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I mini gialli dei dettati 2
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Il perché di un Libro Bianco sulla gestione dei DSA

A dieci anni dall’applicazione della Legge 170/2010 ecco che cosa è cambiato nella quotidianità di bambini e ragazzi con DSA

Oggi le famiglie e i ragazzi con DSA sono molto più consapevoli dei propri bisogni e dei propri diritti, questo è merito soprattutto della Legge 170/2010, che, introducendo principi di didattica inclusiva, Piano didattico personalizzato (PDP), strumenti compensativi, misure dispensative e una stretta collaborazione scuola-famiglia, rappresenta a tutt’oggi uno strumento legislativo all’avanguardia, anche in confronto alle normative di altri Paesi occidentali.

In questo decennio molto è cambiato sotto il profilo dell’inclusione degli studenti con DSA, ma la strada da percorrere è ancora lunga.

Partendo proprio da un’analisi delle motivazioni che dieci anni fa avevano dato vita alla Legge 170, l’Associazione Italiana Dislessia, che è stata tra i suoi principali promotori, ha caldeggiato la realizzazione di un lavoro che aiuti a comprendere meglio quali reali modifiche la legge ha apportato nella quotidianità di bambini e ragazzi con DSA e dei loro familiari e quale percorso intraprendere per una sua vera applicazione nelle scuole italiane.

Il Libro Bianco nasce quindi con il fondamentale obiettivo di eseguire una ricognizione di ciò che è stato fatto a tutela delle persone con DSA, in ambito scolastico, universitario e lavorativo, a dieci anni di distanza dall’approvazione della Legge 170 del 2010.

Imparare è un diritto di tutti

Una delle maggiori sfide della scuola è quella di assicurare una didattica plurale, accessibile, in grado di valorizzare le differenze e i punti di forza di ogni alunno. In quest’ottica, la stessa Legge 170/2010, tra le sue finalità, afferma che deve essere garantito il diritto all’istruzione, bisogna favorire il successo scolastico, anche attraverso misure didattiche di supporto, promuovere lo sviluppo di potenzialità, nonché ridurre i disagi relazionali ed emozionali.

L’importanza degli screening tempestivi

Uno dei punti cardine è del documento è quello riguardante la necessità di avviare interventi tempestivi di screening idonei a individuare i casi sospetti di DSA, al fine di favorire una tempestiva diagnosi e prevenire complicazioni secondarie rispetto all’area dell’apprendimento.

La formazione del corpo docente

Per gli alunni con DSA è prevista l’adozione di una didattica individualizzata e personalizzata con percorsi scolastici più flessibili ed efficaci per promuovere l’apprendimento considerando le abilità possedute da questi alunni. Risulta quindi fondamentale per l’attuazione della Legge la formazione del corpo docente che ha il compito di gestire lo studente in classe e di realizzare il Piano didattico personalizzato (PDP). 

L’uso di strumenti compensativi

Altro cardine della Legge è il diritto degli studenti con DSA a utilizzare gli strumenti compensativi e le misure dispensative, come previsto all’articolo 5, che estende genericamente il diritto a usufruire di strumenti compensativi e di misure dispensative anche nel corso degli studi universitari.

Adulti con DSA

Resta tuttora quasi privo di tutele il mondo degli adulti con DSA. Si stima infatti che nel nostro Paese la forza lavoro con DSA ammonti a un milione e duecentomila unità. Malgrado ciò, l’attenzione ai bisogni e alle necessità delle persone in età lavorativa è stata molto inferiore rispetto a quella posta in età scolare. Si è cercato di far luce, quindi, sui problemi reali che incontrano gli adulti con DSA e di individuare gli interventi più opportuni per favorire il loro ingresso nel mondo del lavoro.

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