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I mini gialli dei dettati 2
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A cosa è dovuto l'aumento delle diagnosi di DSA?

Negli ultimi anni diagnosi e certificazioni sono aumentate, cerchiamo di capire quali sono i fattori in gioco

Dal rapporto MIUR è possibile osservare come negli ultimi anni vi sia stato un progressivo aumento delle diagnosi di DSA. La percentuale media degli alunni con DSA è passata in pochi anni dallo 0,7% nell’a.s. 2010/2011 al 3,2% nell’a.s. 2016/2017. Il rapporto MIUR pone quindi un interrogativo di fondo e stimola il dibattito e la ricerca delle possibili spiegazioni.

Un primo dato da considerare riguarda una certa disomogeneità nel territorio italiano, al contrario dei dati sulla disabilità a scuola che mostrano una certa omogeneità delle certificazioni ai sensi della Legge 104/1992 che si stabilizzano intorno al 3,2% con poca variabilità tra le varie regioni in Italia.

Ma quali fattori possono aver portato all’incremento nelle diagnosi, ed eventualmente contribuire all’incremento futuro? 

Probabilmente la Legge 170 ha dato un forte impulso e ha accresciuto l’interesse e la sensibilità sul tema, riuscendo a far emergere i dati sommersi. Senza dubbio le Regioni con tassi di DSA più alti hanno recepito le indicazioni dell’Accordo Stato-Regioni, prevedendo procedure specifiche per l’accreditamento delle strutture o dei singoli professionisti.

Un altro dato sul quale riflettere è quello relativo alla scuola secondaria di secondo grado, che passa dallo 0,6 % nell’as 2010-2011 al 4 % nell’as 2017-2018.

Un clinico sicuramente non si sorprende a constatare che sempre più ragazzi con DSA traggano beneficio dalla diagnosi/certificazione DSA in termini di inclusione: ma anche in termini di riduzione della dispersione scolastica? Non ci sono al momento dati che possano indicare una correlazione tra l’aumento delle diagnosi e certificazioni di DSA e la riduzione della dispersione scolastica.

Per quanto riguarda la situazione socio-culturale, come va valutata? I dubbi si pongono soprattutto nei casi di confine, laddove i criteri di inclusione e di esclusione non risultano completamente rispettati o nei casi in cui la comorbilità rende più complessa la valutazione, come ad esempio nei casi di più disturbi del neurosviluppo associati con QI ai limiti inferiori, ma comunque nella norma. In questi casi, oltre ai possibili errori metodologici, nelle decisioni del clinico può assumere un certo peso il desiderio di «protezione sociale» e di successo scolastico che una certificazione può garantire rispetto a una relazione clinico-diagnostica non di DSA.

Anche la recente pubblicazione del DSM-5 e la nuova concettualizzazione dei DSA in cui si includono anche profili di difficoltà nella comprensione del testo scritto, nell’espressione scritta e nella soluzione dei problemi aritmetici, potrebbe aver avuto un ruolo attivo nell’orientare i clinici nell’individuazione dei criteri di inclusione.

Se l’idea è quella che nei DSA possano rientrare profili non espressamente contemplati dalla Legge 170/10 che tuttavia si manifestano con importanti ricadute sul piano sociale dei risultati scolastici, in generale sul funzionamento adattivo, ecco che allora il numero di certificati DSA aumenta per orientare l'attività dei docenti verso una maggiore attenzione alle problematiche di studio e alla difficoltà nel raggiungere i risultati attesi.

A questo si aggiunge la «pressione» che a volte la scuola esercita sulla famiglia o la stessa famiglia sul clinico, al fine di ottenere un «certificato», che, come detto, si pone a un livello giuridico diverso rispetto a una diagnosi e che pertanto garantirebbero l’obbligatorietà del PDP, delle misure didattiche e quindi probabilmente maggiore inclusione e successo.

In sintesi quindi l’aumento delle diagnosi di DSA registrato dal rapporto MIUR può essere dovuto a un miglioramento della capacità di rilevazione clinica degli operatori, ma anche a un insieme di fattori che potrebbero essere il risultato di possibili errori metodologici del clinico, ma anche per il desiderio di protezione sociale e di garanzia di successo scolastico. 

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