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Da questa esperienza di scuola a distanza i bambini usciranno più forti e più motivati - Erickson.it 1

Da questa esperienza di scuola a distanza i bambini usciranno più forti e più motivati

La riflessione di Camillo Bortolato, maestro e pedagogista, su come è cambiata la scuola in questo periodo e sulle ricadute di questa esperienza sugli alunni

Camillo Bortolato, il maestro che ha ideato il Metodo Analogico, utilizzato e applicato in migliaia di scuole italiane, ha lavorato per quarant’anni come insegnante di scuola primaria. Da qualche anno è in pensione, ma continua a seguire da vicino il mondo della scuola, relazionandosi quotidianamente con tanti colleghi insegnanti.

Abbiamo chiesto a Camillo Bortolato cosa ne pensa dell’esperienza di didattica a distanza che stiamo vivendo attualmente nel nostro Paese, in base a quanto ha potuto osservare in queste settimane.

Camillo Bortolato, ci può dire come è cambiata la scuola secondo lei in questo mese e più di didattica a distanza?

«La scuola è cambiata molto in questo periodo in cui si è trovata ad affrontare un’avventura completamente nuova. Da quanto ho visto, dai confronti che ho avuto con tanti insegnanti, ho ricavato l’impressione che i docenti si stiano facendo veramente in quattro per portare la scuola a casa dei bambini, dei ragazzi. Perché è questo che sta succedendo, ora: se prima erano gli alunni a entrare in aula, ora è la scuola, anzi sono gli insegnanti, che vengono a trovarli a casa».

Che riflessi sta avendo l’insegnamento a distanza sui bambini?

«Credo che, dopo qualche settimana di scuola a distanza, i ragazzi avvertano la mancanza della presenza in aula, del contatto con i compagni e con gli insegnanti. È naturale che sia subentrata un po’ di nostalgia, e anche di sofferenza, per dei momenti della giornata che prima venivano vissuti in tutt’altro modo. Ma credo anche che la sofferenza procuri sempre avanzamento. Quando i nostri ragazzi torneranno in aula, sia che si tratti di quest’anno scolastico che del prossimo, avranno imparato tanto. Da questa esperienza usciranno arricchiti, pieni di desideri e di nuove motivazioni».

Che insegnamento crede che dovremmo trarre da questa esperienza?

«Credo che possiamo considerare quello che stiamo vivendo come una specie di esperimento di quello che sarà la scuola del futuro. Per come me la immagino io, la scuola del futuro non si occuperà più dei saperi di base (leggere, scrivere, fare i conti), che saranno considerati competenze ordinarie e potranno essere curati da casa. La scuola si occuperà di coltivare aspetti ancora più importanti dell’apprendimento, come stare insieme, crescere più amorevoli e sviluppare le passioni. Credo che il compito principale degli insegnanti sia proprio quello di aiutare i bambini a sviluppare le proprie passioni, in modo che si possano dirigere verso qualcosa di buono, e coltivare il cambiamento».

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