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I mini gialli dei dettati 2
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Cos’è la pragmatica della comunicazione?

L’analisi conversazionale all’interno del Communication and Pragmatic skill Training è un utile strumento per l’indagine delle competenze socio-comunicative e pragmatiche dell’età evolutiva

L’uso del linguaggio nel contesto consente al bambino di comprendere i significati che gli adulti o i coetanei veicolano nelle loro comunicazioni, esprimendole loro intenzioni attraverso una forma verbale e non verbale. La produzione di discorsi appropriati nel contesto consente ai bambini di esprimere le loro intenzioni comunicative in un gioco di costruzione reciproca di significati che si conclude con una comunicazione efficace tra i partecipanti a un’interazione comunicativa.

Il corretto interagire sinergicamente di questi processi costituisce la competenza pragmatica del bambino che, lungi dall’essere un costrutto mono-componenziale, si costruisce attraverso lo sviluppo di componenti specifiche e in relazione al più generale sviluppo cognitivo, emotivo e sociale.

Al fine di comprendere lo sviluppo di alcune di queste componenti in bambini prescolari e scolari, si è osservato, attraverso l’analisi conversazionale, cosa accade all’interno di una conversazione guidata tra un adulto e un bambino, tramite il Communication and Pragmatic skill Training.

A differenza dei test attualmente disponibili, questo strumento consente di sondare le abilità socio-comunicative del soggetto in modo non strutturato, superando, in buona parte, le limitazioni che caratterizzano le tipologie di test che decontestualizzano eccessivamente tali abilità. 

Infatti, l’avvio delle conversazioni avviene a partire dall’osservazione congiunta di tavole illustrate; bambino e adulto hanno poi la possibilità di introdurre un’ampissima gamma di argomenti, svincolandosi dall’immagine per aderire a un contesto che sia il più naturalistico possibile.

Nell’analisi conversazionale ci si focalizza su tre diversi fenomeni comunicativi: cooperare, cambiare argomento e riparare fallimenti comunicativi. 

Per «cooperazione» intendiamo la capacità dei partecipanti a una conversazione di condividere stati mentali, ovvero rappresentazioni mentali chiare delle loro intenzioni reciproche. Per «cambiamento» intendiamola possibilità di passare da un argomento a un altro all’interno dello stesso tema generale di conversazione. Indaghiamo le riparazioni, invece, facendo notare al bambino di non aver compreso quanto detto così che possa riparare il fallimento comunicativo. Le modalità di riparazione che abbiamo scelto sono l’aggiungere informazioni e il riformulare quanto detto su richiesta.

Nello studio dei processi evolutivi della competenza pragmatica l’analisi conversazionale rappresenta certamente una modalità più ecologica di valutazione dell’interazione comunicativa tra un adulto e un bambino, o tra pari, soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo dei singoli fenomeni comunicativi.

Il Communication and Pragmatic skill Training è un programma di valutazione e trattamento dei deficit pragmatici ispirato alle più recenti teorie pragmatiche.

Se la pragmatica è l’analisi del linguaggio «di tutti i giorni», per dirla con le parole di una mamma che riferiva delle difficoltà comunicative del figlio adolescente, il problema della pragmatica è quello di definire i meccanismi che stanno alla base della comunicazione e dei suoi disturbi che, sebbene si esprimano in bizzarrie a livello comportamentale, sono invece effetto della non integrazione dei meccanismi che permettono la comprensione delle intenzioni altrui e, dunque, la produzione di comunicazioni efficaci dato il contesto in cui queste nascono, si sviluppano e terminano.

Elaborato sulla base dei principi della pragmatica e della linguistica cognitiva, il Communication and Pragmatic skill Training dispone di una serie di strumenti operativi che permettono una vasta gamma di applicazioni.

Il programma nasce dalla profonda esigenza clinica di riuscire a identificare con esattezza la natura delle bizzarrie comunicative di un eloquio, di essere in grado di quantificare la presenza e l’assenza di determinati fenomeni comunicativi nella conversazione, oltre che il loro gradiente di adeguatezza/inadeguatezza, e di comprendere come strutturare in modo sistematico un progetto di intervento volto a raggiungere il miglior funzionamento adattativo possibile e capace di tenere in considerazione, singolarmente e globalmente, tutti i domini socio-comunicativi, in base alle relative priorità d’intervento.

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