Nel campo dell’educazione si parla molto delle regole e della necessità di imporre limiti e paletti che aiutino i ragazzi a cresceree a seguire una linea di sviluppo il più possibile lontana dai guai, dai dolori e dagli inciampi evolutivi.
Quando si sta parlando di adolescenti e social, come possono venire in aiuto i concetti fondamentali della psicologia dello sviluppo?
Il principio del “No!”
Il «no» è considerato un organizzatore psichico fondamentale nella vita dell’essere umano da costruire e corroborare nel corso dell’infanzia, mentre le istanze di soggettivazione che emergono negli anni dell’adolescenza richiedono riconoscimento, comprensione, sostegno e valorizzazione.
Disobbedire fa bene alla crescita
Un bambino sempre troppo obbediente, anche se rende molto contenti gli adulti, rischia di non riuscire ad affermare il valore di sé, la sua autonomia e la sua identità.
Quando il controllo diventa sfiducia
Se i primi approcci all’uso della rete e degli strumenti tecnologici devono necessariamente essere guidati, controllati e accompagnati dal filtro protettivo imposto dallo sguardo e dalle decisioni dei genitori, al netto della destrezza dei bambini nell’aggirare i controlli, è pur vero che da solo il controllo non basta e soprattutto ha una data di scadenza piuttosto ravvicinata.
La responsabilizzazione come protezione
È necessario puntare sulla responsabilità più che sul controllo: l’ipercontrollo nell’età della spinta verso l’autonomia e la soggettivazione può minacciare il senso di efficacia personale e la fiducia in se stessi nei ragazzi. Una cultura adulta investigativa non garantisce protezione, mentre invece l’adulto può accompagnare all’utilizzo consapevole della rete e dimostrare un interesse autentico e partecipato alle scelte virtuali effettuate dall’adolescente.
Il pericolo è nella relazione
L’impossibilità a comunicare agli adulti di riferimento le proprie difficoltà e la paura di non farcela è il vero pericolo. Sostituire il solito repertorio di domande indagatorie sui successi e fallimenti o sull’adempimento dei doveri, con un nuovo interesse, spesso spiazza i ragazzi e le ragazze e apre a nuovi canali comunicativi e relazionali.
Chiedere e non dire
Il potere orientativo di Internet può essere limitato se si individuano e propongono ai ragazzi alternative percorribili che vanno studiate e organizzate non solo con loro ma a livello più generale, nel mondo della scuola, del sociale, del territorio, della politica.