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Didattica Digitale Integrata e Universal Design for Learning 1

Didattica Digitale Integrata e Universal Design for Learning

Micko Alberti, docente e formatore AID, analizza le esperienze italiane di Didattica a Distanza e di Didattica digitale integrata alla luce del modello dell’Universal Design for Learning

Mi ricollego agli articoli del collega Andrea Ghensi “L’eredità che ci ha lasciato la DaD non è negativa, anzi…”) e della collega Susanna Giannetti ( “La Didattica a Distanza è vera didattica?”) per alcune riflessioni sulla Didattica a Distanza e sulla Didattica Digitale Integrata. In particolare, in questo articolo mi soffermerò ad esaminare alcune pratiche metodologiche che hanno assunto una dimensione rilevante e che necessitano di ulteriori approfondimenti.

Durante lo scorso anno scolastico, per fronteggiare l’emergenza sanitaria e l’imposizione dell’ “insegnare a distanza”, si è fatto uso delle piattaforme digitali che, però, si è visto, possono comunque essere usate nelle attività scolastiche ed extrascolastiche anche in presenza, ovviamente integrando le due modalità.

La novità di adesso è la progettazione a priori della propria didattica in questa duplice modalità, consapevoli che anche se non ci fosse più alcun motivo “forzato” per insegnare online, queste sono già entrate di diritto nelle opzioni possibili e auspicabili, dando fattivamente vita alla Didattica Digitale Integrata.

L’esperienza della prima ora, carica di valenza emergenziale, ha davvero concesso ai docenti di rivedere il proprio ruolo e soprattutto le proprie modalità, più o meno trasmissive, di insegnamento. Cornice teorica di riferimento è, senza alcun dubbio, l’UDL (Universal Design for Learning). I tre principi su cui si fonda (fornire molteplici mezzi di rappresentazione; fornire molteplici mezzi di azione ed espressione; fornire molteplici forme di coinvolgimento) trovano grande rispondenza anche nella didattica a distanza, con l’uso di piattaforme organizzate.

Fornire molteplici mezzi di rappresentazione a distanza diventa essenziale per garantire inclusività raggiungendo anche gli studenti in difficoltà. Già un utilizzo funzionale della LIM permetteva di ampliare il proprio stile di insegnamento utilizzando molteplici codici, ma la possibilità di registrare le video lezioni e di implementare le proprie spiegazioni con video, mappe e tanto altro, permette a tutti di procedere in modo asincrono “al proprio ritmo” con grande vantaggio.

Fornire molteplici mezzi di azione ed espressione consente di rendere gli studenti esperti e protagonisti nei propri processi di apprendimento. Certo a tal fine è fondamentale l’alfabetizzazione digitale, accompagnando gli studenti verso una maggiore conoscenza della tecnologia e delle infinite opportunità offerte dalla rete per gestire il tutto in modo critico.

Tale lavoro con una didattica mista, impostata pedagogicamente in ottica UDL e non come pedissequa riproduzione a distanza della didattica frontale tradizionale, diventerebbe realmente parte integrante dell’offerta formativa. Sia docenti che studenti ne riconoscerebbero il valore fondamentale e ne percepirebbero l’utilità fattiva: così si colmerebbe la lacuna del sistema di istruzione italiano in cui la competenza digitale, prevista da anni a livello normativo, nella realtà è ancora in larga parte disattesa.

Fornire molteplici mezzi di coinvolgimento è ciò che, forse, manca in modo più marcato alla scuola. È importante avviare riflessioni condivise su questo tema. Probabilmente l’utilizzo di strumenti di condivisione, come ad esempio presentazioni o documenti su cui lavorare insieme da remoto, ha facilitato l’inclusione e il lavoro cooperativo più di quanto non si pensi. Come docenti è pertanto necessario riflettere e proporre quante più modalità possibili di lavoro cooperativo in questi termini, nella consapevolezza che qualunque apprendimento è primariamente facilitato dal benessere emotivo e che senza un positivo coinvolgimento emozionale è impossibile parlare di sistema di istruzione efficace e quindi opportuno.

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