluppo», intendendo proprio finestre di tempo limitato in cui specifiche esperienze hanno i loro maggiori effetti, dunque, sottolineando l’urgenza di esporre il bambino a precisi stimoli ambientali, per permetterne lo sviluppo di determinate capacità cognitive.

Il periodo che va da 0 a 2 anni rappresenta una finestra temporale entro cui le stimolazioni provenienti dall’ambiente esterno influiscono in maniera indelebile sullo sviluppo motorio, sensoriale e cognitivo, suggerendo che i primi due anni di vita siano un periodo di massima plasticità.

Come avviene lo sviluppo?

È importante chiarire che «non si può non svilupparsi». Lo sviluppo è un processo in divenire che non si può arrestare: si può «solo» intervenire cercando di modellarlo e di agire sulle traiettorie che via via prenderà. A questo proposito, un concetto cardine è quello di «plasticità». La letteratura scientifica mostra come alla nascita il cervello del bambino sia solo parzialmente strutturato e come il suo sviluppo si vada a completare fuori dall’utero, quando il bambino sta già facendo esperienza dell’ambiente extrauterino.

Alla nascita sono però presenti un certo numero di predisposizioni che permettono un processo di specializzazione del cervello del bambino. Queste predisposizioni sono molto importanti in quanto incanalano lo sviluppo verso una direzione, lo vincolano in senso positivo.

Come si può favorire lo sviluppo?

L’epigenetica ha chiarito che il punto fondamentale per comprendere lo sviluppo è l’ambiente, che interagisce con le predisposizioni genetiche. Il nostro stesso cervello si organizza dopo la nascita e cambia continuamente in funzione degli stimoli umani che riceviamo e che ci cambiano i collegamenti fra i neuroni stabilizzandoli in seguito durante la vita.

La chiave di svolta nell’osservazione e comprensione dei processi di sviluppo sta proprio nella rivoluzione epigenetica. Tale rivoluzione ha scoperto che i geni stessi sono espressi o inibiti, codificano o non codificano per le proteine a seconda di semafori verdi o rossi che ricevono da meccanismi chiamati appunto meccanismi epigenetici, meccanismi la cui attivazione è legata alle condizioni ambientali. 

Dall’interazione con l’altro si costruisce lo sviluppo, si crea un sistema biologico che è in continua connessione con ciò che lo circonda. 

Sentiamoci perciò protagonisti responsabili e sognatori di fronte allo sviluppo del bambino, sapendo cogliere i limiti e le possibilità del nostro intervento, consapevoli che, fondamentale è la comprensione dell’ambiente in cui quel bambino, quel volto, si sta sviluppando, in cui si sta specchiando, ricordandoci sempre che per lui è necessaria la prese

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