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«Mi vergognavo della mia dislessia, ora ne sono orgogliosa» 1

«Mi vergognavo della mia dislessia, ora ne sono orgogliosa»

Agnese, 18 anni, racconta com’è cambiato nel tempo il suo rapporto con la dislessia e di come la sua sfida oggi sia diventata quella di far conoscere meglio a tutti questo disturbo. Con un’esortazione ai ragazzi con DSA a non abbattersi e a non avere paura del giudizio altrui

«La diagnosi di dislessia per me è arrivata in terza elementare, ma io lo sapevo fin dall’asilo di essere dislessica». A parlare è Agnese, una ragazza di 18 anni di Pescia che oggi frequenta la quarta superiore al Liceo delle Scienze Umane. Racconta Agnese che il suo rapporto con lo studio è sempre stato difficile, fin dalla scuola dell’infanzia quando le insegnanti le chiedevano di imparare a memoria le poesie. Poi, procedendo nel percorso scolastico, le difficoltà si sono palesate ancora di più, fino a prendere una forma definita, che ha il nome di “dislessia”, un Disturbo Specifico dell’Apprendimento che oggi in Italia, insieme a disgrafia, disortografia e discalculia, riguarda una percentuale di alunni stimata tra il 3 e il 5% della popolazione studentesca.

Oggi Agnese è una ragazza che ha fatto un percorso di presa di consapevolezza del suo disturbo, arrivando ad accettarlo e a conviverci con serenità, fino a diventare una giovane divulgatrice sul tema attraverso la pagina Instagram dsainmodosemplice che ha deciso di aprire l’anno scorso, in pieno lockdown.

Agnese, da che intento nasce la tua pagina Instagram?

È un’idea che è nata con la maturità. Oggi non ritengo più la dislessia qualcosa di cui vergognarmi, ma anzi la vedo come una qualità in più, un punto di forza che ho. Ho pensato di raccontare la mia esperienza perché potesse essere utile a più ragazzi possibile. Una professoressa mi ha dato la spinta in questo e anche la mia famiglia mi ha sostenuta.

Che tipo di rapporto hai con i tuoi follower?

Tra i miei follower ci sono tanti tipi di persone diverse: ragazze e ragazzi, insegnanti, genitori... Mi è capitato di parlare con alcune mamme delle app migliori per costruire mappe concettuali o dei migliori siti in cui trovare libri digitali. Mi piace parlare con le persone e condividere la mia esperienza.

Qual è stato il tuo vissuto emotivo con la dislessia, nel contesto scolastico e fuori?

Ho avuto la fortuna di incontrare dei compagni che non mi hanno mai presa in giro per la mia dislessia. Anche gli insegnanti che ho avuto in genere erano aperti, comprensivi; hanno cercato di aiutarmi. Con sfumature diverse, chi più chi meno, naturalmente. Però a livello emotivo io mi sono sempre vergognata. Mi è capitato di sentirmi diversa, di non sentirmi all’altezza. Ai miei amici fuori dalla scuola non ho mai detto di essere dislessica. Avevo paura del giudizio altrui.

Che tipo di ausili hai trovato utili per affrontare la dislessia?

Io mi sono trovata bene con le mappe concettuali, ho imparato a usarle facendo un corso con un tutor, in prima e in seconda media. Poi, al liceo, ho trovato il mio metodo di studio, basato sull’utilizzo delle mappe e sull’uso del computer. All’inizio del liceo non lo portavo in classe per prendere appunti perché, come dicevo prima, mi vergognavo. Poi dalla terza liceo in poi ho iniziato a portarlo con me.

Cosa ti senti di dire a bambini e ragazzi che hanno un Disturbo Specifico dell’ Apprendimento?

Ai più piccoli vorrei dire che è normale sentirsi spaesati, appena si riceve la diagnosi, non capire, sentirsi diversi in qualche modo. Col passare del tempo, però, è importante arrivare ad accettare questa cosa e farne un punto di forza. Bisogna imparare a essere più forti delle persone che ti giudicano. Oggi ci sono tante persone informate sui DSA che possono dare una mano. Anche coltivare interessi fuori dalla scuola è fondamentale. Tutti dovrebbero coltivare degli interessi perché è incontrando altre persone che si arriva a capire meglio se stessi e ad accettarsi.

Che progetti hai per il futuro?

Dopo il liceo vorrei iscrivermi all’Università. Mi piacerebbe studiare Psicologia o Scienze della Comunicazione, non ho ancora deciso. Sicuramente mi piacerebbe fare un lavoro in cui si sta a contatto con altre persone, forse qualcosa nel sociale.

Grazie dell’intervista, Agnese, e in bocca al lupo!

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