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I mini gialli dei dettati 2
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Mancanza di autocontrollo e impulsività: quando i comportamenti inadeguati dei bambini mettono in difficoltà gli adulti

I comportamenti caratteristici dei bambini con difficoltà di autoregolazione

I bambini con difficoltà di autocontrollo possono manifestare comportamenti problema differenti.

Quali sono i principali comportamenti problema?

Reazioni impulsive che possono essere scambiate per comportamenti aggressivi.

Questi bimbi, se provocati da un compagno volontariamente, o più spesso involontariamente, mettono in atto reazioni eccessive e quindi inadeguate rispetto al contesto. Raramente iniziano per primi una lite o un conflitto, di solito reagiscono a commenti o azioni che vivono come provocazioni, indipendentemente dalla volontà di chi ha parlato o agito. Non è corretto definire questi bambini «aggressivi», l’aggettivo che meglio li rappresenta è «altamente reattivi». Russell A. Barkley (2016), nel descrivere il loro comportamento, utilizza il termine «iperreattività», proprio a indicare la tendenza a reagire in maniera esagerata, «irruente».

Interventi verbali continui associati a incapacità di rispettare i turni di parola.

Questi bimbi parlano in continuazione, fanno domande, considerazioni, interrompono l’interlocutore. I loro interventi risultano non tanto inadeguati nei contenuti, quanto inappropriati nella forma. Genitori e insegnanti dicono del bambino: «I suoi interventi sono interessanti, ma deve capire che non esiste solo lui, ci sono anche gli altri, non è possibile sempre interrompere o inserirsi nel discorso in maniera prepotente». Anche in questo caso «prepotente» non è corretto, renderebbe meglio l’idea l’utilizzo di termini come «travolgente», «impetuoso», «prorompente».

Tendenza a spostare continuamente l’attenzione da un punto di interesse all’altro.

Questi bambini sembrano presi da mille impegni, a volte incapaci di soffermarsi su un unico compito poiché già incuriositi da quello successivo. Potrebbero apparire distratti, in realtà spesso stupiscono per la loro capacità di gestione simultanea di più azioni. L’insegnante, vedendoli giocherellare con la gomma, cerca di «prenderli in castagna» chiedendo, a sorpresa, di continuare la lettura di un brano: sorprendentemente loro iniziano a leggere dimostrando di «avere il segno». Ovviamente, più sono le attività su cui un bambino divide la propria attenzione, maggiore è la probabilità di non riuscire a gestirle in maniera adeguata. Si definiscono disattenti, ma sono in realtà incapaci di focalizzare l’attenzione.

Necessità di muoversi in continuazione, come se avessero dentro un motorino che gira sempre al massimo.

Ogni idea che passa loro per la testa si trasforma seduta stante in azione. Questi bimbi, vedendo un nido di vespe appeso a un ramo di pino, in men che non si dica afferrano una pigna e fanno il tiro al bersaglio, senza pensare a cosa potrebbe accadere se colpisse l’obiettivo. La loro iperattività è quasi sempre finalizzata a portare a termine un compito che, ai loro occhi, appare non rinviabile (sia che ci si trovi al parco giochi, a scuola, a tavola o seduti al ristorante nel bel mezzo del pranzo per festeggiare il compleanno della nonna). Quando «si accendono» è veramente molto complicato «spegnerli».

Queste difficoltà sono legate a particolari modalità di funzionamento: tuttavia, è sempre bene ricordare che un bambino non è un problema, ma può avere dei problemi, e che nessun bambino è identificabile con le sue difficoltà sebbene possa presentare comportamenti molto difficili da gestire.

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