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Nutrire le potenzialità linguistiche del bambino sordo

La lettura di testi ricchi di opportunità lessicali e grammaticali strutturati secondo l’approccio della Logogenia® aiuta a superare le difficoltà verbali degli alunni affetti da sordità preverbale

La Logogenia® è un metodo che favorisce il riconoscimento delle informazioni grammaticali, trasmesse dagli elementi funzionali e morfologici della lingua. È stato elaborato per migliorare l’esperienza linguistica dell’italiano degli utenti sordi, ma trova applicazioni interessanti anche nell’esposizione all’italiano come L2.

Fare pratica, ad esempio, dell’accordo tra nome e aggettivo o della relazione che lega il pronome clitico al nome che esso va a sostituire arricchisce e potenzia la competenza linguistica dell’utente. Questo allenamento può essere generativo dunque ricadere anche altrove, con effetti positivi di comprensione di analoghe strutture presenti in altri contesti di lettura, a partire dai testi scolastici. 

L’esposizione continuativa a brani grammaticalmente ricchi può infatti compensare i limiti dell’esposizione alla lingua parlata e contribuire a sostenere l’acquisizione delle strutture grammaticali dell’italiano nella sua versione scritta.

Bruna Radelli, la linguista che ha elaborato il metodo Logogenia®, utilizzava una metafora per motivare la necessità e l’urgenza dell’arricchimento linguistico: l’alunno sordo è come un’auto perfettamente funzionante, ma che non può muoversi se le manca il carburante. L’esperienza di molte e varie strutture grammaticali e lessicali dell’italiano nella modalità della lingua scritta ha dunque lo scopo di reintegrare l’input linguistico della lingua parlata (il carburante) che l’alunno perde a causa del deficit uditivo, affinché possa raggiungere una piena competenza linguistica, nonostante e oltrepassando il deficit uditivo.

L’approccio della Logogenia® interpreta in questo modo il concetto di inclusione linguistica, che considera come ampliamento e supporto delle capacità e delle potenzialità grammaticali del bambino sordo, affinché possa accedere ai testi il più possibile in forma autonoma.

Come è noto, la sordità profonda preverbale può avere ripercussioni sull’acquisizione delle lingue parlate, come l’italiano, in quanto limita, ostacola o addirittura impedisce del tutto l’accesso all’informazione linguistica uditiva. 

Dal punto di vista grammaticale, le ricadute possono coinvolgere la competenza sugli aspetti funzionali (pronomi, preposizioni, articoli, congiunzioni) e morfologici (desinenze di nomi, aggettivi, verbi, articoli), rendendo faticosa la comprensione della frase e, a maggior ragione, del testo.

Un’altra area linguistica che risente della condizione di sordità è il bagaglio lessicale, che nei soggetti sordi è spesso di ampiezza minore rispetto a quello dei coetanei udenti.

La competenza lessicale e quella grammaticale entrano pienamente in gioco nel compito di comprensione del testo scritto, insieme alla capacità di compiere inferenze per recuperare le informazioni che lo scrittore ha sottinteso. Ecco dunque i tre elementi che formano il «nutrimento» delle potenzialità linguistiche del bambino sordo: l’arricchimento lessicale, l’allenamento nelle strutture grammaticali e il coinvolgimento delle sue capacità inferenziali.

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